57.

9 0 0
                                    




Thomas non vuole dirmi dove andiamo. So solo che non sarà un posto freddo, quindi metto nella valigia costumi e abiti leggeri. Aggiungo un paio di tacchi, giusto nel caso mi servissero, e un vestito elegante. Il resto è composto da pantaloncini, gonne corte, t-shirt e canottiere. Cerco di fare mente locale. Fare la valigia è una delle cose che odio di più al mondo. Di solito, il giorno prima, stilo una lista di tutte le cose indispensabili, il caricabatterie, lo spazzolino e il filo interdentale, le creme viso, ognuno ha le sue priorità, dopotutto. Non avere la lista mi mette ansia, ma cerco di superarla. Dopo un'ora, Thomas mi sorride mentre corro per casa a sistemare. Devo avvisare Giusy, così potrà dar da mangiare a Queen in mia assenza, e devo darle anche un mazzo di chiavi nuovo. Lo faccio immediatamente per paura di scordarmene. Mando un messaggio a Lucrezia, e lei risponde che è felicissima per me. Scrivo anche a Linda, che non mi risponde subito ma lo farà.
"Ok, sono pronta!" Dico, un po' affannata.
"Sei rapida, devo dire!" Thomas si prende gioco di me. "Chiamo Maurizio allora."
Mettiamo le valigie davanti alla porta e prendo Queen in braccio per accarezzarla. Mi sento un po' in colpa a lasciarla sola per cinque giorni, ma so che Giusy è bravissima con lei, e Queen la adora.
Mentre stiamo per uscire, il mio telefono squilla. Lo prendo dalla tasca e leggo che è Simone. Il mio sguardo fa capire a Thomas che qualcosa non va. Anche lui vede il nome sul display e mi dice di rispondere. Vorrei evitare sinceramente, ma forse gli è successo qualcosa, forse ha bisogno di aiuto.

"Pronto."
"Hai cambiato la serratura a casa nostra?" Simone non ha bisogno di aiuto, non ha bisogno di niente. Deve solo farmi innervosire come al solito.
"Non è casa nostra, te l'ho già spiegato. È casa mia. E sì, ho cambiato la serratura!" Rispondo in modo autorevole. Avere Thomas vicino mi dà forza.
"Vorrà dire che la prossima volta butto giù direttamente la porta." Simone esclama.
"Va bene, ok, devo andare." Sto per chiudere, ma lui inizia ad urlare. Urla qualsiasi tipo di insulto gli venga in mente, mi minaccia, mi aggredisce verbalmente come ha sempre fatto. Ormai non mi scuoto più, sono abituata, le sue parole non mi fanno più né caldo né freddo. Tengo il telefono lontano dalle orecchie per evitare che mi perfori un timpano con le sue grida. Thomas è sconvolto dalla sua rabbia. Mi prende il telefono dalle mani.
"Hai finito?" Simone tace. Ora peggiorerà solo le cose.
"Chi cazzo sei? Ripassami Venere!"
"Non devi più chiamarla. Non devi più cercarla. Devi dimenticare che esiste su questa terra!" Thomas esclama in modo minaccioso. "Te lo giuro, se non smetti di perseguitarla, di insultarla, di minacciarla, ti farò sparire." Simone scoppia a ridere.
"Io ti giuro che appena la rivedo, le farò passare la voglia di farsi toccare da uno sfigato come te, basterà ricordarle come la facevo urlare!" Thomas spalanca gli occhi e scaraventa il mio cellulare contro il muro.
È in mille pezzi.

IL BATTITO DEL NOSTRO CUOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora