Diamond 25

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"Spetta a noi decidere se continuare a
ripetere i nostri errori
o diventare persone migliori."
Diamond One

Alzai lo sguardo verso di lei e presi la bottiglietta d'acqua che mi stava offrendo. <Grazie...> dissi con un filo di voce, bevendo un sorso prima di sedermi a terra con la schiena appoggiata alla parete.

<Se fossi stata al tuo posto, se Eros avesse chiesto a me cosa avrei voluto fargli, non lo avrei risparmiato.> si sedette accanto a me, nel corridoio. <Non è mai riuscito ad abusare di me, e per questo devo ringraziare mia madre. Se non l'avesse allontanato, probabilmente avrei vissuto io la tua vita...> continuò Isabel con lo sguardo perso nel vuoto. <Non avrei mai immaginato di dirlo, ma... scusa. Di nuovo.>

Mi voltai verso di lei. <Per cosa? Tu non sei responsabile delle colpe di quel mostro.>

Abbassò lo sguardo sulle sue mani prima di rispondere. <No, hai ragione... ma sono responsabile delle mie azioni.> iniziò a giocare con le sue dita, nervosamente. <Quell'uomo, che credevo mio padre, ti ha distrutto la vita in passato, e io ho contribuito a quel dolore nel presente.> rimase un attimo in silenzio prima di continuare. <Ho chiamato "papà" un pedofilo... ho abbracciato un mostro, ho condiviso la tavola con una bestia. Per anni, ho pianto per la sua partenza, incolpandomi, convinta di essere stata una "bambina cattiva" che ha fatto fuggire suo padre.>

Le presi la mano tra le mie e in quel momento i suoi occhi lucidi si alzarono per incontrare i miei.

<Tornava a casa sempre ubriaco. Cantava in modo incomprensibile, barcollava e faceva cadere ogni cosa. La sua puzza si sentiva a chilometri di distanza... poi mi sfiorava la guancia, mi ripeteva che ero bellissima, "perfetta". E sai una cosa? Mi piaceva.> abbassò lo sguardo con vergogna. <Mi piaceva sentirmi dire che ero meravigliosa, amata, desiderata. Ho sempre amato chi riusciva a farmi sentire speciale, chi riusciva ad alimentare il mio ego. Peccato che allora pensassi fossero solo complimenti paterni e non...> inspirò profondamente, stringendo la mia mano con forza. <Sono solo un errore.> continuò con voce più bassa. <Sono nata dalla morte di un uomo. E ho così contribuito alla sofferenza di Eros... e alla tua.>

<Tu non c'entri nulla, Isabel. Emilien ha tradito Denise di sua spontanea volontà. E lui, ha scelto di agire in quel modo e non si è mai pentito. Tu sei stata solo una conseguenza, uno strumento, non la causa.> sciolsi la mia mano dalla sua e strinsi le ginocchia al petto. <Se avessero voluto, nulla di tutto questo sarebbe accaduto.> dissi, guardando un punto imprecisato davanti a me. <Se Emilien avesse scelto di essere fedele alla madre di suo figlio, Eros avrebbe avuto la famiglia che tanto desidera. Se quel mostro avesse scelto di essere un uomo migliore, tu avresti avuto un padre e io... un'infanzia.> le rivolsi lo sguardo, cercando di trasmetterle una forza che nemmeno io ero sicura di avere. <Tutti facciamo delle scelte, ogni giorno. Spetta a noi decidere se continuare a ripetere i nostri errori o diventare persone migliori.>

Appoggiai la testa sulle ginocchia, mantenendo gli occhi fissi nei suoi. <Se io avessi scelto di non partire per il Brasile, di non cercare Eros, sarei ancora nella villa dei Knight, chiusa nella mia stanza, con la bambina che mi fissa e le gocce di sangue a scorrere sul mio corpo. Se avessi scelto di tagliare più a fondo, non avrei mai incontrato tuo fratello, né sarei entrata in quell'inferno che chiamate Blue. Se avessi scelto di mettere fine a tutto quando avevo solo otto anni, non avrei mai subito tutte queste ingiustizie.> la mia voce si abbassò, quasi a spegnersi.

<Se non avessi scelto di aiutare Ivan, non avresti dovuto sopportare un altro abuso. Se non avessi scelto di considerarti una nemica, avresti avuto un'amica in grado di spiegarti come funziona quel mondo, qualcuno che ti avrebbe dissuaso dallo sfidare i grandi delle fazioni. Ti avrei consigliato di non andare al Blue, di non metterti contro i Beta o i Gamma. Se non avessi scelto di renderti la vita impossibile...>

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