Diamond 20

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Non si apprezza il valore di quel che abbiamo mentre ne godiamo,
ma appena lo perdiamo e ci manca,
lo sopravvalutiamo, e gli troviamo il pregio che il possesso rendeva invisibile,
fino a che era nostro.
William Shakespeare

<Eros Knight, trasportato e operato d'urgenza dopo aver ricevuto una meritata pallottola all'addome.> affermò prima di posare il telefono sul tavolo, fermando quel mostro prima che potesse avvicinarsi a me. Si avviò verso la porta, uscendo subito dopo essersi accorto di aver finito le due bottiglie.

Alzai gli occhi verso Xavier. <Cosa...?> sussurrai, con un filo di voce, sperando di aver frainteso.

<Quel bastardo non ti salverà questa volta. Faresti meglio a trovare un'altra soluzione.> rispose ridendo, avvicinandosi a me. <Quasi mi fai pena, Diamond.> aggiunse con completa sincerità. <Forse, in un'altra vita, saremmo potuti essere amici.>

<Impossibile.> affermai, con gli occhi lucidi. <Non sarei mai diventata amica di uno stupratore come te.>

<Uno stupratore?> rise, divertito. <Diamond, quante volte devo ripetertelo? Svegliati. Pensi davvero che sarei tornato a casa ubriaco sapendo che papà era lì?> prese il frammento sulla sedia e lo gettò lontano, sedendosi davanti a me. <Sapevamo che saresti intervenuta, che avresti fatto qualsiasi cosa per proteggerla, anche ferire me.>

<Quindi...>

Lui annuì. <Esattamente. Era tutto calcolato, il piano perfetto per farti finire in carcere. L'idea era di scambiare l'eredità con la tua libertà. E se non fosse stato per quel bastardo, ci saremmo riusciti. Quel coglione ha rovinato tutto, come al solito.>

<E cosa avrebbe rovinato, esattamente?> risposi con una rabbia crescente. <Siete stati voi ad accusarlo di aver ucciso sua madre. Voi lo avete fatto condannare ad anni di carcere, allontanandolo dalla sua casa, dalla sua vita, dai suoi amici! Voi avete distrutto la sua famiglia.> lo fissai con disprezzo. <Hai detto che ti faccio pena? No, sei tu che fai pena a me. Hai perso l'unica possibilità che avevi di avere un fratello che ti amasse, uno che avrebbe fatto qualsiasi cosa per te. E tutto per seguire le follie di tuo padre!> rimasi un attimo in silenzio, stringendo i pugni. <Pensi davvero che ti avrei restituito l'eredità? Quella era l'ultima volontà di papà! Non te l'avrei mai ceduta, nemmeno se fossi stata condannata a mille anni di carcere.> conclusi con assoluta serietà, e una rabbia mista alla delusione.

<Lui non è un folle. Papà ha ragione in tutto quello che fa. È stato Eros a causare la morte di mia madre. Lo ha ammesso lui stesso.> disse con convinzione.

<Si incolpa a causa vostra! Se gli aveste spiegato che lui non ha colpa in quello che è successo, se lo aveste sostenuto e amato come una vera famiglia, non si sarebbe mai fatto consumare dalla vendetta. Sarebbe diventato un uomo diverso...> abbassai lo sguardo, guardando un punto imprecisato sul pavimento. <Felice...>

<E io?! Avrei dovuto vivere vedendo mia madre riflessa nel suo volto, ogni giorno. Io lo detesto. Era lui che la allontanava da me.>

<LEI NON È TUA MADRE!> urlai all'improvviso, guardandolo negli occhi. <Sei tu che l'hai allontanata da lui. Sei tu che gli hai stravolto la vita. Tu una madre la hai, che sia morta o dispersa, non mi interessa. T.u. U.n.a. M.a.d.r.e. L.a. H.a.i. E non è Denise Korman. Lei era ed è soltanto la tua matrigna.>

Lui scosse la testa, alzandosi in piedi. <No, Diamond, ti sbagli. Lei mi chiamava figlio. Mi abbracciava, mi consolava, si prendeva cura di me. Lei mi faceva sentire amato. È lei la mia vera madre.>

Mi rilassai sulla sedia, guardandolo con sufficienza. <Eros ha ragione a odiarvi.> dissi con una calma glaciale. <Vi ha dato tutto quello che aveva di più prezioso: sua madre. E voi non avete saputo riconoscere il valore di questo gesto. Anzi, avete cercato di allontanarlo, di tenerla egoisticamente tutta per voi. Non lo giudicherò più, né proverò a fargli cambiare idea. Si rialzerà, e si riprenderà quello che gli spetta di diritto: la vita che gli avete distrutto.>

The Promise 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora