Capitolo 28

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Niccolò

Stiamo a casa mia con Gianmarco e gli altri. Non riesco a concentrarmi su nulla, non sto parlando, non sto partecipando alla conversazione, e la tensione è palpabile. Mi sento come un leone in gabbia, incapace di staccarmi dai miei pensieri. Eliana mi manca da morire, e non so se ho fatto la cosa giusta a lasciarla, ma sentivo che lei era sempre la prima a scappare. Gli altri cercano di farmi ragionare, ma io non riesco a staccarmi dalla mia rabbia e delusione.

"Nicco', dai, falla finita co' 'sta storia. Te stai a 'ndo' via pe' niente," mi dice Gianmarco, cercando di farmi cambiare idea. "Eliana non t'ha lasciato, sta solo a lavora'."

"Sì, ma poi chi lo sa quanto ce resta? A New York è sempre così. Promesse, promesse e poi sparisce," rispondo, cercando di far capire la mia frustrazione. "Lasciala perde', se voleva restà, restava."

"Cerchiamo de cambià discorso, va'! Nicco', che ne pensi dell'ultima partita della Roma?" interviene Adriano, cercando di allentare la tensione.

Ma improvvisamente il campanello suona. Mi alzo, sbuffando, e vado ad aprire la porta. Quando vedo chi è, per poco non mi viene un infarto. Jacqueline è lì davanti a me, con gli occhi gonfi di lacrime e un'espressione disperata. Prima che io possa dire qualcosa, mi abbraccia e mi bacia, sorprendendomi completamente.

"Jac, ma che fai?" mi stacco subito da lei, cercando di capire cosa sta succedendo. "Che ci fai qui?"

Lei entra in casa, ignorando il mio tentativo di fermarla, e comincia a piangere. Gli altri ci guardano, sbigottiti, mentre Jacqueline si lascia andare sul divano, singhiozzando.

"Niccolò, non ce la faccio più," dice tra le lacrime. "Io... io ti amo ancora. Non posso dimenticarti, non posso."

"Jac, ma che stai a di'? E poi proprio adesso? Cioè, Eliana è appena partita e tu vieni qui a complicare le cose?" cerco di mantenere la calma, ma dentro di me sento la rabbia e la confusione montare.

"Non mi importa di Eliana," risponde Jacqueline, guardandomi con occhi pieni di disperazione. "Io so solo che ti voglio, che non posso vivere senza di te."

"Ma che situazione di merda," mormoro tra me e me, passando una mano tra i capelli. Mi sento intrappolato, incapace di trovare una via d'uscita.

Adriano si alza e si avvicina, cercando di capire meglio la situazione. "Daje, Jac, calmate. Non è il momento pe' questi discorsi," dice, cercando di placare le acque.

"Ma no, Adriano, lei deve capì che non c'è più niente tra noi. È finita. Non possiamo continuare così," dico, cercando di trovare la forza di affrontare la situazione.

"Nicco', non essere troppo duro," interviene Gianmarco, cercando di trovare un punto di equilibrio. "Jacqueline ha bisogno di capire, ma tu devi essere chiaro con lei."

"Ma che c'è da capì? Jac, non possiamo tornare indietro. Quello che c'è stato tra noi è finito. E adesso ho Eliana, anche se siamo in un momento difficile," le dico, cercando di mantenere la mia voce ferma.

Jacqueline si alza, asciugandosi le lacrime con un gesto disperato. "Va bene, se è questo quello che vuoi. Ma io non posso dimenticarti, Niccolò. Non posso."

Mentre la vedo uscire dalla porta, un senso di sollievo misto a tristezza mi invade. Gli altri mi guardano con espressioni perplesse, cercando di capire cosa fare.

"Che situazione de merda," ripeto, questa volta ad alta voce, mentre mi lascio cadere sul divano, esausto e confuso. La mia testa è un caos, e non so come ne uscirò.

Neve al sole noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora