Era tutto talmente assurdo e così irrazionale!
Cosa diavolo stava mai succedendo? Mi domandavo in preda al panico.
Ero gelata e pietrificata, con l'agitazione che si riversava in me con la forza di una tempesta.
Il mio corpo era disteso a terra ma io, o per meglio dire la mia anima, era viva e vegeta in mezzo alla gente.
"Tutto ciò non ha senso!" pensai, mentre l'angoscia mi corrodeva da dentro.
Come un vulcano che esplode, urlai con tutta la forza che avevo in gola, per farmi sentire da quelle persone raccolte attorno a quel mio corpo lacero.
Ma bastò un attimo per rendermi conto che era completamente inutile: io ero invisibile agli occhi di tutti!
Nessuno riusciva a vedermi e nemmeno a sentirmi!
"Martina! Micol!! Sono qui!!!" gridavo come una pazza davanti alle loro facce.
Ma nulla, era come se non esistessi. Continuavano solo a piangere e a dannarsi.
Pensavo di non poter vivere tormento più grande, ma la scena più straziante doveva ancora arrivare.
I miei genitori erano appena giunti sul luogo dell'incidente.
Vedere mio papà e mia mamma disperarsi in quel modo, mi toccò l'anima.
Fu il dolore più forte che avessi mai provato.
"Mamma! Papà! Sono qui!" urlavo senza tregua. Ma non mi sentivano, né mi vedevano.
Ero inerme e il loro supplizio mi uccideva una seconda volta.
Scappai, in preda al dolore e allo sconforto.
Da quel momento decisi che non li avrei più rivisti, sarebbe stata una tortura troppo grande per me.
Non credevo che la sofferenza potesse sentirsi anche dopo la morte.
Lasciai il luogo dell'incidente e corsi affranta verso la spiaggia, mentre da distante, sentivo le sirene delle ambulanze che stavano accorrendo. Ma tanto, ormai, non c'era più nulla da fare.
Arrivai fino alla riva.
"Come dev'essere crudele il destino" era il pensiero che assillava la mia testa.
Avrei dovuto essere lì con Martina e Micol, in compagnia delle loro risate e della loro allegria.
E invece ero là, sola, col mio dolore incurabile.
Rimasi due giorni, seduta sulla sabbia a osservare il mare.
Mi resi conto di non sentire né fame, né sete.
Non sentivo caldo il giorno, né tantomeno freddo la notte.
Che senso aveva tutto ciò?
Cosa rimane dunque dopo la morte?
Non riuscivo proprio a comprenderlo. Ma poi, un giorno, lo scoprii.
Ero seduta su uno scoglio, mentre il crepuscolo baciava il tramonto e l'imbrunire tingeva il cielo di un chiarore purpureo.
Riflessi rossi si adagiavano sul mare e, man mano che alzavo lo sguardo, s'impreziosivano di giallo e di oro. Era il tempo di mezzo, quello in cui non è più giorno ma non è ancora scesa la notte. La luce tenue si conciliava con la sera e io mi sentivo persa in un mondo che non era più mio.
Al crepuscolo, tutto sembrava svanire e mi trovavo sempre più sola. A farmi compagnia, rimanevano soltanto dei sogni infranti e dei ricordi distrutti. Era questo il momento in cui le assenze si sentivano di più e il dolore mi saliva dentro, aggrovigliandosi in gola, fino a soffocarmi. Avrei voluto piangere, ma che senso avrebbe avuto? Trattenni a stento le lacrime, come fossero dei segreti da non rivelare.
Abbandonata alla malinconia, mentre fissavo il mare perdersi nell'infinito, vidi un'ombra sovrastarmi.
Non so perché, ma il mio cuore di aria, come lo avevo chiamato io, iniziò a battere.
Mi voltai e rimasi gelata e meravigliata allo stesso tempo.
Dietro di me c'era lui. Il ragazzo nuovo di cui mi ero follemente innamorata.
Eravamo su due mondi contrapposti, eppure sotto lo stesso cielo.
Per la prima volta, dopo l'incidente, sorrisi.
"Che ci fai qui, Ale?" avrei voluto chiedergli.
Poi vidi che in mano aveva una rosa blu, che lasciò cadere in acqua.
Un brivido corse lungo la mia fredda schiena.
In breve tempo, quel fiore venne portata via dalle onde del mare.
Ricordavo bene quella rosa. E il significato che aveva per me!
Un breve flash back mi riportò a quella sera, di pochi giorni prima.
Era un caso o un segno del destino?
Come un fulmine che folgora il cielo sereno, capii in un attimo cosa rimane dopo la morte.
Rimangono i sentimenti.
Rivedere Alessandro mi aveva scosso, ma mi aveva dato una ragione per non abbandonarmi a me stessa.
Incontrarlo di nuovo aveva riacceso il mio amore per lui e aveva dato uno scopo a tutto.
Lo avevo amato con tutta me stessa e quanto avrei voluto che i nostri cuori fossero una cosa sola.
Se solo fossi stata ancora viva...
Lui era accanto a me, e io non lo avrei avuto mai. Come si diverte a volte il destino. Alessandro si abbassò, poggiando un ginocchio sullo scoglio. Guardava il mare attentamente, come se cercasse una risposta, o un segreto celato tra le onde. La brezza salmastra accarezzava il suo viso e faceva svolazzare i suoi capelli, ma i suoi occhi erano fissi e impassibili. All'improvviso, dopo aver serrato le labbra in una linea sottile, colpì la pietra rugosa con un pugno, ferendosi la mano.
A testa bassa, scese dallo scoglio, incamminandosi verso la strada per andarsene. Prima di scomparire al mio sguardo, lo vidi voltarsi un'ultima volta verso il mare. In poco tempo, di lui rimasero solo le impronte sulla sabbia. Dentro la mia anima, s'insinuò un vuoto enorme, come se un pezzo di me fosse stato strappato via.
Lo sconforto, mi portò a pensare di abbandonare tutte le speranze e miei sogni, sforzandomi a scordarmi per sempre di lui.
Ma, come un uragano inarrestabile, l'immagine di Alessandro irrompeva di continuo al centro dei miei pensieri, e in un vortice di emozioni rafforzò all'inverosimile quel sentimento meraviglioso chiamato Amore.
Ero certa, non mi sarei arresa.
Era bastato così poco per notarlo, ma non sarebbe bastata una vita per dimenticarlo. Solo con lui, il mio universo sarebbe stato completo.
Il destino aveva lasciato un vuoto immenso dentro di me, ma l'amore lo stava colmando.
La sera stessa, mentre le stelle brillavano in cielo e la luna si specchiava sul mare, una domanda irruppe tra la solitudine e il silenzio nella mia testa: è più potente il destino o l'amore?
Ormai non avevo dubbi. Avrei cercato quella risposta! Aver rivisto Alessandro mi aveva dato una spinta e nuova forza per dare un senso a tutto ciò che stavo vivendo.
A tutti i costi, volevo arrivare al suo cuore.
Ma come avrei potuto fare, visto che ero solo un'anima?

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Endless Rain
RomanceE' più potente il Destino o l'Amore? Nel momento più bello della sua vita, proprio quando si era innamorata follemente di un nuovo ragazzo appena trasferitosi, un tragico incidente sgretolò tutti i sogni di Anna. Nessuno la vedeva, nessuno la senti...