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Il pomeriggio vola via quando sono con mia madre e Stella, sono davvero il mio porto sicuro. Torno in macchina e mi avvio verso casa, ma ragazzi, Roma è un vero casino! A qualsiasi ora del giorno c'è traffico e trovare un posto dove parcheggiare sembra fantascienza. Guidare a Roma è una sfida, sembra una giungla, dove il clacson è il re. Ai semafori non si può perdere tempo! Appena il verde si accende, devi partire al volo, altrimenti tutti iniziano a suonare e ti fanno saltare in aria le orecchie. A Roma tutti sembrano sempre di fretta, me compresa. Guidare qui è come una prova di resistenza, riuscire a non insultare almeno diecipersone in una giornata è un vero successo! Arrivo a casa, e l'orologio segna già le 17.45. Fra mezz'ora devo uscire, ma domani ho intenzione di staccare completamente: telefono spento fino alle 15.00.
"Sei pronta per stasera?" mi scrive Linda. Teoricamente dovrei essere la loro direttrice, ma come ho spiegato, sono una direttrice un po' fuori dagli schemi. Tutti sanno che se c'è da lavorare, lavoriamo tutti insieme e intensamente, ma se c'è da festeggiare, beh, non c'è festa senza di me. Mando un audio mentre prendo i vestiti dall'armadio.
"Cerchiamo di darci una regolata almeno fino a mezzanotte. Emilio tiene molto a questo evento. Dopo mezzanotte, invece, potremo festeggiare." Linda risponde prontamente, "Cosa festeggiamo?" Rispondo con una risata, "Non lo so, ma sicuramente troveremo un motivo." Poso il telefono e mi dirigo al bagno per fare la mia seconda doccia della giornata. Questa volta niente trecce, Emilio ha imposto le sue regole e non vuole che sembri una quindicenne. Indosso le calze, e mentre le tiro su, penso che dovrebbe esistere un girone dell'inferno apposito per chi le ha inventate. Cerco di essere delicata, visto che sembrano bucarsi al minimo sfioramento. Sarà colpa delle mie unghie, ma anche quando non le avevo, sembravano destinate a rompersi. Le odio, e sembra che loro odino me. Corro in bagno con Queen, che non fa altro che miagolare. Come ho già spiegato, i gatti richiedono cibo appena incrociano il tuo sguardo. Mi metto al trucco. Vorrei avere il tempo di vedere un tutorial di Clio Make Up, ma non ce l'ho. Mi concentro su base fondotinta, cipria e fard. Provo a fare il contouring, ma onestamente non ho mai capito bene quali parti del viso debba scurire, quindi alla fine sembro solo una ragazza abbronzata in modo strano. Decido di abbandonare l'idea del contouring e proseguo con l'eyeliner. È incredibile come appena finisco di applicarlo, i miei occhi inizino a lacrimare. Quando sono a casa, riesco a metterlo alla perfezione; ogni volta che devo uscire, invece, sembro un fiume in piena. Sarà l'ansia da prestazione, chi lo sa. Sventolo gli occhi con le mani per evitare il disastro. Infine, applico il lucidalabbra. Ho preso uno di quelli che dovrebbe dare un effetto volumizzante, ma non l'ho ancora aperto. Ne metto una quantità generosa e corro in cucina per bere qualcosa.Sono pronta.Mentre cerco di infilarmi le scarpe, comincio a sentire un fastidio sulle labbra. Il fastidio diventa progressivamente un bruciore lancinante.
Cavolo, questo lucidalabbra è insopportabile! Sembra che abbia mangiato tre peperoncini piccanti di fila.
Che diavolo ci mettono in queste cose!

Continuo a sventolare le labbra disperatamente. Ho passato più tempo sventolarmi che a truccarmi. Dopo qualche minuto, il fastidio svanisce, ma giuro che non userò mai più quel lucidalabbra. Verso nella ciotola di Queen alcuni croccantini e mi scuso con lei per essere stata assente praticamente tutto il giorno. Questo è il bello di avere un gatto; immagino che se avessi un cane, lo avrei trovato depresso e intento a cercare di impiccarsi dalla noia. Esco di casa, come sempre, di corsa. Fortunatamente, ho parcheggiato mezz'ora fa, quindi ricordo perfettamente dove. Percorro la via del mare, una delle strade peggiori di Roma. Non solo per il traffico, ma anche per la sua pericolosità intrinseca. È una strada a doppio senso sempre dritta, e le macchine sfrecciano tutto il giorno. Nonostante gli autovelox, ogni anno si verificano milioni di incidenti. Finalmente arrivo al lavoro, ma naturalmente sono l'ultima ad arrivare. Saluto i clienti che riconosco e mi dirigo verso la cassa. È una piccola stanza di circa dieci metri quadrati chiusa da vetri. Da un lato c'è il bancone del bar, dove serviamo i clienti mentre giocano, dall'altro ci sono i monitor delle slot e delle VLT.

"Ciao ragazzi," dico, appoggiando la borsa. Tutti mi salutano, e noto anche la presenza di Claudio della sicurezza. Di solito arriva verso le 21, ma quando c'è un evento speciale, lo chiamano prima. Posso solo immaginare quanto sia contento di questo.
"Wow, che gnocca!" esclama Flavia, che ha solo 19 anni ed è alla sua prima esperienza lavorativa.
"Anche voi non scherzate eh. Oggi Emilio dovrebbe darci un aumento. A proposito, dov'è?" chiedo mentre cerco di raccogliere i capelli in una coda alta.
"È là in fondo, sta parlando con il tizio della macchina," mi dice Davide, indicando l'ufficio. Già, la macchina. Da gennaio, ogni volta che un cliente vince, viene in cassa e gli diamo dei bigliettini numerati. Ne teniamo uno noi e uno loro. Abbiamo distribuito 10.000 biglietti e stasera li metteremo tutti in un'urna per un'estrazione. In palio c'è una macchina, una Fiat 500 nuova di zecca bianca. Ovviamente, i clienti hanno giocato senza sosta in questi tre mesi. Più biglietti portavano in cassa, più aumentavano le loro possibilità di vincere la macchina.Alla fine, il vincitore è come se l'avesse comprata con tutti i soldi che ha speso in questi mesi, ma è così che funzionano i giocatori. Hanno bisogno di una motivazione per non sentirsi in colpa, un po' come me.
"Tieni, prendi questo biglietto da visita del concessionario. Chissà, magari un giorno vorrai cambiare macchina," mi dice Linda. Spalanco gli occhi. Non posso crederci. Perché il destino deve accanirsi? Prendo il biglietto da visita, con un grande triangolo contenente una T.

La T di 3T Motors.

IL BATTITO DEL NOSTRO CUOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora