Capitolo 5

29 4 0
                                        

Tornai a casa con l'umore spezzato a metà.

"Basta con Asiaaa!!!" Pensai scocciata.

Ero davvero infastidita di dover condividere il mio tempo con lei.

Ma dall'altra parte avrei rivisto Alessandro, senza lasciarlo da solo nelle mani di quell'arpia.

Pranzai di fretta e mi buttai sotto la doccia, per togliermi l'odore di umido che avevo addosso e per placare un po' la mia mente.

Avevo mille pensieri strani ed ero un po' frastornata ma, in fondo, non capivo bene perché.

Di certo ero stata sorpresa dall'arrivo di questo ragazzo ma mi stavo convincendo che fossi solo un po' disorientata da quella mattinata frenetica.

Di sicuro sarebbero passati pochi giorni e Alessandro sarebbe stato semplicemente un compagno di classe, come tutti gli altri.

Sarà per questo, che quel pomeriggio non mi preoccupai di tirarmi.

Privilegiai la mia naturalezza, volevo semplicemente essere l'Anna di tutti i giorni, quella che tutti conoscono.

Un paio di jeans e una maglietta informale sarebbero stati più che sufficienti.

Sistemai però i miei capelli lisci, ai quali tenevo molto. Nella bella stagione si schiarivano fino a diventare castani chiari, con qualche riflesso ramato. Mi piacevano tanto!

Infine, evitai il trucco, ma mi concessi un leggero gloss sulle labbra.

Volevo essere carina, ma naturale.

Mentre mi preparavo, ripensai a lui, iniziando a farmi alcune domande.

Che ci faceva qui? Perché si era trasferito?

Si sa, la curiosità è femmina!

Alle tre e quaranta ero pronta a uscire di casa. La mattina avevo fatto tardi a scuola e non mi sembrava il caso di replicare anche il pomeriggio.

Presi la sua felpa. Inoltre, memore dell'esperienza, anche se fuori non pioveva, mi portai un piccolo ombrellino nella borsetta.

Mancavano dieci minuti alle quattro e arrivai a Pizzeria Express.

Davanti a me, in un nano secondo, si parò Asia.

Aveva una maglietta nera aderente e un'audace gonnellina, anch'essa nera, che metteva in risalto le sue gambe belle e toniche. Di certo, non aveva paura di mostrare la sua femminilità, né tantomeno si preoccupava del giudizio degli altri.

Ai piedi, per dare un tocco di sportività con stile,  indossava delle Air Force bianchissime.

Era alta e con il fisico atletico e le sue curve sinuose non passavano inosservate.

I capelli, lunghissimi e scurissimi, le cadevano lungo la schiena, lisci come spaghetti. Anche se facevo fatica ad ammetterlo, era davvero bella.

Se solo fosse scesa da quel piedistallo, da dove guardava tutti dall'alto verso il basso, sarebbe stata una ragazza ideale.

"E tu che ci fai qui!!??" esclamò, senza neanche dirmi ciao.

"Tranquilla" risposi "devo solo lasciare la felpa ad Alessandro. Ma dato che son qui, prenderò un pezzo di pizza con voi".

E lei, istigandomi: "Ma davvero? E che pizza prenderai, fammi pensare... Una capricciosa come te immagino!".

"No cara! Una diavola come te!" replicai io senza indugi.

Asia sorrise, come se il mio fosse stato un complimento.

Ma, un attimo dopo, alzò il mento e crucciò lo sguardo, fissandomi con i suoi occhi glaciali e penetranti.  Erano profondi, scuri come l'abisso e gelidi come un ghiacciaio. Quelle pupille risaltavano nel suo piccolo viso come gli occhi di un gatto nella notte.  

Non mi feci intimorire ma cercai di smorzare i toni.

"Su Asia, facciamola finita entrambe"  le dissi, per porre una momentanea tregua.

Ma lei continuava a guardarmi in modo freddo e risoluto, senza dire una parola. Non c'era empatia nei suoi occhi, né un minimo segno di gentilezza. Le sopracciglia erano arcuate, come scolpite nella pietra e le palpebre erano tese e immobili.

"Ti consiglio di andartene" mi esortò seria e risoluta,  mentre quelle parole uscivano dalle sue labbra rosse e sfacciate.

"Io da qui non mi muovo di un millimetro!" replicai in maniera determinata.

Eravamo sul punto di andare in collisione.

Ma in quel momento arrivò Alessandro.

Endless RainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora