Diamond 24

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Curiamo la nostra anima affinché diventi sempre più pura.
Questa è la più grande vendetta che possiamo riservare al destino.
Mira Light

Good girl.
Perché dovevo essere la sua brava ragazza.
Dovevo obbedire ai suoi ordini senza discutere.

Io dovevo e mai potevo.

Mai potevo scegliere cosa fare del mio corpo.
Mai potevo decidere se tagliare i miei capelli o lasciarli lunghi.
Mai potevo parlare o urlare.

Io dovevo essere soltanto la sua piccola brava ragazza.

Non avevo diritto di parola.
Non avevo diritto di pensiero.
Non avevo il diritto di vivere.

Solo perché trovava irresistibile il profumo della mia pelle, la morbidezza dei miei capelli, la delicatezza delle mie labbra, le dimensioni delle mie piccole manine che si adattavano perfettamente a lui, i miei occhi gonfi di lacrime, il mio essere stretta. Un oggetto da plasmare a suo piacimento. Un pezzo di ferro da invadere senza alcuna pietà.

Non potevo essere nulla che lui non approvasse.

Non potevo essere una bambina, dovevo essere una donna. E lo sono diventata, per mano sua.

Sono stata costretta a crescere troppo in fretta, a rinunciare alla mia infanzia e a tutto quello che i bambini "normali" potevano fare.

Solamente perché un pedofilo ha scelto me come pasto.

<Perché?> chiesi in tedesco, consapevole che mi avrebbe capito.

Asciugai le lacrime, imponendomi di essere forte. Lo dovevo a lei. Alla bambina.

Mi voltai verso Eros con ancora lo specchio rivolto verso di me. Lo presi dalle sue mani e vi guardai dentro, la guardai.

Mi fissava tremante, con le mani strette attorno al vestitino strappato, i capelli scompigliati, le guance arrossate e le lacrime che non smettevano di scendere.

Lo devo a te, lo devo a me stessa, all'infanzia che mi è stata strappata, alla vita che mi hanno distrutto.

Lo devo alla bambina che ero.
Alla bambina che non riusciva a urlare.
Che restava paralizzata.
Che non riusciva a reagire, a parlare.

Lo devo al mio passato.
Lo devo al mio futuro.
Lo devo alla famiglia che desidero costruire, ai figli che sogno di crescere.

Lo devo a ogni bambino al mondo che è stato costretto o lo stanno costringendo al silenzio. Obbligato a subire senza la possibilità di urlare.

Lo devo a ogni vittima di questi mostri che camminano e continuano a vivere come se nulla fosse accaduto, come se non avessero distrutto l'esistenza di un innocente il cui unico desiderio era vivere. Non sopravvivere, vivere.

<PERCHÈ?!> urlai mentre lui rideva e mi scrutava da cima a fondo.

Solo questo. Perché. Perché hai massacrato il corpo di una bambina? Perché hai distrutto un innocente? Perché hai reso sporco un corpo così puro? Perché non mi hai lasciato vivere la mia infanzia? Perché?

Perché.

<RISPONDI!> gridai, non riuscendo più a trattenere le lacrime che ripresero a scendere incontrollate. <Perché?> sussurrai con voce spezzata. <Perché mi hai condannata a odiare me stessa? Perché hai condannato lei?> gli mostrai il riflesso nello specchio, e lui lo fissò, senza capire. <Perché hai deciso di sfogare i tuoi piaceri sul corpo di una bambina? Perché? Cosa ti ho fatto? PARLA! PARLA! PARLA!> urlai senza alcun controllo.

The Promise 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora