Da quell'incontro con Alessandro, avevo capito una cosa. Stare vicina al cuore delle persone, mi faceva sentire ancora viva.
Non sapevo cosa sarebbe successo al mio spirito di lì a poco.
Ma ero sempre più convinta che la mia anima, prima o poi, sarebbe svanita o finita nell'aldilà. E tutto avrebbe avuto fine definitivamente.
Fu per questo, che decisi di vedere di nuovo le persone che amavo.
Per quanto folle fosse, per quanto sarebbe stato doloroso, avrei goduto di quegli ultimi momenti assieme a loro.
La sera stessa, andai verso il centro del paese.
Avevo bisogno di ritrovare quel pizzico di buon umore e chi, meglio di Martina, avrebbe potuto darmelo.
La trovai di ritorno verso casa, da sola.
Vedendola in viso, non la riconobbi.
L'immagine di Marty, sempre allegra, felice e sfrontata, era sopraffatta dalla tristezza e dalla sofferenza.
Aveva gli occhi bassi e spenti, camminava lenta e svogliata con il capo chino.
Poi si fermo, in prossimità di una panchina sotto un pino, e si sedette.
A quel punto, tirò fuori dalla borsa il portafoglio, lo aprì ed estrasse una piccola foto.
Poi iniziò a piangere in silenzio.
Mi avvicinai.
Sentii un brivido.
La foto che aveva in mano ritraeva me e lei, da piccoline, abbracciate e felici.
Io e Marty ci eravamo conosciute all'asilo, all'età di quattro anni.
Io ero timidina e lei mi era venuta incontro.
"Vuoi giocare con me?" mi aveva chiesto.
Poi aveva allungato la manina per porgermi una delle sue due bamboline.
"Prendila, lei è Lilly. Questa invece è Milly" mi disse.
"Loro sono tanto amiche. Tu vuoi essere la mia migliore amica"
Ricordo solo che in quel momento fui tanto felice, sorrisi e le risposi: "Si, sarò la tua amica per sempre".
Da quel giorno, trascorremmo sempre più tempo insieme, fino a creare un legame indissolubile.
Io e lei avevamo passato tanti momenti felici ma anche alcuni momenti tristi.
In particolare, all'età di quattordici anni, i genitori di Martina decisero di separarsi.
Per lei fu traumatico e doloroso.
In quel periodo però, per aiutarla a non pensarci, la invitavo sempre a casa e passava tantissimo tempo con me.
Da quella situazione difficile, il nostro legame si fortificò sempre di più.
Cercavo sempre di farla sorridere e di trovare il modo per farla svagare, inventandomi di tutto e di più.
Un pomeriggio, le feci una sorpresa e le regalai un peluche.
Poi le dissi: "Ti assomiglia"
Marty mi disse: "è tutta colpa tua"
Io rimasi sorpresa, chiedendole: "Perché?"
Lei rispose semplicemente: "I miei genitori si sono lasciati e io dovrei essere triste. Per colpa tua invece sono tornata a ridere e divertirmi!"
Io sorrisi e i miei occhi divennero lucidi dall'emozione.
Ero così felice.
Lei aprì le braccia e mi abbracciò forte, sollevandomi da terra.
Poi mi sussurrò all'orecchio: "Ti voglio bene Anna. Non lo dimenticherò mai!"
Ormai eravamo davvero come sorelle, pronte a dar manforte l'una all'altra.
M'immagino solo quanto altro tempo avremmo potuto trascorrere insieme, quante altre avventure e risate ci saremmo potute fare.
I miei pensieri vennero però interrotti dal suo inconfondibile squillo del cellulare.
Vidi, sullo schermo del suo smartphone, il nome di chi la stava chiamando.
Ma era la mia mamma!
Martina rispose in modo ansioso e agitato.
Stava ascoltando le parole di mia madre, che io non riuscivo a sentire.
Ma non potei non notare l'espressione di Martina.
Il suo volto si era sbiancato, sembrava terrorizzato.
Le sentii solo dire: "Oddio, povera Anna, non può essere, non può essere!"
Si era portata la mano in testa e si tirava nervosamente una ciocca di capelli.
Chiuse la chiamata.
Iniziò a piangere a squarciagola, in maniera disperata.
Ma cosa le aveva raccontato mia mamma?
Quale segreto l'aveva fatta cadere in tale sconforto?
Forse erano giunti al vero motivo dell'incidente?
Non sapevo nulla, ma dovevo scoprirlo.
Prima che fosse troppo tardi.
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Endless Rain
RomanceE' più potente il Destino o l'Amore? Nel momento più bello della sua vita, proprio quando si era innamorata follemente di un nuovo ragazzo appena trasferitosi, un tragico incidente sgretolò tutti i sogni di Anna. Nessuno la vedeva, nessuno la senti...