"Dimmi l'indirizzo di casa tua, che lo metto sul navigatore," esclama Thomas.
"Via Giovanni Aldini 77, è a Viale Marconi," rispondo. Lui annuisce. È freddo. Anch'io lo sono. Quando si creano queste situazioni imbarazzanti, l'unica cosa da fare è accendere la radio. La radio sa sempre come peggiorare questi momenti. E se sei depressa, un po' turbata, o magari tormentata, arriva Tiziano Ferro a mettere il dito nella piaga. Sembra che lo faccia apposta. Tiziano vede la mia vita, si diverte e scrive una canzone, non c'è altra spiegazione logica."Come quando io ti ho visto per la prima volta, tra milioni di occhi la vita si nascose, come fissare il sole in una notte, far sparire in un secondo tutti gli altri come niente..." ve l'ho detto che Tiziano lo sa. Lui rappresenta la colonna sonora della mia vita. Thomas mi prende la mano. "Istantanee di secondi lunghi quanto un anno bisestile, quando appoggi la tua testa su di me, il dolore tace... incanto, incanto, semplicemente incanto!" Già, dev'essere per forza un incantesimo.
Passiamo tutto il viaggio mano nella mano. Continuo a sentire il mio cuore pulsare. Stasera ho rischiato davvero un infarto. Arriviamo sotto casa e, come sempre, impieghiamo almeno un quarto d'ora a cercare parcheggio. È la cosa che odio di più. Quando torni a quest'ora a Viale Marconi, puoi solo sperare in qualche amante che scappa via, altrimenti ti fai il segno della croce e inizi a pregare. C'è sempre l'alternativa di prendere una multa e parcheggiare sulle strisce pedonali con la promessa che il giorno dopo andrai a spostare la macchina, cosa che puntualmente non accade.
"Tu torni da sola qui tutte le notti?" Mi chiede Thomas, spegnendo la macchina con aria quasi preoccupata.
"Non proprio tutte le notti, ma tre volte la settimana," sorrido nervosa.
"E tu, come torni a casa? Devi chiamare un taxi?" Gli domando.
"Ho mandato un messaggio al mio autista." Quindi quel Maurizio è davvero il suo autista. Annuisco pensando a quanto deve essere comodo avere un autista sempre pronto a venirti a prendere in qualsiasi posto a qualsiasi ora, e specialmente a quanti soldi ci vogliono per averlo. Mi abbasso per prendere la borsa posata ai miei piedi. Mentre cerco di afferrarla, tocco qualcosa. Prendo il telefono per farmi luce, magari qualcosa è scivolato dalle mie tasche e non posso rischiare che rimanga in macchina, soprattutto se si tratta del pacchetto di sigarette. Accendo la torcia e mi rendo conto che non è affatto un pacchetto di sigarette. Prendo con due dita quell'oggetto disgustoso, che sembra essere un perizoma, o almeno ciò che ne resta, volgare come pochi ne ho visti in giro."Ma che cazzo è questa roba?" Mi giro furiosa verso Thomas. Lui spalanca gli occhi e cerca di dire qualcosa... glielo lancio addosso. "Ti sei scopato una nella mia macchina?" Sono sconcertata. Non riesco a crederci. Che problemi hanno gli uomini? Mi pervade una rabbia incredibile, e l'idea di vomitare mi assale.
"Posso spiegarti, Venere..." stavolta sono io a non dargli il tempo di parlare.
"Spiegarmi? Cosa c'è da spiegare? Ti ho prestato la macchina perché mi hai detto che dovevi andare chissà dove, e tu invece la usi per farti una sveltina? Ma cosa ti passa per la testa?" Prendo rapidamente la mia borsa, tolgo le chiavi dalla macchina e scendo. Anche Thomas esce e sbatte la portiera. Chiudo rapidamente la macchina, attivo l'allarme e mi dirigo a piedi verso casa. Lui cerca di seguirmi.
"Puoi aspettare un attimo?" Chiede, seguendomi.
"Non aspetto proprio nulla. Vattene a casa!" Urlo.
"Ma mi dici che problemi hai? Ti conosco da mezz'ora praticamente!" Mi urla lui. Non ci posso credere. Adesso dovrei essere io quella sbagliata? Adesso cerca di farmi sentire in colpa perché ho immaginato chissà cosa? Mi fermo bruscamente e lo guardo dritto negli occhi.
"Vaffanculo, Thomas!" E me ne vado.Apro il portone di casa, entro e lo chiudo sbattendo. Non riesco a credere a quanto accaduto.
Ecco perché il mio cervello ha cercato in tutti i modi di dissuadermi, ecco il senso di nausea, non era dovuto all'amaro del capo. Apro la porta di casa e mi stendo sul divano. Queen viene subito in mio soccorso. Lei sa quando qualcosa non va. Forse riesce a sentire il mio cambio di odore quando sono nervosa o triste. Sale sul divano e si accoccola sulle mie gambe. Vorrei piangere. Piangere per chi? Ma chi lo conosce? Quanto sono stupida! Stringo forte il cuscino e chiudo gli occhi. Nella mia mente, la canzone di Tiziano Ferro continua a suonare.
Fanculo anche lui. Fanculo tutti.
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IL BATTITO DEL NOSTRO CUORE
ChickLitVenere, giovane studentessa universitaria a Roma, nasconde dietro la sua vita apparentemente perfetta una lotta segreta contro la dipendenza da cocaina. Un giorno, il suo cuore, ferito da un ex particolarmente aggressivo, si scontra con quello di Th...