Capitolo 29

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Elide

Ho sempre desiderato provare l'affetto fraterno, provare amore verso qualcuno che porta il tuo stesso sangue, con cui condividi la vita non perché l'hai scelto ma perché ti capita.

Volevo provare cosa volesse significare il senso di protezione verso un fratello più piccolo, la gelosia nel non condividere gli stessi giocattoli con una sorella, bisticciare per dettare supremazia in casa. Avrei voluto essere un punto di riferimento, un esempio da imitare, un orecchio al quale puoi dire tutto senza essere giudicato, una bocca che consiglia senza malizia, degli occhi che possano vederla crescere e scoprirne delle somiglianze con me, diventare grandi, io e lei.

La sognavo da anni.

Era il primo desiderio che scrivevo nella letterina di babbo natale, il primo pensiero non appena vedevo una stella cadente, la speranza ad ogni soffio di candeline che aumentavano sempre più sulla mia piccola torta. Mi pento di essere stata così ostinata, di essere stata accontentata, perché la gioia del momento è stata sostituita per sempre dalla sofferenza.

Mi ricordo come fosse ieri il suo piccolo viso tra le braccia di mamma, avevo 12 anni e finalmente il mio desiderio era stato esaudito: avevo una sorella, minuscola, indifesa che già amavo alla follia.

Una sorella che col passare del tempo però, non era come tutte le altre bambine, lei era un fiore delicato, troppo delicato, così tanto gracile che la sola aria poteva ferirla, che un semplice raffreddore poteva distruggerla, e nonostante tutte le accortezze, le cure e la vita non vissuta, il tempo ne è stato il vero carnefice. L'ho vista in un letto d' ospedale per mesi, era solo una bambina, alla quale la vita aveva tagliato le ali. E mentre indossavo il mio camice verde, che stava palesemente grande per una ragazzina di soli 15 anni, mi avvicinavo a lei con tanti gomitoli di lana, perché tra poche settimane era Natale e noi volevamo fare l'albero con delle decorazioni diverse, solo nostre, solo mie e sue.

Piccoli pompon colorati, di tutte le misure, di tutti i colori per allestire un grande albero.

Non potevo immaginare che quel Natale l'avrei odiato, che mi avrebbe tolto per sempre l'unico dono che avrei desiderato, che avrebbe gettato la mia famiglia nel baratro.
Dolore, solo dolore, che non va via nemmeno dopo anni, speri di dimenticare, di cancellare i ricordi, di essere razionale pensando che la morte possa averla liberata dalla sofferenza. Perché in fin dei conti la vita le aveva destinato un' esistenza che sarebbe peggiorata di giorno in giorno, e noi potevo solo essere spettatori del suo inesorabile aggravamento.
Abbiamo rimosso, come una spugna, 3 anni della nostra vita, prima che il dolore ci inabissasse in uno stato dal quale non saremmo più riemersi.
Abbiamo elaborato il lutto in modo immaginario, abbiamo creato nella nostra testa un abbandono fittizio, come se tornasse da un momento all'altro, come se la trovassimo davanti la porta già cresciuta e ci raccontasse cosa ha fatto in questi anni.
Mi sono autoillusa per proteggermi in una speranza inutile,che mi da la forza di andare avanti, ma in realtà è solo una scusa per nascondere la sofferenza, tenerla in gabbia perché basterebbe un nome, un solo suono per distruggere la calma apparente che ci siamo creati per vivere, anzi sopravvivere.

Manuel

Oggi non andrò in ufficio, devo organizzare l'incontro per stasera. Dopo aver studiato tutta la notte le informazioni necessarie su Katia Lambert, ho contattato l'unico che avrebbe potuto dar vita al mio piano, Kevin.
Stasera al suo locale si darà una delle solite serate da ricconi che tanto gli piace allestire, parteciperanno molte persone abbienti e di alto rango che avranno accesso al privè solo previo invito, dunque una festa a numero chiuso, che sono certo invoglierà ancor di più la nostra cara Katia, alla quale ho chiesto di farle pervenire un invito esclusivo.
Nessuno di noi due la conosce ma ho scoperto che ha molti amici in comune e che le serate mondane sono la sua passione.
Non c'è migliore occasione per conoscerla e mettere in scena questa farsa. Ho comunicato a Ferretti la mia assenza ma per non abbassare mai la guardia, ci saranno dei tecnici per l'impianto di climatizzazione che improvvisamente ha smesso di funzionare, ovviamente sono i ragazzi più fidati che fanno parte del mio team.

Sorseggio il mio caffè mentre in testa un milione di pensieri si accavallano. Il comportamento di Avelyn mi ha reso cupo, ma ciò che mi ha destabilizzato di più è stato il pensiero di Elide, l'immagine del suo viso è stata di una pregnanza tale, che mi sembrava di averla davanti agli occhi in quel preciso istante, come a ricordarmi che non erano le sue labbra che si erano posate sulle mie. Sicuramente il fatto di aver baciato Avelyn, che reputo solo una mia cara amica per la quale non ho un trasporto passionale, avrà accentuato questa differenza, è l'unica spiegazione possibile.
La sola.

Poggio la tazza vuoto sul freddo e bianco top in quarzo della mia cucina, inspiro profondamente per poi respirare a piani polmoni. Basta continuare a pensare a questa stupida concomitanza. Mi avvicino al tavolo, ci sono fogli e carpette sparsi in tutta la sua superficie, stasera dovrò comunque abbindolare questa Katia e devo studiarne la personalità per quel minimo che so di lei.
Ho il suo fascicolo e le sue foto tra le mani, è una donna dalla bellezza mozzafiato, sicura del fascino che emana e abbastanza solitaria. Potrei unire l'utile al dilettevole e sono certo che non penserò ad Elide, Del resto non è la prima volta che frequento più donne contemporaneamente senza essere sentimentalmente preso da nessuna.
Mi aspetta una serata impegnativa, prendo il borsone, gli auricolari e mi dirigo in palestra, sfogarmi mi farà sicuramente bene e alleggerirà i pensieri brulicanti dalla mia testa.

 Mi aspetta una serata impegnativa, prendo il borsone, gli auricolari e mi dirigo in palestra, sfogarmi mi farà sicuramente bene e alleggerirà i pensieri brulicanti dalla mia testa

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