Capitolo 13

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Elide

Dopo circa 20 minuti parcheggia sul ciglio di una strada sterrata, spegne il motore e scende dall' abitacolo, io di rimando faccio lo stesso. Non appena guardo l'orizzonte davanti a me uno spettacolo mozzafiato mi si para davanti.
Siamo difronte l'imponente Golden Gate Bridge e la baia di San Francisco. Da qui si riesce a vedere parte della città e dell'Oceano Pacifico.
Il sole è una pozza di fuoco pronto a tramontare e lambisce dai toni caldi tutta la baita e il mare calmo che lo costeggia, ciuffi di nuvole rosa e arancio si poggiano sull' azzurro del cielo, che ben presto si cambierà d'abito indossando il blu della notte che ne spegnerà ogni cromia.
Uno stormo di uccelli macchia di nero questa tela perfetta che ha come colore principale il rosso del tramonto, della passione e dell'amore. Ammiro estasiata tutto quello che ho intorno, la meravigliosa costanza con cui la natura avvicenda giorno e notte scandendone il passaggio con uno spettacolo prezioso e suggestivo.
In un momento tutta la rabbia che scalpitava nel mio corpo è d'un tratto svanita. Mi perdo a guardare tutti i dettagli di quel panorama così vasto che incute tranquillità, mi irradia, mi scalda. Un tramonto bellissimo che sovrasta la caotica città

"Ho scoperto questo posto tanti anni fa"
Leggo una nota di malinconia nel suo tono, vorrei chiedergli quale fosse il motivo ma non sono in vena di interrogatorio

"Spero che la serenità di questo panorama ti abbia calmato" 
Dannato calcolatore dovevo immaginare non mi avesse portato qui per caso

"Si, ma non cambia quello che è successo"

"Ricordo solo io l'espressione che avevi sdraiata sulla mia scrivania? Non potevo permettere che qualcuno potesse accorgersi, palesemente, di quello che era successo.
L'avevi stampato in volto"

Sentire ad alta voce quello che è successo nel suo studio mi fa arrossare le guance e sudare le mani, mi sento impacciata mentre lui sembra stia parlando di cosa abbia mangiato a cena.

"Qualcuno? Forse intendi che Avelyn non doveva vederla"
Non riesco a non provare gelosia e soprattutto a nasconderla

"Avelyn è un'amica e comunque non ti riguarda saperlo"

"Mi riguarda nel momento in cui mi ha informata che siete amici come dire...Intimi, anzi che siete stati più che amici"

Sbotto, non volevo dirgli dell'incontro di ieri ma se lui continua a dirmi che non mi riguarda sono costretta a raccontarglielo.
Sospira e alza gli occhi al cielo come se da lei si aspettasse simili affermazioni.

"Elide so solo che vi siete incontrate e salutate, me lo ha detto lei"

Fa una pausa e si avvicina a me

"So anche che non eri da sola, c'era un ragazzo con te"
Che stronza, gli ha raccontato solo quello che le conveniva, mettendomi in cattiva luce.

"Potrei chiederti chi fosse, che ci faceva con te, ma non lo faccio perché non mi importa"

Quelle parole sono come coltelli che si conficcano tra la carne. Lui non prova il fastidio che io ho avvertito quando l'ho visto con Avelyn o che avrei potuto sentire per qualsiasi altra figura femminile al suo fianco.
Non gli interessa.
La mia fantasia mi aveva fatto vedere cose che lui in realtà, non pensa e non prova, mi sono illusa da sola.
Allora perché siamo qui? Perché è con me?

"Elide voglio essere chiaro con te, come lo sono in ogni cosa.
Quello che è successo dentro quello studio è stato inaspettato.
Sei stata tu a volermi sfidare...mi hai provocato..."

Accorcia ancora le distanze, adesso siamo occhi negli occhi e sento la libidine cominciare a scorrermi addosso, è vero sono stata io a provocarlo ma lui ha ceduto

Dissetami come pioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora