La coscienza è una malattia.
Fëdor Dostoevskij<Perché mi hai liberata se intendi controllarmi come se fossimo in prigione?> domandai, indietreggiando d'istinto appena lui abbassò le braccia lungo i fianchi. <Rispondi.> insistetti dopo alcuni interminabili minuti di silenzio.
I suoi occhi grigi si posarono su di me, ardenti come metallo incandescente. <Vuoi dell'acqua? Vado a prenderla.> disse, superandomi.
<No, so che non è questo che volevi dire. Perché non mi dici quello che davvero pensi? Hai paura?>
Si voltò rapidamente verso di me. <Sì. Sì, Diamond, ho paura.> ammise con enorme serietà, avvicinandosi con la rabbia che divampava dai suoi occhi. <Come chiunque conosca il König. Per il mondo, tu appartieni a lui. Diamond One è del König. Chiunque provi ad avvicinarsi a te, muore. Ho già avuto problemi con Eros per lo stesso motivo, e non voglio ripetere i miei errori.>
<Eros non ti farebbe mai del male. Lo hai detto tu stesso: siete come fratelli.> risposi, credendo fermamente nelle mie parole.
<Se non fosse stato per te, avrebbe ucciso Luke. Uno degli uomini a lui più vicini, uno dei pochi che conosceva ogni operazione, decisione e pensiero del König. Luke e Charles erano molto più vicini a Eros di quanto lo sia mai stato io. Se non ha risparmiato lui, pensi davvero che risparmierebbe me?>
<Io->
<Tu nulla. Da quando sei entrata nella sua vita, l'hai completamente stravolta. Il suo unico obiettivo era vendicarsi dei Knight, mentre ora passa la maggior parte del tempo a tirare fuori il tuo culo dalla merda in cui ti getti senza usare un minimo di cervello. Charles è morto per colpa tua, Luke è stato condannato per colpa tua, siamo in un paese straniero per colpa tua, Victoria è diventata Alpha per colpa tua. E ora, se la principessina me lo permette, vado a prenderti dell'acqua così non sembri un cadavere vivente, e prima che uccidano anche me... sempre per colpa tua.>
Non lo fermai. Lo guardai mentre si allontanava, senza sentire il bisogno di giustificarmi come facevo sempre, senza dare alcuna importanza alle sue parole.
Mi voltai, dirigendomi verso l'ascensore che mi avrebbe portata da Eros.
Lui mi giudica da fuori, con gli occhi di un estraneo, non di un uomo che ha vissuto sulla sua pelle quello che io ho dovuto affrontare.
Se avesse avuto anche solo una piccola parte dei miei ricordi, probabilmente non mi avrebbe mai parlato in quel modo. Anzi, mi avrebbe chiesto perdono.
Strinsi la maniglia con un po' di esitazione, consapevole che Isabel fosse ancora lì, temendo quello che avrei visto oltre la porta.
Chiusi gli occhi, raccogliendo tutto il coraggio che mi era rimasto.
È appena uscito da un'operazione molto difficile, non sarò io la causa di un suo peggioramento. Voglio che stia bene, che si rialzi più forte di prima, che torni a essere l'uomo indistruttibile che tutti conoscono.
Con un profondo respiro, abbassai la maniglia e varcai la soglia.
Voglio che torni ad amarsi.
Entrai nella stanza, forzando un sorriso che scomparve appena mi avvicinai al letto.
<Eros?> dissi con un filo di voce, correndo verso di lui appena lo vidi a terra, in lacrime, con Isabel svenuta accanto. <Eros!> esclamai, raggiungendolo.
<Helianthus...> sussurrò con voce spezzata, mentre le lacrime scendevano senza sosta.
Lo strinsi forte a me, appoggiando la sua testa sul mio petto, proprio sopra il mio cuore. <Ascolta i battiti... ascolta e cerca di calmarti.> affermai, mentre le sue braccia mi circondavano in una presa salda.

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The Promise 3
RomanceVolume 3 (sequel The Promise 2) "Maybe the heart doesn't know how to unlove." Diamond One scopre che l'uomo che ama l'ha fatta vivere per due interi anni in un'enorme bugia, così decide di allontanarsi da tutto, lasciandolo e ricominciando da capo. ...