Era incredulo e disorientato ma meravigliato.
Meravigliato da ciò che l'amore riesce a fare.
Il suo cuore era sensibile e mi ricordavo bene di quando mi aveva raccontato della sua mamma adottiva.
Anche se non c'era più, diceva di sentirla sempre nel profondo del suo cuore.
Ed era lì, che aveva incontrato me, di nuovo.
Indossò rapidamente il casco, salì sulla moto e si diresse verso l'ospedale.
Le due ruote solcavano la strada velocemente, come una freccia che taglia il vento in direzione del bersaglio.
Arrivò, entrò di fretta e chiese informazioni alla reception. Poi corse verso il reparto dove il mio corpo giaceva sul letto.
Era agitato e suonò ansioso il citofono, attendendo dagli infermieri il permesso di entrare.
Poco dopo, uscì un operatore sanitario: era un ragazzo gentile, e gli fece un cenno per accedere alla mia camera.
Si poteva entrare uno alla volta. Saremmo stati soli, io e lui.
Alessandro entrò con l'ansia di vedermi ma quando scorse il mio corpo disteso ed esanime, intubato e pieno di fili, si bloccò.
Era fermo, come fosse impaurito e scosso a quella vista.
Anche per me, era la prima volta che rivedevo il mio corpo, dopo il giorno dell'incidente.
Provai una sorta di compassione verso me stessa.
Cosa rimaneva di me?
Capii che senza spirito, senza quel soffio vitale che ci rende unici, non siamo nulla.
Solo semplice materia inerte.
Ma Alessandro, dopo aver superato il blocco iniziale, si avvicinò a me.
Allungò la sua mano verso la mia e me la accarezzò delicatamente.
Mi guardava ma restava in silenzio.
Eppure i suoi occhi parlavano e raccontavano una storia malinconica.
Il suo sguardo racchiudeva nostalgia e dolore, sogni e tristezza.
Poi si abbassò, poggiando un ginocchio a terra e accostandosi ancora di più.
"Anna" – mi disse – "ti ricordi quando siamo usciti per la prima volta insieme?
Ti ricordi di quanto ti dissi cha a volte abbiamo delle cose meravigliose accanto, ma siccome ci sembrano normali, non ce ne accorgiamo?
Volevo dirti che quel giorno, nella tua normalità e semplicità, io mi accorsi di avere una ragazza meravigliosa accanto.
E lo capii subito.
Compresi di quanto il tuo animo fosse limpido, di quanto tu fossi bella, dentro e fuori."
Quelle parole colmarono di gioia il mio cuore. Alessandro si stava aprendo a me.
Avremmo dovuto incontrarci la sera di quel dannato giorno, in riva al mare, per raccontarci le nostre emozioni e ciò che provavamo l'una nei confronti dell'altro.
Ormai ero convinta che non avrei saputo più nulla di ciò che lui sentiva per me e invece, come un fulmine a ciel sereno, era arrivato quel momento.
Alessandro mi sussurrò: "Mi ricordo ancora la prima volta che ti vidi. Arrivasti a scuola sconvolta, senza fiato e bagnata dalla pioggia. Eri scompigliata e arruffata, eppure così bella. Sarei rimasto ore e ore a guardarti. Eri lì, ferma sull'uscio della porta, con i capelli bagnati che ti scendevano sul viso e ti rendevano così seducente. Nella tua naturalezza, i tuoi occhi brillavano di dolcezza. E quando mi voltai per prestarti la felpa, fui rapito dalla tua timidezza. Eri schiva, un po' timorosa e per questo non volli essere invadente. Per questo accettai l'invito a uscire con Asia, senza sapere che non andavate per nulla d'accordo. Poi però il caso, o forse il destino, ci ha fatto rincontrare lo stesso pomeriggio. Alla scogliera, mi sembrò di vivere l'inizio di una favola. Più ti conoscevo e più rimanevo incantato dalla tua sensibilità e dal tuo essere così spontanea. E non sai quanto ho ringraziato il cielo per quella pioggia, che ci fece correre così vicini."

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Endless Rain
RomanceE' più potente il Destino o l'Amore? Nel momento più bello della sua vita, proprio quando si era innamorata follemente di un nuovo ragazzo appena trasferitosi, un tragico incidente sgretolò tutti i sogni di Anna. Nessuno la vedeva, nessuno la senti...