Capitolo 30

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Nel frattempo, Micol era tornata in giardino.

Si era seduta sul divanetto di vimini, sola e immersa in chissà quanti pensieri.

Odiavo vederla così.

Con lei ci conoscevamo da relativamente poco.

Ci eravamo viste per la prima volta in primo superiore, quando entrai in classe il primo giorno di scuola.

La prima sensazione che ebbi è che fosse una tipa riservata, che non dava troppo confidenza.

Le altre ragazze la trascuravano, forse perché lei non amava mettersi in mostra e rimaneva piuttosto sulle sue.

All'inizio, neanche io ci parlavo più di tanto.

Poi un giorno, durante la verifica di matematica, la prof rimescolò i posti nei banchi e mi trovai accanto a lei.

Iniziai a leggere il compito e in breve andai in panico.

Giuro, avevo provato a studiare, ma la matematica non era il mio forte e tra problemi, formule e calcoli, il mio cervello era andato completamente in tilt.

Iniziai a grattarmi la testa nervosamente, come se avessi le pulci.

Poi iniziai a guardarmi a destra e sinistra per cercare di sbirciare qualcosa dai fogli degli altri.

Alzai anche istintivamente lo sguardo al cielo. Forse speravo nell'aiuto di qualche santo!

Fu in quel momento che Micol mi chiamò a bassa voce: "Anna".

Mi voltai verso di lei, che nel mentre aveva già fatto il compito e aveva spostato il foglio verso di me, in maniera ben visibile.

La guardai sorpresa, non me lo sarei aspettata.

Non ci avevo mai parlato tanto fino a quel momento, diciamo che l'avevo calcolata davvero poco.

Ma Miky si era accorta che fossi in difficoltà e mi aveva lasciato copiare.

Quando la verifica terminò la ringraziai tantissimo e lei mi disse: "Senti Anna, se vuoi oggi pomeriggio puoi venire a casa mia. Così ti spiego matematica e la prossima volta non avrai problemi!"

Era stata troppo carina e accettai con piacere.

Fu in quel momento che Martina, avendoci ascoltato, le chiese: "Posso unirmi anch'io? Anche perché nel compito ho tirato i numeri a caso, tipo estrazione del super enalotto. E credo che dovrò recuperare!"

Fu così, che per la prima volta, ci trovammo tutte e tre assieme.

Fu un pomeriggio fantastico. Dapprima perché io e Marty finalmente capimmo gli esercizi di matematica.

E poi perché, dopo lo studio, uscimmo insieme e capimmo un'altra cosa: Miky era una ragazza d'oro.

Era gentilissima, di un'empatia incredibile e di una sensibilità straordinaria.

E poi, parlandoci, avevamo scoperto una cosa: era anche simpaticissima.

Io e Marty ci affezionammo a lei e dal quel giorno formammo un trio indissolubile.

Ed è per questo che ora, vederla lì sola su quella panchina, mi spezzava il cuore.

In quel momento, Marco e Rebecca le passarono davanti ballando.

I suoi occhi erano così tristi.

Poi la musica terminò e, prima di una nuova canzone, Marco si staccò da Rebecca e si sedette sul divanetto, proprio accanto a quello in cui stava Miky.

Rebecca gli lanciò uno sguardo malizioso, dopodiché si sedette sulle gambe di Marco.

Miky abbassò lo sguardo.

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