Capitolo 25

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Niccolò

Esco dalla casa sbattendo la porta così forte che sembra possa crollare. La rabbia mi fa tremare le mani e il cuore batte così forte che mi sembra di sentirlo nelle orecchie. Cazzo, se ne va per due settimane! E poi? Quando torna, se torna, quanto resterà? Un altro paio di settimane e poi di nuovo a scomparire per chissà quanto tempo? Mi aveva promesso che non sarebbe più andata così, che se ci fosse stato un altro viaggio improvviso avrebbe detto di no. E invece eccoci qua, a rivivere la stessa storia.

Cammino per le strade di Roma senza una meta, con la mente che va in loop sui soliti pensieri. Me so fatto in quattro per organizzare questo mese solo per noi. Ho annullato appuntamenti, ho rimandato tutto, mi sono persino inventato scuse per liberarmi di impegni importanti. E lei? Lei se ne va senza pensarci due volte. Come se quello che avevamo deciso non contasse niente. Come se io non contassi niente.

Arrivo sotto casa mia e butto giù il portone. Entro come una furia, lancio la giacca sulla sedia e mi avvento contro la prima cosa che trovo. Un paio di libri volano giù dalla mensola e sbattono rumorosamente sul pavimento. La rabbia mi brucia dentro, sento la frustrazione montare e mi sembra di non avere abbastanza spazio nei polmoni per respirare.

"Che cazzo..." mormoro tra i denti, afferrando una bottiglia dacqua e bevendola come se potesse spegnere il fuoco che mi divora dentro. Mi butto sul divano, affondo la testa tra le mani, cerco di calmarmi ma è inutile. Limmagine di Eliana che mi dice che deve partire continua a girarmi in testa.

Poco dopo sento bussare alla porta. È Adriano. Lo so già, lo sento dai colpi pesanti che dà, come se avesse fretta di entrare. Apro la porta senza voglia e lui entra con unespressione preoccupata.

"Niccò, ma che stai a fa'? Te sei dato una calmata?" mi chiede, guardandomi con quegli occhi che sanno sempre essere troppo invasivi nei momenti sbagliati.

"Che te frega, Adrià? Non ti riguarda questa storia." rispondo brusco, cercando di ignorarlo mentre vado in cucina a prendere una birra.

Adriano non molla, mi segue e si appoggia alla porta della cucina, incrociando le braccia. "Me riguarda eccome. Sei mio amico e vederti così mi fa incazzà pure a me. Ma dai, Niccò, non te la prendere con Eliana. Non è colpa sua se deve partire."

Mi volto verso di lui, gli occhi pieni di rabbia. "Ma che cazzo dici, Adrià? Se ne va e basta. Ogni volta la stessa storia. Dice che resta, che non parte più, e poi alla prima occasione... Puff, sparita! Ma che te frega a te, tu non la devi mica aspettare ogni volta."

Adriano sospira e si avvicina. "Lo so che è difficile, ma devi capire che è il suo lavoro. Non può dire di no così facilmente. E poi, ci tiene a te. Se parte è perché deve, non perché vuole."

Mi sento soffocare dalla frustrazione. "Sì, certo, sempre così. Prima il lavoro, poi io. Sempre io che aspetto, che rimango qua a farmi mille domande. E lei? Chissà dove e con chi. Io non ce la faccio più, Adrià. So stanco."

Adriano si mette una mano sulla spalla, cercando di farmi calmare. "Ma lo so, Niccò. Lo so che è dura. Ma lasciarti così non risolve niente. Devi parlarle, farle capire come ti senti. Non puoi continuare a scappare ogni volta che cè un problema."

Scuoto la testa, mi passo una mano tra i capelli, la rabbia che non si placa. "Non capisci, Adrià. Io non sto scappando. Lei scappa sempre. Io resto qui a prendermi tutte le botte. E non posso più farlo. Non posso più restare qui a sperare che le cose cambino, quando so che non cambieranno mai."

Adriano mi guarda con un misto di tristezza e comprensione. "Lo so che è dura, amico. Ma non puoi chiuderti così. Devi darle una possibilità di spiegarsi, di trovare una soluzione insieme. Non può essere tutto nero o bianco."

Sbatto la mano sul tavolo, la frustrazione che esplode. "Ma quale soluzione, Adrià? Lei è sempre via, io sempre qui. Non è una vita, è unagonia. E non posso continuare così. Non ce la faccio."

Adriano si allontana, vedendo che non c'è niente che può dire per calmarmi. "Ok, Niccò. Fai come ti pare. Ma ricorda che io ci sono sempre per te. E pensa a quello che ti ho detto. Non buttare tutto all'aria per un momento di rabbia."

Lo guardo uscire e chiudo la porta dietro di lui. La casa è silenziosa, l'unico rumore è il battito del mio cuore che sembra esplodere nel petto. Mi siedo sul divano, la testa tra le mani, e sento le lacrime che mi bruciano gli occhi. Eliana è sempre stata la mia forza, ma ora sembra solo unombra lontana. E io, per la prima volta, non so più se riuscirò a tenere insieme i pezzi di questo amore che sembra sempre scivolarmi tra le dita.

Neve al sole noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora