Sapevo che il vestito elegante mi sarebbe servito. Sono indecisa sui tacchi, ma alla fine opto per quelli invece delle ciabatte da mare. Onestamente, per il 'locale di un mio amico', le ciabatte non sembrano adatte. Trascorriamo circa un'ora in mare prima di raggiungere l'Isola d'Elba. Sono stata lì da bambina con i miei genitori, ma non ricordo molto, e all'epoca non ero interessata ai locali. Thomas mi dice che il suo amico ci aspetta tra mezz'ora, così passo il tempo a prepararmi.
Lascio i capelli sciolti e li arriccio leggermente con l'arricciacapelli. Il vestito è corto e completamente scoperto sulla schiena, con dettagli argentati qua e là. È naturalmente nero. La scollatura non è eccessiva. A rifletterci, avrei potuto scegliere qualcosa che coprisse un po' di più i miei tatuaggi, ma va bene lo stesso. Per il trucco, do il massimo, riuscendo finalmente a fare un buon contouring grazie a qualche tutorial che ho visto su YouTube durante il viaggio in mare. Applico eyeliner e ombretto nero sfumato e, infine, uso una matita labbra color carne con sopra un fissante che sembra impossibile da rimuovere, anche tra tre giorni.
Sono indecisa se indossare le scarpe subito. In parte perché le scarpe su uno yacht sembrano scomode e in parte perché ho paura di avere dolore ai piedi presto. Alla fine, decido di indossarle. Uscendo dal bagno, trovo Thomas ad aspettarmi sul divano del salottino.
"Wow... sei... incredibile, Venere. Rimaniamo qui!" Ok, lo prendo come un complimento.
"Non fare il cretino," gli rispondo.
"No, sono serio. Non puoi uscire così. Dovresti mettere la maglietta della Lazio," mi dice, indicando la camera da letto. Scelgo di ignorare il suo commento e prendo la borsa. Mentre cerco di scendere senza cadere, Thomas continua a fare vari commenti, alcuni dei quali carini, ammetto, e altri decisamente volgari, ma comunque riescono a farmi sorridere.
"Quando torneremo, strapperò quel vestito a morsi," conclude mentre stiamo per entrare nel locale. Si chiama "Club" e qualcos'altro, e c'è una lunga fila per entrare. Thomas va direttamente al buttafuori e fa una chiacchierata amichevole con lui prima che ci faccia passare avanti. Mi prende per mano, e entriamo. La musica è fortissima, e la gente balla ovunque. Alcuni bevono al bancone del bar, altri in pista. Thomas guarda in giro, probabilmente alla ricerca del suo amico, finché non lo trova e gli fa un cenno con la mano. Ci dirigiamo verso una scala che porta al piano superiore, dove ci sono divanetti su una grande terrazza. Mentre salgo i gradini, comincio già a sentire dolore ai piedi. So che arriverà il momento in cui toglierò le scarpe, ma spero che sia il più tardi possibile.
Qui sulla terrazza, la musica si sente meno, il che mi solleva il morale, poiché posso almeno provare a fare una conversazione. L'amico di Thomas ci raggiunge urlando "Thomas!" con entusiasmo. Thomas sorride, e si abbracciano.
"Venere, lui è Riccardo, Riccardo... Venere," Thomas ci presenta. Allungo la mano, e lui la bacia.
"Stavolta ti sei superato, amico mio," gli dice. Cerco di nascondere la mia faccia disgustata e rispondo con un secco "piacere mio."
Sui divanetti ci sono ragazze di ogni tipo ed etnia, tutte bellissime, con vestiti che a malapena coprono le parti intime. Sono già irritata, e non abbiamo nemmeno cominciato. Alcune ragazze guardano Thomas con lo stesso interesse che Queen riserva al suo scatolone di croccantini, e devo sforzarmi per non rovesciare le bottiglie viste sul tavolo sopra le loro teste. Thomas saluta chiunque ci passi davanti e mi presenta a tutti. Tiene la mia mano e non fa un passo senza di me. Sorride, ma è visibilmente agitato, e non capisco il motivo."Ciao, Thomas!" grida una voce femminile dietro di me. Una voce davvero fastidiosa. Mi giro, e una ragazza con lunghi capelli biondi e lisci si avvicina a noi. Indossa un vestito rosso e un paio di sandali alti almeno venti centimetri.
"Ciao, Isa!" esclama Thomas, baciandola sulla guancia. Lei si comporta come se non mi vedesse.
"Serena?" gli chiede, senza curarsi della mia presenza.
