Neve al sole noi

Capitolo 27

Eliana

Una volta atterrata a New York, tutto mi sembra diverso. L'aria frizzante, il rumore incessante delle auto, il brusio delle persone che mi circondano... è come se tutto avesse perso il suo significato. Mi sento vuota, quasi persa in un mare di volti sconosciuti e di luci accecanti. Non so se sono pronta a vivere questo mese lontano da Niccolò, da tutto ciò che conosco e che amo.

Appena uscita dallaeroporto, respiro profondamente, cercando di calmare l'ansia che mi attanaglia il petto. Prendo il telefono e mando un messaggio ad Adriano per fargli sapere che sono arrivata sana e salva. Lui risponde subito con uno dei suoi soliti messaggi rassicuranti: "Tranquilla, Ely, andrà tutto bene. Se hai bisogno, siamo sempre qua per te."

Mentre cammino verso il taxi che mi porterà allhotel, metto le cuffiette e faccio partire la mia playlist. La voce di Niccolò riempie immediatamente le mie orecchie, facendomi sorridere leggermente. La canzone è Lunica forza che ho. Non riesco a evitare di pensare a lui, a come mi manca già, a quanto mi sembra assurdo esserci lasciati.

Salgo sul taxi e durante il tragitto guardo fuori dal finestrino, cercando di trovare un po' di conforto nel paesaggio che mi scorre davanti. New York è sempre stata affascinante per me, con la sua frenesia, le sue luci, la sua vitalità. Ma oggi, tutto sembra grigio, come se la mia tristezza avesse tinto la città dei miei sogni di un colore opaco e sbiadito.

Arrivo allhotel e mi faccio strada verso la mia camera. È una stanza accogliente, con un letto grande e una vista mozzafiato sulla città. Ma non ho voglia di ammirare nulla. Mi butto sul letto e chiudo gli occhi, cercando di fermare il flusso incessante dei pensieri. La mia mente continua a tornare a Niccolò, alla nostra ultima conversazione, al dolore delle sue parole.

All'improvviso, il telefono vibra. È una videochiamata di Adriano. Da loro è appena pomeriggio e lui deve aver pensato che fosse il momento giusto per sentirmi. Rispondo con un sorriso forzato, cercando di mostrarmi forte.

Ahò, come stai? mi chiede con il suo solito tono spensierato, ma noto subito la preoccupazione nei suoi occhi.

Eh... non proprio bene, rispondo, cercando di trattenere le lacrime. Mi manca tutto, mi manca lui... Non so se ce la faccio.

Adriano scuote la testa e sorride incoraggiante: Ely, nun te fa così. Lo sai che sei più forte de quanto pensi. Niccolò? Pure se sta incazzato mo, te vuole bene. Sta sicura che ve sistemate.

Dici? A me sembra che stavolta sia diverso, che lui... che lui sia stufo di me, dico, sentendo un nodo stringersi alla gola.

Adriano sospira, poi mi guarda intensamente: Ely, sta cosa è solo n momento de merda. Lui te ama. Sta solo a fare n po er matto, ma se ripija. E comunque, sta sicura che nun te mollamo manco se volessimo.

Sorrido un po' a quelle parole. Adriano ha sempre avuto un modo unico di farmi sentire meglio, anche nei momenti più difficili. Grazie, Adriano. Davvero. Non so cosa farei senza di voi.

Ahò, mica te potevamo lascià sola in na città a fanculo, no? Semo co te, sempre.

Parliamo ancora per qualche minuto, lui mi racconta le ultime novità della banda, delle loro serate e di quanto gli manchi vedermi ridere con loro. Mi accorgo che la stanchezza sta prendendo il sopravvento. Gli occhi mi si chiudono da soli, non riesco a tenere il telefono fermo.

Ely, ma che stai a dormì? Nun mavevi mai trovato così noioso! ride Adriano, vedendo che mi sto addormentando.

No, è solo che... sono stanca. Questo viaggio, tutta questa situazione...

Vabbè, va, dormi, va. Che tanto domani è un altro giorno e lo affronti co più forza. E ricordate che te vogliamo bene.

Sì, grazie... Grazie di tutto, mormoro mentre i miei occhi si chiudono lentamente.

Mi addormento con il telefono ancora in mano, la voce di Adriano che mi fa da sfondo e la tristezza che piano piano si trasforma in un leggero sollievo