Ho deciso di dimenticare
e andare avanti.
Isabel GhellenÈ difficile spiegare cosa si prova quando si ama qualcuno così tanto da sentirlo come parte di sé, solo per poi rendersi conto che per l'altro non è mai stato abbastanza.
L'ho amato più di chiunque altro al mondo, credendo che il mio sentimento fosse sufficiente per entrambi. Ma non è stato così. Lui se ne è andato, come se non valessi niente, come se tutto quello che avevamo condiviso non fosse mai stato importante per lui, come se non fosse abbastanza... io non ero abbastanza.
Lui crede che io lo abbia notato da quel giorno all'asilo, quando l'ho salvato da un'altra delle sue solite punizioni. Ma la verità è che l'ho ammirato ogni giorno, ogni istante, sin dal primo momento in cui ha varcato il cancello.
Mi perdevo in lui, osservandolo mentre giocava, mentre rideva con quella spensieratezza che riusciva a contagiare chiunque gli fosse vicino.
Era un ribelle, lo ammetto, ma non come gli altri. Non era cattivo, non era insensibile. Faceva finta di essere un duro, di essere freddo, di essere menefreghista. Ma c'era una dolcezza nascosta dietro quel suo atteggiamento, una gentilezza che solo chi lo conosceva davvero poteva vedere. Giocava a fare il bullo, a sfidare le regole, ma non esitava mai ad aiutare chi ne aveva bisogno.
Era così vivace, così pieno di vita. Non stava fermo un minuto, letteralmente. Ed era proprio quella sua energia, quella sua capacità di essere felice anche quando il mondo sembrava crollargli addosso, che mi aveva fatta innamorare.
Lo ammiravo, lo guardavo e desideravo far parte della sua vita, di essere io la ragione dei sorrisi di quel bambino con più punizioni che anni di vita.
Quando ci siamo messi insieme, mi sembrava di vivere un sogno. Mi trattava come una regina, riempiva le mie giornate con attenzioni e affetto. Non mi faceva mancare nulla, né materialmente né emotivamente.
Uscivamo insieme, ci divertivamo, e tornavamo a casa con il sorriso stampato sul volto, felici. La mamma ci preparava la cena e ci sedevamo tutti insieme a tavola, ridendo e parlando apertamente, come una famiglia unita, senza rancori, senza segreti.
Tutto era così perfetto...
Finché un giorno tornò da me con una ferita sul cuore, sanguinante, piangendo.
Non passò dalla porta, come faceva di solito; in qualche modo si arrampicò fino alla finestra ed entrò da lì.
Gli chiesi subito cosa fosse successo, chi fosse stato a ferirlo. Ma lui mi mentì, dicendomi che era semplicemente rimasto coinvolto in una rissa.
Era giorno.
Era a casa.
Non era uscito.
L'unica persona che aveva incontrato ero io e ne sono sicura.Ha mentito.
E ha continuato a mentire.
Ogni settimana, ogni mese.Ogni volta, tornava da me con nuove ferite, chiedendomi di curarle, di non dire niente a nessuno, di abbracciarlo. Voleva solo conforto, un rifugio sicuro, e io glielo diedi. Non gli feci domande, non cercai di forzarlo a dire la verità. Lo abbracciavo, sperando che tutto quel dolore giungesse a una fine.
Lo vedevo davanti a me, con il sangue che scorreva lungo la schiena o l'addome, sperando che si fidasse di me, che mi dicesse cosa stava realmente accadendo. Sarebbe bastato anche solo un frammento di verità, e sarei stata pronta a fare qualsiasi cosa, persino testimoniare il falso davanti alla polizia. Non mi importava di rischiare, avrei fatto qualsiasi cosa pur di vederlo tornare a sorridere.
Un sorriso che, però, iniziò a spegnersi lentamente, giorno dopo giorno, fino a diventare una piccola fiamma priva di forze.
Il bambino spensierato che ho conosciuto all'asilo, quello che correva senza sosta e rideva come se nulla al mondo potesse mai toccarlo, si era trasformato in un uomo con lo sguardo vuoto, perso nei suoi pensieri.

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The Promise 3
RomantikVolume 3 (sequel The Promise 2) "Maybe the heart doesn't know how to unlove." Diamond One scopre che l'uomo che ama l'ha fatta vivere per due interi anni in un'enorme bugia, così decide di allontanarsi da tutto, lasciandolo e ricominciando da capo. ...