Quanta verità c'era nelle parole di Asia.
Aveva detto: "Anna avrebbe fatto l'impossibile per lui."
E aveva ragione. Avrei lottato per Alessandro, con tutte le mie forze, perché con lui avevo scoperto il significato della parola "amore".
Ma ora, mi sentivo inerme, impossibilitata a far qualsiasi cosa.
Mi sembrava di esser diventata una spettatrice, quando invece dovevo essere la protagonista della storia.
Ero condannata a guardare gli eventi che scorrevano, senza poter fare nulla, e questo mi faceva star male.
Vagai per la spiaggia, verso la scogliera, il posto che era diventato il mio rifugio nei momenti difficili, con la speranza di trovare un po' di conforto.
Avrei voluto che Alessandro potesse sentirmi e invece, non poteva neanche vedermi.
Se solo ci fosse stato un modo per fargli avvertire la mia presenza...
In quell'attimo, notai sulla panchina del lungomare, il mio caro professor Giunta.
Quante lezioni d'italiano avevo studiato con lui e quante insegnamenti di vita ne avevo ricevuto.
Era stato un professore davvero straordinario, capace di uscire dagli schemi, di coinvolgerti e di farti amare la letteratura e la vita.
Sembrava quasi saper leggere gli stati d'animo di noi studenti.
Capiva al volo se qualcosa non andava e, con una lettura o con una poesia, ci regalava un insegnamento capace di farci superare quel momento difficile.
Ora era lì, seduto su quella panchina di cemento, rivolto verso il mare e il tramonto.
Con la sua camicetta sbottonata e a maniche corte, si stava godendo la lettura di un libro.
Guardarlo, mi dava un senso di serenità, così mi avvicinai verso di lui.
A un certo punto, tirò fuori dalla sua cartellina un quadernino e lo aprì. Estrasse poi una penna e iniziò a scrivere.
Mi accorsi che copiava sul suo quadernino delle poesie, forse quelle che amava di più.
E iniziò a scrivere: "Pablo Neruda".
Poi scrisse i versi della poesia.
La lessi.
E rimasi scioccata, sbalordita da quello che la vita a volte ci riserva.
Recitava così:
"Ti manderò un bacio con il vento
E so che lo sentirai,
ti volterai senza vedermi
ma io sarò lì.
Siamo fatti della stessa materia
Di cui sono fatti i sogni..."
Non volevo crederci ma la coincidenza, o forse il destino, mi avevano indicato una possibilità.
Era come se l'Universo mi stesse parlando.
L'inchiostro della penna aveva lasciato i versi di una poesia sulla carta.
Ma ancor più, aveva lasciato un segno di speranza nel mio cuore.
Corsi inquieta ma fiduciosa lungo la strada che portava verso casa di Alessandro.
Alla ricerca di un sogno, alla prova dell'impossibile.
Quando arrivai lo vidi, dalla finestra aperta, sdraiato sul suo letto.
Con gli occhi fissava il soffitto, ma con la mente stava viaggiando in tutto un altro mondo.
Era preso nei suoi pensieri, nelle sue incertezze e nella risposta che doveva dare a Gloria.
Sarebbe tornato con lei?
A quel punto, sarebbe potuto succedere.
In fondo io, era come se non esistessi più.
Ma dal profondo del mio cuore, avrei desiderato una sola cosa: che almeno, un'ultima volta, mi avesse sentita accanto a lui.
Così mi avvicinai alla sua finestra e appoggiai le braccia sul davanzale.
Chiusi gli occhi e ripensai ai momenti meravigliosi che avevo passato con Alessandro: dal primo giorno che lo vidi a scuola, a quando ci conoscemmo alla scogliera. A quando arrivò da me in moto e scappammo in cerca della libertà; a quando ci tuffammo, volando come due gabbiani. A quando cademmo l'una sull'altro tra le onde del mare e sentimmo i nostri corpi toccarsi...
E così, quasi inconsciamente, lasciai andarsene un bacio dalle mie labbra.
Un bacio semplice ma vero e puro. Un bacio pervaso dall'amore che provavo per lui.
Un bacio che vibrava di impulsi, di speranze e di emozioni.
E il vento, come nella poesia, gli portò quel bacio.
Perché in quel momento, Alessandro sussultò, alzò repentinamente la schiena dal letto e si guardò intorno.
"Anna..." si lasciò uscire dalle labbra.
Si voltava, mi cercava, ma non poteva vedermi.
Ma io ero lì. E lui lo sapeva.
"Siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni"
Aveva ragione Neruda.
Oltre il nostro corpo, noi siamo i nostri sogni, i nostri desideri e le nostre speranze.
E le emozioni, non hanno bisogno di essere viste o ascoltate.
Semplicemente si sentono. Unicamente arrivano al cuore.
Mi avvicinai a lui, accarezzandogli il viso e meravigliandomi ancora una volta di quanto fosse stupendo.
Abbassai le palpebre ma nel riflesso dei miei occhi c'era ancora lui.
Alessandro si distese sul letto, agitato e col respiro affannoso.
Mi sdraiai accanto e lo abbracciai.
Poggiai la mia testa sul suo cuore.
Lui portò la sua mano al petto e disse: "anche tu sei qui".
C'ero riuscita. Per un'ultima volta, avevamo riunito le nostre anime, come viandanti che viaggiano su binari differenti che alla fine si ricongiungono.
Fu in quel momento, che Alessandro si alzò di scatto e mise la felpa.
Prese le chiavi della moto e disse: "Anna... vengo da te".

STAI LEGGENDO
Endless Rain
RomanceE' più potente il Destino o l'Amore? Nel momento più bello della sua vita, proprio quando si era innamorata follemente di un nuovo ragazzo appena trasferitosi, un tragico incidente sgretolò tutti i sogni di Anna. Nessuno la vedeva, nessuno la senti...