Eros 14 (parte 2)

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<Emi.> udii una voce familiare alle mie spalle e mi voltai. <L'abbiamo trovata.> affermò il biondino, invitandomi a seguirlo.

<Da questa parte.> aggiunse Roman, indicando la strada con un gesto.

La folla intorno a noi cominciò a spingere, cercando di avvicinarsi alla stanza da cui ero appena uscito.

<König!> esclamò Roman.

Gli feci cenno di aspettare un attimo, avanzando verso la folla.

<QUESTO È L'ALPHA, QUESTA È LA FIGLIA DI PETER. ABBIAMO PERSO I CARICHI, ABBIAMO PERSO I NOSTRI SOLDI E LEI NON HA FATTO NULLA PER AIUTARCI!> urlò uno di loro, in piedi su un tavolo.

<Chi ha vinto il duello è il König, è lui il nostro vero Alpha.> intervenne qualcuno nella folla.

<Lo sarebbe stato se non avesse ceduto il titolo a lei. Lo sarebbe stato se non ci avesse abbandonato.> rispose un altro.

<NO. IL KÖNIG NON SARÀ MAI IL NOSTRO ALPHA. IL KÖNIG È NOSTRO NEMICO E SEMPRE LO SARÀ.> ribatté il primo.

<La fazione lo è, non il König. Eros Knight non ha mai ucciso la figlia di Peter e questo lo abbiamo visto tutti. Non abbiamo motivo per odiarlo.> dichiarò un terzo, cercando di calmare i suoi compagni.

<MA HA UCCISO MOLTI DEI NOSTRI! I CUORI DEI NOSTRI COMPAGNI SONO STATI STRAPPATI E MESSI IN UNO SCRIGNO!> gridò il primo, ancora in piedi sul tavolo, cercando di infiammare la folla.

<E noi i suoi. Questa è la guerra.> rispose un altro con freddezza.

Mi sentii tirare da un braccio e mi voltai. <Emi, dobbiamo andare. Sta cercando di lasciare il locale.> affermò Brayan, tirandomi nella sua direzione.

Le urla e le frasi sconnesse alle mie spalle si fecero più forti. I nomi miei, di Victoria, e persino di Peter vennero affermati in sequenza. Ignorai tutto, sciolsi la presa di Brayan e lo seguii fino al corridoio principale, dove trovammo Roman.

<König, sta uscendo, è nel corridoio.> dichiarò il Phala, indicando l'uscita della lavastoviglie.

Sospirai, voltandomi verso Brayan. <È ancora dentro. Seguila e riportala qui.> ordinai, facendo cenno a Roman di seguirmi.

<Cosa?! Io?!> esclamò il biondino.

Mi voltai verso di lui, fulminandolo con lo sguardo.

<Okay...> sbuffò, preparandosi a eseguire il mio ordine.

<Lo aspetterai qui.> dissi a Roman, notando la faccia esitante di Brayan. <Poi mi raggiungerete nella sala rossa.> conclusi.

<La sala rossa?> ripeté incredulo.

Annuii senza aggiungere altro e mi avviai verso la settima sala, la sala rossa.
Uno dei luoghi principali nei locali dell'Alpha, un posto in cui chiunque può entrare: Beta, Gamma e Delta. Qui, chiunque può portare con sé uomini e donne per soddisfare i propri desideri, eseguendo le pratiche sessuali più estreme e pericolose.

Venne associato il termine "rossa" a questa sala, per quello che accadeva al suo interno: a causa delle pratiche molto pericolose, le lenzuola erano spesso macchiate di sangue; vagine e ani venivano lacerati, provocando dolore ai sottomessi e piacere ai padroni.

La sala era divisa in diverse camere, ognuna con pareti insonorizzate, per contenere le urla di dolore, i pianti strazianti, e le suppliche disperate dei sottomessi.

Vige una sola regola nella sala rossa: se ti prega di smettere, spingi più forte.

Nessuna parola d'ordine, nessun modo per sfuggire a quel destino. I sottomessi sono completamente a disposizione dei padroni e, una volta varcata la soglia, non c'era modo per salvarsi.

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