The Promise 3

Eros 21

Piacere per dolore.
Morte per morte.
Eros Knight

Le aziende sono fallite.
L'impero dei Knight è ormai destinato a non risorgere mai più.

Ogni proprietà che mi è stata intestata tramite il testamento di Ryan Knight è stata venduta. L'unico patrimonio dei Knight rimasto è la villa di Diamond, di cui sarà solo lei a decidere il futuro.

La metà di ogni ricavo e somma presente nei conti di Ryan è stata devoluta in beneficenza, mentre l'altra metà è stata dedicata a uno dei progetti più importanti che il destino mi abbia permesso di realizzare: un nuovo orfanotrofio.

Tutti i bambini e i dipendenti che un tempo animavano la struttura in cui è cresciuta la mia piccola Helianthus si sono ora trasferiti in uno degli orfanotrofi meglio organizzati di tutta la Germania.

Ricco di giochi, aree di intrattenimento, aule studio, spazi per le lezioni e per coltivare i loro hobby, tutto quello di cui i bambini possano avere bisogno. La struttura è inoltre dotata di un avanzato sistema di sicurezza, pensato per prevenire ogni forma di bullismo o abuso. Ogni bambino sarà al sicuro, protetto da qualsiasi minaccia.

Non permetterò che subiscano lo stesso che è accaduto a Diamond, né che un altro ribelle, come lo sono stato io, renda impossibile la vita di qualche innocente.

Cresceranno circondati da ogni comfort, com'è giusto che sia.

La vita li ha privati di una famiglia, e io mi assicurerò che ognuno di loro possa costruirsi un futuro così solido da permettergli un giorno di crearne una propria, se lo desidererà.

Per quanto riguarda questo vecchio inferno, ha accolto i corpi di cinque dannati.

Black Knight, quell'essere, legato e con il volto segnato dalla sofferenza, sicuramente indebolito dal veleno che Soler ha continuato a somministrargli per tutto questo periodo.

Xavier Knight, quel bambino, con le corde allentate appena quanto basta e un odio profondo che gli brucia negli occhi.

Infine, tre uomini disposti fianco a fianco, legati stretti, con la paura evidente nei loro sguardi. Tutti tranne uno, che mi fissava con indifferenza.

Tutti e cinque erano immobilizzati sulle sedie, con un panno sulla bocca ma senza bende sugli occhi, desideroso di assaporare ogni minima espressione sui loro volti prima di assistere alle loro anime che abbandonano il loro corpo.

<Porta qui Diamond.> ordinai a Roman, che immediatamente eseguì, conducendo Diamond nel seminterrato dell'orfanotrofio.

Nello stesso luogo in cui quel bastardo ha osato sfruttare e massacrare il corpo e l'anima di una bambina per il suo vile piacere.

Nello stesso luogo in cui tratteneva le urla, in cui piangeva per il dolore e le sue lacrime cadevano a terra incessantemente mentre quelle sporche mani tracciavano il suo corpo innocente.

Nello stesso luogo in cui quel mostro ha osato appropriarsi della vita di una bambina con il solo desiderio di correre felice nei prati e raccogliere le margherite.

Qui, dove la bambina ha trovato la morte e la Donna ha deciso di lottare per la sua esistenza.

Mi voltai appena udii dei passi dietro di me. La raggiunsi, immobile sulla soglia e con lo sguardo fisso su uno degli uomini presenti nella stanza.

Seguii il suo sguardo, incrociando quello di un uomo sulla sessantina. I suoi occhi neri incorniciavano il viso parzialmente nascosto da una folta barba, mentre una camicia sporca e ingiallita metteva in risalto la sua pancia leggermente gonfia. La parte anteriore della testa era pelata mentre l'altra era coperta da una manciata di capelli grigi. La cintura in cuoio, smussata, sorreggeva dei pantaloni intrisi di terra, mentre le sue scarpe grigie erano segnate da graffi e buchi.