"Beh, non stiamo più insieme," gli dice, stringendomi la mano.
"Ah, certo, siamo in quel periodo dell'anno!" continua a ridere, ignorandomi. Tengo la mano di Thomas, sono al suo fianco, ma lei gli fa l'occhiolino. Guardo Thomas con uno sguardo minaccioso e gli dico che vado a prendere da bere. Devo bere. O bevo o quella ragazza rischia di farmi perdere la pazienza e potrei trascinarla giù per le scale. Thomas mi dice di aspettare, che farà portare qualcosa al tavolo, ma lo ignoro e scendo le scale. Ho bisogno di andare al bancone, proprio come tutti gli altri comuni mortali che non hanno affittato l'intera terrazza. Quando arrivo al bancone, il barista sta preparando vari cocktail, ma posa lo sguardo su di me.
"Dimmi" mi dice.
"Qualsiasi cosa, purché sia forte," rispondo cupa.
"Già ti hanno fatta arrabbiare?" mi chiede, sorridendo.
"È facile farmi arrabbiare, in realtà," rispondo. Mi rendo conto di aver lasciato la borsa in terrazza.
"Torno subito, ho dimenticato la borsa lassù," dico in modo affrettato.
"Non preoccuparti, questo lo offre la casa! Il prossimo me lo offri tu!" Anche lui fa l'occhiolino. Ma che è un motto? Un marchio di riconoscimento? Se non fai l'occhiolino, non puoi entrare in questo locale? Lo ringrazio nel modo più finto che conosco, in fondo ho solo bisogno che mi serva un cocktail. Risalgo le scale, e quando arrivo sto quasi per sputare nel bicchiere quello che sto bevendo, perché vedo Isa appollaiata su Thomas, il mio Thomas, con le gambe incrociate e la sua mano sulla sua coscia.
Perché non capisce che non dovrebbe stare lì con lei?
Ho iniziato la serata con tutti i buoni propositi, ma sembra stia facendo di tutto per farmi arrabbiare sul serio. Mi guarda da lontano e pare ricordarsi della mia esistenza solo a tratti."Insomma, sei la sua nuova fiamma?" mi giro e vedo Riccardo bere qualcosa con una cannuccia. Non è un brutto ragazzo, ma il suo modo viscido di rapportarsi mi dà fastidio. La sua nuova fiamma?
"In realtà, non so cosa siamo," dico, senza curarmi.
"Tutte rispondono così!" esclama lui, divertito. Continuo a guardare in direzione di Thomas, mi fa male lo stomaco.
"Questo posto è tuo?" gli chiedo bevendo. Cavolo, quel cocktail è davvero forte.
"Sì, prima apparteneva ai miei genitori e prima ancora ai miei nonni." Continuo a sorseggiare il cocktail come se fosse acqua frizzante. Lui si accorge e mi guarda perplesso.
"Sei diversa dalle altre..."
"Le altre chi?" sembra imbarazzato.
"Nel senso... le altre che ho visto con Thomas!" dice, consapevole di aver commesso una gaffe.
"Ne porta molte?" chiedo. Il mio sangue ribolle, e non so se sia l'effetto dell'alcol o il nervosismo per come sta procedendo la serata.
"Più o meno... mai la stessa, tranne Serena, ovviamente," si corregge. Annuisco.
"Perché sarei diversa?" ogni tanto, con la coda dell'occhio, vedo quell'arpia ancora appollaiata su di lui, a ridere come una cretina, indipendentemente da ciò che lui dice.
"A parte l'aspetto fisico... cioè, non intendevo che tu avessi qualcosa di strano, sei bella, molto bella, ma sei diversa. E poi, non stai lì a cercare disperatamente la sua attenzione come fanno tutte le altre ragazze di Thomas..." alzo un sopracciglio.
"Le ragazze di Thomas..." ripeto. Finisco il cocktail, e mi sento già diversa rispetto a quando sono arrivata.
"Ne vuoi un altro?" mi chiede Riccardo. Mi giro, e sembra che si preoccupi solo di chiacchierare beatamente con quella, quasi dimenticando della mia presenza.Forse dovrei ricordargli che esisto.

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IL BATTITO DEL NOSTRO CUORE
ChickLitVenere, giovane studentessa universitaria a Roma, nasconde dietro la sua vita apparentemente perfetta una lotta segreta contro la dipendenza da cocaina. Un giorno, il suo cuore, ferito da un ex particolarmente aggressivo, si scontra con quello di Th...