Capitolo 15

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Manuel

Sono due fottutissimi giorni che non riesco a distogliere il pensiero da lei. L'ho cercata, l'ho trovata e adesso non voglio perdere altro tempo.
È davanti a me con questa ridottissima minigonna di pelle e la camicia di jeans bagnata fradicia che le risalta tutte le forme.
Potrei farle causa per abiti troppo succinti in luoghi pubblici.

Si è mummificata al suono delle mie parole, forse sono stato troppo diretto e brusco ma è la cruda verità che non voglio nascondere.
Voglio sentirla dentro di me al più presto possibile, prima che rischi un esaurimento, ho già perso tutta la pazienza e ciò che prepotente mi governa è solo l'impellente bisogno del contatto della nostra pelle.
Mi avvio in macchina e dopo qualche secondo sento il ticchettio dei suoi sottili tacchi dietro di me.
Finalmente si è svegliata dal suo torpore.

Salgo in auto ma lei tentenna

"Sono bagnata... Non voglio rovinarti il sedile"

"È già successo che eri bagnata su questi sedili. Entra"

Parlare con Ryan mi ha fatto male.
La guardo arrossire in preda ai ricordi della scorsa sera e al doppio senso che mi porge lei stessa.
Stavolta non voglio gustarmela in macchina, preferisco tornare a San Francisco.
Saprò resistere 20 minuti di auto. Finalmente si decide ad aprire lo sportello e accomodarsi nel sedile, la vedo prendere dei fazzoletti dalla piccola borsa e sistemarsi il trucco colato.
È impacciata anche se non vuole darlo a vedere.

"Chi ti ha detto che anche io abbia voglia di te?"
Mi distraggo pochi secondi dalla guida per guardarla negli occhi, mi basterebbe metterle una mano sulla coscia ed accarezzarla per far cadere a pezzi l'orgoglio che gli ha fatto formulare quella stupida frase. Interrompe il nostro scambio di sguardi e gira la testa verso il finestrino. Suppongo si sia resa conto lei stessa di non essere affatto convincente e anche se sarebbe riuscita ad esserlo non me ne sarei preoccupato, avrei comunque trovato il modo per farla cedere.
Non è così intransigente come crede e sono certo che voglia abbandonarsi ai benefici del buon e sano sesso. 

"Svolta a destra"
Interrompe il flusso dei miei pensieri e faccio come mi dice senza obbiettare

"Adesso vai dritto e poi gira a sinistra"
Pochissimi minuti dopo, ci troviamo davanti ad una villetta illuminata debolmente dai lampioni posti sul viale di ciottoli che ne delinea un sentiero per arrivare all'entrata.

"Puoi parcheggiare qui fuori" Parcheggio l'auto, lei prende dalla borsa delle chiavi ed entra silenziosamente dal cancelletto ferreo intarsiato.
È casa dei suoi genitori.
Vedo il numero civico e mi ricordo subito del secondo indirizzo datomi da Ryan.
Quando sono stato nel suo appartamento a San Francisco non ho visto la sua macchina parcheggiata. Ho suonato, ma lei non era in casa, quindi sono venuto qui cercando informazioni su qualche serata in cui speravo si imbucasse.

"È casa dei miei, c'è una depandance per gli ospiti a pochi passi"

Mi fa strada timidamente, sono dietro di lei che la guardo ondeggiare sopra i trampoli delle sue scarpe alte, che porta con classe nonostante il terreno su cui li poggia non sia una superficie regolare.
Si addentra in una piccola casetta dislocata dal resto dell'abitazione un po' più distante.
Il piccolo ingresso dà direttamente nella sala da pranzo composta da una piccola cucina in muratura dai toni rustici adornata da tavolo, sedie e mobili vintage.
Elide mi guarda come per portare la mia attenzione su di lei e con delicatezza mista all'incertezza, si dirige verso la porta sulla destra io la seguo con lo sguardo finché il mio corpo non la raggiunge.
Il pavimento in legno acuisce i nostri passi  verso il letto completamente bianco come il resto dei mobili, un' ampia finestra ci offre la visuale sul giardino fiorito e sulla luna piena che illumina la stanza di una luce candida e pura, luce che sfiora la figura di Elide come se la volesse accarezzare.
In questo gioco di luce ed ombre sulle sue forme e sul suo viso, c'è qualcosa che splende più di tutto, i suoi occhi che adesso sembrano due stelle nel cielo notturno che mi orientano verso di lei, che mi ammaliano come un canto delle sirene

Dissetami come pioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora