Dopo un'ora, ho già bevuto tre cocktail con Riccardo. Sarà l'alcool, forse, ma ora mi sembra molto più simpatico di come lo avevo etichettato. Nel frattempo, mi ha presentato altre persone, anche due ragazze molto carine con le quali almeno riesco a parlare. La musica sta prendendo il controllo del mio corpo, e sento che la voglia di iniziare a fare festa sta prendendo il sopravvento. Quindi, ballo. Ballo come faccio di solito, lasciandomi completamente travolgere dalla musica. Le ragazze ballano con me, e persino Riccardo si lascia trasportare. Thomas sembra finalmente accorgersi che esisto, e lo vedo che mentre parla con quella ragazza è impegnato a guardare ogni mio movimento. Continuo a bere da vari bicchieri che mi passano. Lui mi lancia occhiatacce, ma mi ha lasciato sola qui per un'ora come un'idiota, quindi ora si fa carico delle sue azioni. Riccardo si avvicina e inizia a ballare con me. Ora non mi dà fastidio, anzi, è anche un ottimo ballerino. Mi mette le mani sui fianchi e segue il mio ritmo a distanza molto ravvicinata. Vedo Thomas alzarsi da quel divano su cui ha fatto ormai le radici; Isa continua a parlare e non lo molla. Tuttavia, vedo che lui vuole venire qua, devo solo dargli la giusta spinta.
Mi giro verso Riccardo, lui mi spinge ancora più vicino e inizia a strusciarsi addosso a me. Le sue mani scivolano sulla mia schiena, ma solo per pochi secondi.
"Ma cosa stai facendo?" gli dice Thomas, togliendogli la mano.
"Ehi, amico... scusa... di solito posso farlo", dice lui balbettando.
"Oggi no!" esclama, prendendomi un braccio. "La hai lasciata sola qui, pensavo fosse come sempre, amico, scusa!" cerca di giustificarsi. "Dai, non fare così..." continua, andandogli vicino barcollando.
"Va bene, va bene, non preoccuparti", lo rassicura Thomas. Poi mi guarda.
"Ti sembra normale ballare in questo modo con un mio amico?" mi domanda nervoso.
"Ti sembra normale passare un'ora a flirtare con una tizia davanti ai miei occhi?" ribatto io, togliendo il braccio dalla sua presa.
"Ma chi stava flirtando? Parlo sempre con lei, la conosco da anni e..."
"E te la scopi da anni. Non sono stupida, non sono come tutte le altre che hai portato qui, vedo certe cose. Sei solo un coglione."
"Venere, smettila! Non sono abituato, ok?"
"A fare cosa? A portare rispetto a una donna?" lo incalzo io.
"Per me è la normalità! Non stavo facendo nulla, non ho pensato potesse darti fastidio, non dava fastidio a..."
"A chi, Thomas? A Serena? A Veronica? Mentre te facevi il cretino con quella, il barista mi ha offerto da bere, il tuo amico mi ballava con il fiato sul collo e dei ragazzi mi hanno palpato il sedere quando sono andata in bagno, perché si, Thomas, sono anche andata in bagno!" inizio a urlare, e lui mi porta in un posto più appartato per evitare gli sguardi indiscreti dei suoi amici.
"Ok, va bene! Hai ragione... scusami! Dove sono questi ragazzi?" Io scuoto la testa.
"Sei un idiota. Ti vergogni di me?" Gli domando. Lui sbarra gli occhi increduli.
"Venere, ma che cosa dici! Ti ho spiegato che non sono abituato... mi dispiace..."
"Me l'ha detto Riccardo che non sono come le altre, che sono diversa... ti vergogni perché qui sono tutte santarelline, figlie di papà con la puzza sotto al naso?" Adesso forse l'alcol parla per me, ma ne sono felice perché riesco a dire e chiedere quello che voglio davvero.
"Venere, smettila. Hai bevuto e stai delirando!"
"Ho bevuto perché tu non eri con me e perché ti vergogni a far vedere che stai con me."
"Ma come fai a pensare che mi vergogno di te... ma ti sei vista?" Dice, mettendomi una mano sul fianco.
"Io mi sono vista, tutti mi hanno vista qui, sei tu che guardi altrove..." tolgo di nuovo il braccio. "Mi fai fare queste scenate da quindicenne, mi fai stare sola un'ora a parlare con gente che neanche conosco, mi fai bere quando sai benissimo che non posso bere, che divento un'altra persona, che non riesco a regolarmi..." sembro una macchinetta con la voce registrata per quanto sto parlando veloce, "oltretutto mi ignori, non ti avvicini, parli con quella cretina fingendo che non sia presente!" Dico, indicando Isa ancora sul divano. Lui mi abbassa la mano per evitare che lei mi veda. "Devi tenerla buona per le tue evasioni?"
"Smettila, non me ne frega un cazzo di lei, non me ne frega un cazzo di nessuna..." mi riprende le braccia e mi avvicina.
"Se ti vede con me, capisce che deve andare affanculo e non sarà poi disponibile per qualche sveltina?" Ora sono quasi isterica. Mi giro verso un cameriere che sta portando un vassoio e prendo un bicchiere.
"Smettila di bere, diventi stupida quando bevi."
"Tu sei stupido anche senza bere!" ribatto sorseggiando. "Lo sai cosa c'è? Fa niente, tanto qui è pieno di gente che vorrebbe attaccarmi contro un muro, ci metto un attimo a..." ma non mi fa finire. Mi sbatte prepotentemente contro la parete, mi prende il viso tra le mani e inizia a baciarmi.
"Riesci a stare zitta?" Dice, leccandomi la bocca. Io ricambio.
"Sono ancora arrabbiata..." lui mi lecca di nuovo la bocca. Alcune persone ci guardano, in realtà, ci guardano tutti. Lui mi sorride, e spunta quella maledetta fossetta odiosa che lo rende talmente bello, più di quanto già lo sia.
"Vieni con me, e smettila di fare la bambina gelosa!" Mi prende per mano, e andiamo verso il divano. Riccardo ci guarda un po' ubriaco, un po' basito. Isa ci vede tornare. Lui si siede dove stava, lei non fa cenno di spostarsi per farmi sedere, non la considero e mi siedo sulle gambe di Thomas. Lui mi mette una mano sul sedere e l'altra sulla coscia.
Ecco, lo vedi brutta cretina?È mio.
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IL BATTITO DEL NOSTRO CUORE
ChickLitVenere, giovane studentessa universitaria a Roma, nasconde dietro la sua vita apparentemente perfetta una lotta segreta contro la dipendenza da cocaina. Un giorno, il suo cuore, ferito da un ex particolarmente aggressivo, si scontra con quello di Th...