Preferirei dover rimettermi a curare le mie ferite piuttosto che sentir raccontare come le ho ricevute.
William Shakespeare<Diamond! Diamond, dove sei?>
Corsi dietro un enorme pianoforte e mi nascosi.
Misi la manina sulla bocca, cercando di non far sentire il mio respiro.
<Andiamo, piccolina, esci. È l'ora di pranzo...> affermò, ancora alla mia ricerca.
<Diiiaaaammooonnnddd> prolungò lentamente, avvicinandosi alla sala in cui mi trovavo.
Strinsi le ginocchia al petto, sentendo il cuore battere forte a ogni suo passo.
Trattenni il respiro e strinsi gli occhi mentre l'ansia cresceva dentro di me.
Un passo.
Due passi.
Tre passi.Il suono dei suoi passi mi raggiunse come il ticchettio di un orologio, lentamente, scandendo la mia fine.
Sei passi.
Sette passi.Strinsi ancora di più le gambe al petto, sperando con tutta me stessa che non riuscisse a trovarmi. Poi, il silenzio mi circondò.
Aprii lentamente gli occhi, guardando intorno a me.
<Trovata!> urlò, e io non riuscii a trattenere un grido.
Mi alzai rapidamente, posizionandomi davanti con il cuore che sembrava voler uscire dal petto.
<Trovata, piccola mia.> affermò con un sorriso, abbassandosi alla mia altezza prima di stringere le mie mani.
Ricambiai il sorriso, cercando di calmarmi.
<Posso averla lo stesso la fetta di torta?> chiesi quasi sussurrando.
Il gioco era semplice: io mi dovevo nascondere e, se lei non mi avesse trovata, avrei potuto mangiare una fetta di torta al cioccolato.
La sorvegliante dell'orfanotrofio lasciò le mie mani e accarezzò le mie guance. <Solo per questa volta.> disse, sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio prima di alzare l'indice nella mia direzione.
Abbassai lo sguardo, notando come la sua collana brillava alla luce del sole.
<Solo per questa volta.> risposi felice, intrecciando il mio dito indice con il suo.
Inspirai profondamente, stringendo la collana a forma di rosa argentata che portavo ancora al collo.
Abbassai la testa e la guardai.
L'unica figura materna che abbia mai avuto, l'unica che realmente si preoccupava per me.
Non mi ha mai fatta sentire un peso, non mi ha mai disprezzata o considerata una semplice orfanella. Lei mi sosteneva, mi aiutava e cercava di non farmi mancare mai nulla. È stata lei a trovarmi davanti alla porta dell'orfanotrofio e a portarmi dentro, crescendomi come se fossi davvero sua figlia.
Se ho ricordi felici legati all'orfanotrofio, lo devo esclusivamente a lei.
<Ho deciso.> affermò Brayan, guardando un punto imprecisato alle mie spalle, con la tazza di latte caldo stretta in mano e il mignolo sollevato.
Lasciai la collana e scossi la testa, cercando di concentrarmi e di capire cosa stesse dicendo. <Cos'hai deciso?> domandai, trattenendo le risate appena notai il mignolo. Bevvi un sorso di spremuta di arancia, senza distogliere lo sguardo divertito da lui.
![](https://img.wattpad.com/cover/368537849-288-k68019.jpg)
STAI LEGGENDO
The Promise 3
RomansaVolume 3 (sequel The Promise 2) "Maybe the heart doesn't know how to unlove." Diamond One scopre che l'uomo che ama l'ha fatta vivere per due interi anni in un'enorme bugia, così decide di allontanarsi da tutto, lasciandolo e ricominciando da capo. ...