30

13 1 0
                                    

"Ma dove stiamo andando?" chiedo. Già con le strade non sono proprio brava, e ora sembra che non riconosca nulla intorno a me.
"Siamo a Montecompatri!" esclama Thomas, entusiasta.
"Monte cosa?" La mia faccia esprime perplessità.
"Sei mai stata da qualche parte che non sia Ostia o Viale Marconi?" mi prende in giro.
"Sì, sono stata in molti posti, ma questo mi manca decisamente." Gli faccio un cenno con il gomito e lo imito.
Guardo fuori dal finestrino della macchina e vedo solo montagne e alberi. Mi sta forse portando in qualche cottage di lusso a raccogliere funghi? Santo cielo, solo il pensiero mi fa venire mal di stomaco. In realtà, sono queste maledette curve a farmi sentire male. Chiedo a Maurizio di rallentare, potrei vomitare da un momento all'altro.
"Vedi? Te l'ho detto che sei una ragazza sensibile." Mi tengo la pancia con le mani, anche se so che non serve a nulla. È un gesto spontaneo.
Continuiamo a percorrere curve per alcuni minuti e, con mio grande sollievo, finalmente arriviamo in una strada dritta. Abbasso il finestrino per prendere un po' di aria. Thomas sembra divertito dal mio disagio, e la cosa mi innervosisce.
"Bevi fiumi di alcool e ti viene il mal di stomaco dopo due curve! Quanto sei strana..."
"Non sono state solo due curve... saranno passati almeno trenta minuti!"
"In realtà, sono stati solo cinque minuti!" interviene Maurizio.
Ah, ma allora parla!
Io sbuffo e scuoto la testa. Comunque, cinque minuti di curve non sono pochi.
"Se stiamo andando a raccogliere funghi o margherite, ti dico subito che hai sbagliato ragazza!"
"Ti pare che ti porto a raccogliere funghi?" Scoppia a ridere. Anche io rido, perché a parte i funghetti allucinogeni di Amsterdam, non ho molte conoscenze in materia.
"A prescindere dai funghi, non ho cambiato idea..." dico abbassando la voce per non farmi sentire da Maurizio.
"Che palle, Venere. Non sono io quello pesante? Stai prendendo il mio posto..."
"Non vorrei che pensassi..."
"Io non penso niente, e dovresti smetterla di pensare anche tu! Possiamo goderci una giornata tranquilla?" Mi interrompe prendendomi la mano.
"Arrivati!" annuncia Maurizio spegnendo la macchina. Ma Maurizio porta Thomas in giro con tutte le sue donne e poi riesce a guardare Serena negli occhi come se niente fosse? Gli uomini sono proprio stronzi.
Scendo dalla macchina e mi guardo intorno. Siamo su una montagna, credo, o forse è più una collina che una montagna. C'è un grande spiazzale con un elicottero. La cosa già inizia a piacermi di più. Non sono mai salita su un elicottero, anche se ho sempre desiderato farlo.
Davanti all'elicottero c'è un signore che ci sta aspettando, indossa delle cuffie alle orecchie. Dentro l'elicottero ci sono due ragazzi seduti, entrambi con uno zaino davanti a loro. Ho già visto questo tipo di zaino, ma non ricordo dove.

"Ma cosa dobbiamo fare?" continuo a chiedere. Thomas mi prende per mano e mi porta davanti al signore.
"Salve, signor Rinaldi! Quando volete, siamo pronti!" dice sorridente. L'elicottero è nero, ovviamente!
"Sei pronta?"
"Se mi dicessi per cosa devo essere pronta, magari..."
"Io faccio il bagno nuda, ballo sotto la pioggia, mi butto da ponti alti metri e metri..." ancora non capisco.
"Io vivo, non sopravvivo! Cerco qualcosa che mi faccia vibrare l'anima..." ok, ora ricordo. Sono le mie parole. Era un discorso bellissimo, se non l'avessi fatto io penserei quasi che sia qualche citazione di un film.
"Te le sei tatuate?" lo canzono.
"Visto che ti butti dai ponti e cerchi qualcosa che ti faccia vibrare l'anima, oggi saltiamo con il paracadute!" Io spalanco gli occhi.
"Ma che dici?" Non ci credo. Lanciarmi con il paracadute è sempre stato uno dei miei desideri più grandi. Sono anni che cerco qualcuno che venga a farlo con me, ma nessuno mi ha mai assecondato.
Ho già l'adrenalina a mille, la sento che preme nel mio corpo. Lui mi sorride. Non posso crederci che mi butterò con un paracadute. Gli salto al collo, è un gesto spontaneo! Lui mi prende a cavalcioni e mi bacia. Un bacio direi che se lo merita, anche solo per aver ricordato la mia frase. Salto anche al collo di Maurizio, che resta con le braccia distese, e io mi ritrovo appesa.

Altro che funghi, mi sto lanciando, cavolo.

IL BATTITO DEL NOSTRO CUOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora