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Mi afferra il viso con entrambe le mani e mi bacia. Mi bacia così intensamente, così appassionatamente. Io passo le mie mani tra i suoi capelli e sento di nuovo il cuore che mi batte forte nel petto. Non so perché provochi questo effetto su di me. Non ho mai provato questa irresistibile voglia di avere qualcuno. Mentre ci baciamo, mi toglie la maglietta e mi slaccia il reggiseno. Inizia a baciarmi i capezzoli e ad accarezzarmi il seno. È meglio che Giusy si metta dei tappi alle orecchie, perché so che a breve non riuscirò più a trattenere i miei gemiti. Anche io sfilo la sua maglietta. Quei pettorali non smetteranno mai di stupirmi ogni volta che li vedo.

"Andiamo in camera?" Gli sussurro nell'orecchio. Lui mi prende a cavalcioni e mentre continua a baciarmi, mi porta sul letto. Mi allarga le braccia e me le blocca con le mani. Io chiudo gli occhi. Scende con la testa e mi sfila le mutande. Continua a baciarmi la pancia e poi torna a infilarmi la lingua in bocca.
"Perché hai chiamato me?" Mi domanda ansimando e poggiando la sua mano sul mio sedere.
Io sono di nuovo immersa nel piacere.
"Non sapevo chi chiamare." Rispondo con voce tremante. A lui non piace la risposta e me lo fa capire perché con la mano passa dal sedere al mio inguine. "No...risposta sbagliata." Mi accarezza e mi fissa mentre sono completamente assuefatta. Posa le dita e comincia a giocare.
"Perché hai chiamato me?" Mi richiede facendo entrare e uscire le sue dita. Io lo so perché, vorrei urlarlo ma le parole mi si strozzano in gola, riesco solo ad ansimare, a fare versi. "Dimmelo Venere, perché hai chiamato me?" Continua lui accelerando. Lo vedo che gli piace vedermi in queste condizioni. Provo a dire qualcosa ma non riesco. "Guarda che smetto." Mi minaccia e rallenta. Io faccio un grande respiro.
"Io...ho bisogno di te!" È l'unica frase che riesce ad uscire dalla mia bocca.
Lui aggiunge un dito. "Ridimmelo."
"Ho bisogno di te." Gli ripeto tra una pausa e l'altra per prendere fiato. Sto provando talmente tanto piacere che inizio a tremare.
"Aspetta." Mi dice lui togliendo la mano. "Abbiamo appena iniziato." Si alza dal letto, esce dalla camera e torna con le cinture degli accappatoi. Io lo guardo perplessa.
"Ti fidi di me?" Mi chiede. Il mio cuore batte talmente forte...annuisco. Mentre ricomincia a leccarmi il collo, prende le mie mani e le lega entrambe alla testiera del letto. Non so cosa mi aspetta ma vederlo lì, tra le mie gambe, mentre sono legata, è una delle cose più eccitanti che mi sia mai capitata. Sono immobile, non posso muovermi, non posso scappare. E mi rendo conto che questo è l'unico momento in cui voglio sentirmi impotente.
"Ti farò avere l'orgasmo più bello che tu abbia mai avuto." Scende con la testa e la mette tra le mie gambe. Inizia a leccarmi l'inguine e mentre lo fa si sfila le mutande. È più eccitato di me. Mi lecca dappertutto e la inizia a baciare. I suoi baci sono sempre prepotenti, non solo quelli in bocca. Mi allarga le gambe e aggiunge anche un dito. Non credo di aver mai provato qualcosa di simile. Continua così per qualche minuto, i minuti più intensi della mia vita. Non riesco a non gridare e non mi interessa se sveglio l'intero condominio. Sento i piedi irrigidirsi e lui capisce che sto per venire. Aumenta il ritmo e mi prende la mano come per essermi accanto mentre, come mi aveva preannunciato, sto provando l'orgasmo più bello della mia vita.

Ci metto qualche secondo a tornare alla realtà. Thomas mi fissa negli occhi e lo vedo colmo di desiderio. Mi ha fatto venire ancora più voglia di prima, se possibile. Voglio ricambiare il favore. Mi bacia in bocca e mi sfila le cinture. Io gli salto sopra e comincio a strusciarmi. Adesso è lui che chiude gli occhi. Lo voglio come non ho mai voluto nessuno. Non pensavo si potesse desiderare così tanto una persona. Scendo anche io sotto il suo ombelico e lo prendo in bocca. Lui fa dei versi ogni volta che muovo la mia faccia e più li fa più mi viene voglia di accelerare. A volte alzo lo sguardo per vederlo. La sua faccia è contratta e le sue smorfie di piacere mi fanno venire voglia di dargliene sempre di più. Ad un certo punto sento che non ce la fa più. Io vorrei continuare ma lui si toglie.
"Vieni qua!" E mi tira sopra di lui. "Voglio averti Venere!" Mi piazza le mani sul sedere. Io lo prendo e muovo la mano. Gliela faccio sentire, lo faccio entrare e uscire con la mano da dentro me.
"Quanto mi vuoi?" Gli chiedo. Lui ansima. Adesso è lui che non riesce a rispondere. Voglio che sia in difficoltà come lo ero io prima. "Quanto mi vuoi Thomas?" Continuo a chiedergli mentre sono sopra di lui. Vorrebbe parlare ma fatica.
"Troppo." Dice tra un verso e l'altro.
Adesso entrambi muoviamo le mani. E lo tiro verso di me. Voglio averlo dentro di me e lui se ne accorge. Si poggia e spinge come se dovesse spostare un mobile con il bacino.
"Sei solo mia Venere." Mi dice.
Entra e esce da dentro me. Non so se lo pensa, ma io lo voglio. Lo voglio solo per me, lo voglio solo mio. Voglio essere io a farlo venire, al mio ritmo. Ci giriamo e mi metto sopra. Non mi fermo, continuo a muovermi con talmente tanta foga. E ci baciamo, questa volta è diversa. Questa volta stiamo facendo l'amore, irruento, brusco, passionale, un po' come noi, ma facciamo l'amore.
"Non ti fermare che vengo." Dice.
Vengo anche io. Insieme a lui. Come sempre.

Mi rendo conto che non scappavo perché mi sentivo usata da lui, non scappavo perché era troppo diverso da me, scappavo perché sapevo che Thomas mi avrebbe fatta innamorare. Innamorare davvero.

IL BATTITO DEL NOSTRO CUOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora