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Le intenzioni c'erano, lo giuro. Le migliori intenzioni, davvero.
Sto ballando. Ballando come se fossi sola nella mia camera. Sono sopra un tavolino e sono scalza. Sapevo che sarebbe finita così, ma sono felice. Tancredi è davanti a me e balla anche lui, probabilmente ubriaco. Emilio e Davide mi prendono in giro da lontano, ma me ne frego, sono abituata. E poi c'è Thomas.
Il suo sguardo critico si posa su di me ad ogni movimento del mio bacino. È lì a fissarmi come un gufo, pronto a criticarmi a fine serata. Thomas non sembra proprio sapere divertirsi. Anche signori di ottant'anni si stanno scatenando, tranne lui. È lì, impalato davanti al tavolo del buffet con le braccia conserte. Ogni tanto lo guardo e gli faccio l'occhiolino. È l'unico momento in cui lo vedo sorridere. Dopo un'ora di ballo sfrenato, Davide mi fa segno che dobbiamo andare via. Sì, sono un po' alticcia, ma sono ancora in grado di intendere e volere. Scendo dal tavolo aiutata da Tancredi, che per poco non cade. Mi avvicino a Davide e Emilio e mi infilo di nuovo le scarpe, recuperando i dieci centimetri persi.
"Brava Venere, sono fiero di te," dice Emilio, sorridendo e abbracciandomi. Io lo bacio sulla guancia.
"La porto io a casa," esclama Thomas.

"Ma non è necessario, tanto è lungo il tragitto," continua Emilio.
"Non mi è un disturbo. Tranquillo," dice Thomas, sorridendo, anche se sembra un po' teso. Emilio e Davide mi guardano in cerca di approvazione. Alla fine, annuisco arrendendomi e li saluto. Emilio mi fa le solite raccomandazioni. Li vedo uscire dalla villa e, prendendo quello che sarà l'ultimo calice della serata, vado a salutare Igor e Tancredi.
"È stato davvero un piacere, Venere!" esclama quest'ultimo, barcollando e appoggiandosi a una colonna. Igor sembra scusarsi per l'atteggiamento del nipote, ma se solo sapesse quanto poco mi interessa. In realtà, lo trovo simpatico. Bisogna avere carattere per distinguersi in questo modo da tutta la sua famiglia. Usciamo e mi lego i capelli con un elastico che porto sempre con me.
"Vai a letto con Emilio?" Lo guardo, basita.

"Ma sei fuori di testa?" gli domando, strabuzzando gli occhi.
"Perché allora non voleva che ti accompagnassi?" mi incalza lui.
"Ma che ne so. Sarà che sei uno stronzo approfittatore," dico, camminando in giardino. Lui mi segue.
"Ma ti vuoi fermare, non sai neanche dove ho parcheggiato la macchina," mi fa notare. "Poi voglio farti vedere una cosa," provo ad opporre resistenza, ma alla fine mi convince. Mi prende per mano, e andiamo alla fine del giardino. Nascoste dietro un cespuglio, ci sono delle piccole scalette in legno che portano su una specie di dirupo. Mi tolgo le scarpe, altrimenti rischio di arrivare giù rotolando. Il silenzio avvolge tutto l'ambiente.
"Dove stiamo andando?" chiedo, cercando di fare attenzione a dove metto i piedi.
"È una sorpresa," mi tiene per un braccio, stavolta non perché sono ubriaca, ma per aiutarmi a non cadere durante la discesa.
"Non è che vuoi approfittarti di me?" Scendiamo per due o tre minuti e alla fine arriviamo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 25, 2024 ⏰

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