Diamond 2

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Sono convinto che anche nell'ultimo istante della nostra vita abbiamo la possibilità di cambiare il nostro destino.
Giacomo Leopardi


Scesi dall'auto, seguita da Brayan, e mi avvicinai all'unico vero uomo della mia vita.

L'unico che non ha mai avuto bisogno di ingannare o manipolare. L'uomo che mi salvò undici anni fa, donandomi una nuova vita, che ha creduto in me e ha offerto alla bambina che ero la possibilità di rinascere, di ignorare il mostro della mia infanzia e di provare ad andare avanti.

Mi diressi verso la tomba di papà, il mio salvatore, Ryan Knight.

Osservai la tomba per un attimo prima di avvicinarmi a passi lenti e misurati, percependo l'ansia crescere dentro di me. Mi sedetti sul bordo, appoggiando il mazzo di rose che avevo portato e chiudendo gli occhi.

Nell'ultimo mese visitai spesso papà, ma non trovai mai il coraggio di avvicinarmi o parlargli. Lo osservavo da lontano e poi me ne andavo. Non ci riuscivo. Cosa gli avrei detto? Che ho lasciato Eros in Brasile, pur sapendo di star infrangendo la mia promessa?

So di averlo deluso. Ma anche Eros non si è rivelato essere l'uomo che speravo che fosse.

Infatti, quando chiesi chi continuasse a portare delle rose a Ryan, mi dissero che ogni giorno un uomo veniva, puliva la tomba, lasciava delle rose e se ne andava, eseguendo gli ordini del suo capo, il König.

Emilien non riuscì a mantenere nemmeno questa promessa. Aveva detto che l'avremmo visitato insieme, che mi avrebbe accompagnata in Germania e che avremmo lasciato le rose sulla tomba insieme.

Mentiva.
Ha sempre mentito.
Su tutto.

Non mi ha mai detto la verità.
Due anni di continue bugie.

Accarezzai la terra sulla tomba e ne strinsi un po' tra le dita. <Eccomi, papà.> sussurrai, cercando di controllare le emozioni.

Inspirai profondamente e alzai gli occhi al cielo, cercando di trattenere le lacrime. <Perdonami...> pronunciai con un filo di voce, asciugando le lacrime e accarezzando la sua lapide. <Ho fallito.>

Deglutii a vuoto e mi alzai, poi mi sedetti a terra, appoggiando la schiena contro la tomba, evitando di guardare il suo nome inciso sulla lapide.

Con la vista sfocata dalle lacrime, abbassai lo sguardo e inspirai profondamente per trovare coraggio. <Non ci sono riuscita.> sussurrai. <Non ci sono riuscita...> ripetei, più a me stessa che a papà.

<Ho trascorso due anni a cercare Eros Knight per mantenere la mia promessa, e alla fine ho scoperto che era sempre stato vicino a me.> strinsi i pugni con forza, sentendo il peso di quell'inganno gravare sul mio petto, privandomi del respiro.

<Mi ha mentito. Tuo nipote mi ha mentito. L'uomo per cui ho lasciato la mia vita e ho cambiato paese, mi ha fatto vivere in una bugia per due lunghi anni.> dissi con rabbia. <Mi sento presa in giro, mi ha trattato come una ragazzina ingenua e io gli ho creduto.> abbassai lo sguardo e strinsi gli occhi con forza. <Gli ho creduto, papà. Ho creduto a ogni sua parola. Ero arrivata al punto da non riuscire a stare nemmeno un giorno senza sentirlo vicino. Sono persino andata in Inghilterra solo per stare con lui.>

Strinsi una delle rose cadute a terra accanto a me e la osservai con attenzione. <Mi chiamava la sua "little red rose"... Mentiva. Ogni giorno mi guardava negli occhi, consapevole delle sue menzogne, e continuava. Non gli è mai importato nulla di me; è solo un uomo egoista, pieno di sé.> dichiarai, strappando tutti i petali e gettandoli a terra, continuando a fissarli.

The Promise 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora