Andai a dormire agitata, tra mille dubbi e paure che mi avrebbero riservato il giorno successivo.
L'indomani, mi trovai nel pomeriggio a Torre Picena.
Il cielo era scuro e sembrava promettere pioggia.
Arrivai di corsa sotto il torrione, nella speranza di vedere Alessandro.
Lui però non c'era.
Aspettai e aspettai, voltandomi spesso a destra e sinistra, nell'intento di scorgerlo.
Il tempo passava inesorabile e io iniziavo ad agitarmi sempre di più.
Poi all'improvviso, il mio sguardo scorse proprio lei.
Gloria stava arrivando e stava venendo verso di me.
"Che ci fai qui?!" m'intimò "Ti avevo detto che non avresti più dovuto farti vedere!"
"Dov'è Alessandro?" domandai io con voce impaziente.
Lei si mise a ridere. Rideva e non smetteva.
"Ma allora non te lo capisci?" mi disse convinta "Lui sta con me, di te non gli importa nulla!".
Ero certa che stesse bleffando, che volesse prendersi gioco di me.
Eppure, la mia apprensione cresceva e il mio cuore batteva con ansia.
Fu in quel momento, che finalmente i miei occhi incontrarono quelli di Alessandro.
Stava arrivando dalla parte opposta. Gli corsi incontro. Avrei voluto abbracciarlo, stringerlo e baciarlo.
Ma lui, alzando il braccio, antepose la sua mano verso di me per fermarmi.
"Alessandro, sono Anna, non mi riconosci?" gli urlai io sorpresa da quel suo gesto inaspettato.
"Sono viva Ale!" dissi con voce tremolante.
Ma lui scosse la testa e poi, con tono sicuro, mi avvertì: "Mi dispiace... ma non voglio inciampi nella mia storia con Gloria!"
Rimasi allibita, distrutta psicologicamente di fronte a ciò che le mie orecchie stavano sentendo.
Non lo riconoscevo, non poteva essere il ragazzo sensibile e pieno di empatia che avevo conosciuto pochi mesi prima.
"Alessandro, ti prego, permettimi solo di parlarti" lo implorai.
Ma lui, freddo e spietato come un serial killer, uccise le mie speranze con una parola, che uscì dalla sua bocca letale come una pallottola: "Vattene!"
Gloria, in tutto questo, continuava a ridere e a godere del mio dolore.
Alessandro le andò in contro e le sussurrò: "Lo sai che amo solo te".
Poi, prendendole il viso tra le sue mani, la portò in modo irruento verso di sé.
Non potevo crederci. Stava baciandola davanti a me. Senza ritegno, senza un filo di sensibilità e senza un minimo di rispetto per il legame che c'era stato tra di noi.
Mi voltai e iniziai a correre disperata e in preda al panico.
Piangevo e urlavo, mentre il mio sogno andava in frantumi, sgretolandosi con la fragilità di un cristallo.
Nella frenesia di quella corsa folle, mentre il fiato iniziava a mancarmi, inciampai, cadendo rovinosamente a terra.
Mi ero arresa. Avevo perso, uscendo sconfitta e umiliata.
Poi, mentre ancora distesa a terra, sentii una voce: "Anna... Anna... Tutto bene? Su, alzati"
Ma chi era? Era una voce familiare.
"Su Anna, svegliati che la colazione è pronta"
Era la voce di mia mamma.
Di soprassalto aprii gli occhi.
Ero distesa sul letto di casa, nella mia camera.
Quell'incubo era stato solo un brutto sogno.

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Endless Rain
RomansaE' più potente il Destino o l'Amore? Nel momento più bello della sua vita, proprio quando si era innamorata follemente di un nuovo ragazzo appena trasferitosi, un tragico incidente sgretolò tutti i sogni di Anna. Nessuno la vedeva, nessuno la senti...