Diamond 15

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Per accettare noi stessi, dobbiamo prima imparare a perdonare i nostri ricordi.
Mira Light

E se i miei genitori non mi avessero mai abbandonata davanti all'orfanotrofio, come sarebbe stata la mia vita?

Due sono le possibilità: o avrei avuto una vita da sogno, oppure un'esistenza da incubo.

Come sono i miei genitori biologici? Come si comportano con i più deboli?

Hanno avuto il coraggio di abbandonare loro figlia senza nemmeno darle un nome o un cognome, lasciandola sola in un mondo che non perdona, costretta a combattere contro le ingiustizie della vita senza alcun sostegno.

Hanno avuto il coraggio di continuare le loro esistenze senza mai chiedersi se quella figlia, che hanno gettato via come un peso superfluo, fosse al sicuro, avesse mangiato, bevuto, o fosse semplicemente ancora viva.

Non mi hanno mai cercata, non hanno mai chiesto a nessuno informazioni sulla mia condizione.

Mi hanno dimenticata come fossi solo un dettaglio insignificante della loro vita, che non merita di essere ricordato.

Perché non ha abortito? Perché mi ha messa al mondo sapendo che non sarebbe stata in grado di crescermi?

Perché condannare una bambina a crescere sola, circondata da mostri senz'anima, senza nemmeno la possibilità di poter cambiare il proprio destino?

Mia madre è la persona più egoista che possa esistere. Così egoista da non aver nemmeno considerato come una sua piccola decisione potesse segnare per sempre la vita di un'altra persona, la mia.

Provo una rabbia indescrivibile nei loro confronti. Se li avessi di fronte, non so se troverei la forza e la volontà di guardarli negli occhi. Probabilmente li disprezzerei, rifiutandomi di concedere loro anche un solo istante, così come loro non ne hanno concesso a me.

Un nome.
Sono una bambina senza nome.

Se non fosse stato per la sorvegliante dell'orfanotrofio che mi ha trovata e accolta, offrendomi il suo amore, le sue cure e un vero nome, cosa ne sarebbe stato di me?

Che vita avrei condotto?

Se non fosse stato per Ryan Knight, che mi ha adottata, salvandomi da quel bastardo e offrendomi una nuova vita, sarei ancora viva?

La risposta, molto probabilmente, è no.

Non avrei sopportato altri anni in quelle condizioni, non sarei riuscita a permettere ai miei polmoni di continuare a respirare.

Ogni dettaglio di quelle notti infernali è inciso nella mia memoria con il veleno, goccia dopo goccia, si presentano come spine nei miei occhi.

Le lacrime le percepisco calde a contatto con la mia pelle, tanti piccoli aghi che cadono sulle mie cosce, mentre il veleno nelle sue mani si insinua in ogni fibra del mio essere.

L'intimità la sento ancora oggi pulsare per il dolore, come se anche i miei muscoli avessero una memoria propria, consapevoli di quello a cui andrò incontro se non riuscirò a convincerlo a dimenticarmi.

Anonimo:
I'm waiting for you, good girl, I'm still waiting for you.
(Ti sto aspettando, good girl, ti sto ancora aspettando.)

Mi perseguita, l'ombra di cui non sono mai riuscita a liberarmi.

Mi soffoca, come una mano che mi stringe la gola, proibendomi di respirare.

Lo sento, lo percepisco.

Il suo fiato sul mio collo, l'odore pungente di alcol e la mano che gli procura piacere.

The Promise 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora