26.

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Siamo sdraiati sul molo, entrambi nudi. Attorcigliati l'uno all'altra a guardare le stelle.
"Quella è Orione. Mia madre me l'avrà mostrata miliardi di volte quando ero bambina." Dico indicando il cielo. Lui non guarda il cielo, né le stelle, sta guardando me.
"Perché non dormiamo insieme?"
"Hai detto che devi tornare sempre a casa." Gli ricordo.
"Non mi interessa. Dormi con me...ti prego." Io mi giro verso di lui. È bellissimo.
"Beh, considerando che non ho la macchina non ho molta scelta." Gli faccio. Lui sfoggia il suo miglior sorriso.
"Venere con le trecce..." e sospira.
"Che c'è?"
"Cosa mi hai fatto? Non è che sei tipo una strega?Oppure una sirena, di quelle che cantano e ipnotizzano gli uomini." Ok, sta vaneggiando ora. Scoppio a ridere e scuoto la testa.
"Non mi sembra di aver mai cantato. In realtà, non mi sembra di aver mai fatto qualcosa per piacerti."
"È proprio questo che mi preoccupa." E si fa serio. "Tu non hai fatto niente. Mi hai solo guardato." Mi accarezza dolcemente il viso. "Non so cosa mi prende, Venere. Non riesco a fare finta che non esisti, mi manchi cazzo, anche se non abbiamo mai condiviso niente, anche se non so nulla di te. Voglio viverti, voglio conoscerti, e non conoscerti solo sessualmente, cioè...anche, ma non solo!"
"Sei fidanzato, Thomas, sei fidanzato da una vita, ci vivi insieme..." ma perché deve essere tutto così complicato? Possibile che il primo ragazzo che mi piace davvero dopo la mia disastrosa storia debba essere proprio lui?
"Hai ragione. Ma ci sto lavorando!" Mi confessa.
"In che senso?"
"Domani, se non mi odierai per qualche assurdo motivo, te lo racconterò." Si mette seduto e raccoglie i suoi vestiti. "Andiamo a dormire." Io non ho voglia di riflettere sulle sue parole. Sono molto stanca e credo che la conversazione si possa effettivamente rimandare. Anche io raccolgo il mio vestito e le scarpe, e ci dirigiamo verso la villa. Il tizio del parcheggio ci sta aspettando davanti alla villa per aprire la porta. Thomas lo saluta e gli dice che ora può andare a dormire. Quando entriamo, ci sono tre signore intente a pulire. Domani mattina quando ci sveglieremo, la casa sarà pulita e in ordine. Sarebbe il sogno della mia vita, questo. Saluta anche loro e saliamo le scale. Oltrepassiamo due porte e poi entriamo in una sulla sinistra. La camera è gigantesca. C'è un enorme letto a baldacchino al centro con sotto uno di quei tappeti pelosi bianchi. Vicino alla finestra c'è una scrivania in legno e un divano. Il bagno è ovviamente in camera e dentro c'è una vasca idromassaggio enorme. Non smetto mai di rimanere a bocca aperta davanti a tutto il lusso e lo sfarzo che circonda la vita di Thomas. Vado a lavarmi i denti e mi faccio una doccia velocissima. Sono davvero distrutta e non vedo l'ora di buttarmi sotto le coperte. Non ho un pigiama e sono costretta a dormire nuda, visto che reggiseno e mutande sono fradici. Prendo il telefono e scrivo un messaggio di buonanotte sul gruppo famiglia.
"A chi scrivi a quest'ora?" Mi domanda Thomas mettendosi di fianco.
"A mia madre e mio padre." Rispondo riponendo il telefono sul comodino. Lui sembra tranquillizzarsi e posa la sua testa sulla mia spalla. Mi fa i grattini sul fianco e anche io gli accarezzo la schiena. È tanto che non dormo con un uomo, che non dormo così con un uomo. Così in pace, così rilassata.
"Buonanotte, Venere."
"Buonanotte."

IL BATTITO DEL NOSTRO CUOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora