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La mattina successiva alle 9.00, citofona l'amico di Thomas, incaricato di cambiare la serratura. Ci mette più o meno un'ora e mezza, ma alla fine la serratura è diversa e praticamente impenetrabile. Gianni mi dà quattro mazzi di chiavi, ognuno con tre chiavi per aprire e chiudere la porta. Direi che persino un ladro professionista avrebbe difficoltà a entrare. Dopo aver finito con Gianni, Thomas fa un'altra chiamata, e verso l'ora di pranzo arriva un altro suo amico, Roberto.
Dopo essersi presentato, Roberto tira fuori un dépliant e sfoglia le pagine davanti a me, esclamando: "Come vedi, con questo, nessuno può entrare senza che i carabinieri siano avvisati!" Thomas sta facendo installare un allarme con videosorveglianza. La cosa mi sembra un po' eccessiva, e cerco di farlo capire con uno sguardo titubante. Lui non sembra interessato ai miei sguardi e dice a Roberto di installare tutto immediatamente. Nel frattempo, che Roberto monta vari dispositivi su tutte le finestre, io mi avvicino a Thomas e cerco di parlargli.
"Non ti sembra un po' troppo?" gli chiedo.
"No, non è troppo. Ti fa stare tranquilla e mi fa stare tranquillo quando non siamo insieme," mi risponde, prendendo il mio viso tra le sue mani e baciandomi dolcemente le labbra.
Mentre Roberto finisce di riempire la casa di dispositivi e mi spiega come evitare che scatti l'allarme e arrivi la polizia senza motivo, rimaniamo soli. Mia madre mi chiama per sapere come va con il ragazzo che mi aveva fatto disperare qualche settimana fa davanti a loro, e io le dico solo che stiamo cercando di andare d'accordo. Thomas ride mentre ascolta la conversazione perché ha intuito che sto parlando di lui. Anche lui riceve chiamate di tanto in tanto, principalmente di lavoro, tranne una del padre che chiede che fine abbia fatto da ieri. Tra lui e il padre c'è sempre tensione.
Dopo aver sistemato la cucina e lavato i piatti, inizio a prepararmi per andare a lavoro e dico a Thomas che vado a farmi una doccia. L'acqua calda che scorre sul mio corpo è sempre molto piacevole, peccato che non ho mai più di dieci minuti a disposizione per godermela.
Neanche faccio in tempo ad entrare che vedo Thomas sbucare dalla porta del bagno.
"Non riesco a credere che tu sia tutta nuda lì sotto e io qui fuori," dice, slacciandosi i pantaloni. Cerco di dissuaderlo perché ho davvero fretta e perché la mia doccia è minuscola. "So essere molto rapido se voglio," ribatte lui, togliendosi anche la maglietta. So bene che qualsiasi cosa io possa dire per farlo desistere non avrà successo. Alla fine lo faccio entrare, e non solo nella doccia.

Aveva ragione quando ha detto che può essere molto rapido, ma nonostante tutto, riesce sempre a farmi provare picchi di piacere ai quali non ero mai arrivata prima di lui. Ha un modo parecchio deciso di fare l'amore. Quando usciamo dalla doccia, è costretto a rimettersi i vestiti che aveva indossato il giorno prima, mentre io indosso direttamente l'uniforme da lavoro per risparmiare tempo.
"Perché le tue colleghe indossano la gonna e tu invece i pantaloni?" mi chiede lui, incuriosito.
"Mi dà fastidio essere guardata da uomini pervertiti, con i pantaloni mi sento più protetta," spiego mentre infilo la camicia. Lui approva la mia risposta.
"Dovrei portare qualche cambio qui. Magari ogni tanto potremmo dormire insieme," dice sorridendo, poi prendo uno dei quattro mazzi di chiavi che mi ha dato e glielo dò.
"Tieni, alla fine la porta è tua," scherzo, riferendomi al fatto che non ho pagato nulla di tutto quello che è stato installato in casa oggi, compresa la nuova serratura.
Lui mi guarda sbalordito, ma vedo i suoi occhi brillare. "Sei sicura?" mi domanda, prendendo il mazzo.
"Mi fa sentire più sicura sapere che anche tu ne hai una."

Quando arriviamo a lavoro, mi accompagna fino alla porta d'ingresso per assicurarsi che non ci sia nessuno ad aspettarmi. Mi piace il suo modo di proteggermi. Mi piace lui, molto.
Mi circonda con le braccia intorno al collo. "Scrivimi quando esci e arrivi a casa. Io vado in ufficio che mi avranno dato per disperso."
"Va bene!" rispondo dandogli un bacio. Faccio per andare via, ma lui mi blocca prendendomi una mano. "Venere, voglio davvero provare a far funzionare questa storia tra noi. Quando dico 'davvero,' intendo solo io e te!" Aggrotto le sopracciglia, incerta di quale immagine Thomas abbia di me. Non vado a letto con duecento ragazzi a settimana; sono stata con cinque uomini in tutta la mia vita e tre di loro negli ultimi tre mesi. Devo ammettere, però, che questa sua insicurezza mi tranquillizza.

"Anch'io voglio farlo."
Lo bacio di nuovo ed entro in sala.

IL BATTITO DEL NOSTRO CUOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora