Capitolo 6

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"Ciao Asia, ciao Anna!" – ci salutò con un sorriso genuino.

Asia lo salutò con un abbraccio mentre io, da dietro, alzai timidamente la mano.

"Prendiamo questa pizza allora?" Proseguì lui.

Ci sedemmo al tavolino sotto il gazebo, con tre margherite, due the freddi e una Coca.

"Come mai ti sei trasferito qui?" – gli chiesi.

"Per lo sport" – rispose lui – "gioco a calcio e il mio cartellino è stato acquistato dalla società del vostro paese"

Poi continuò: "Lo scorso anno la vostra squadra è andata bene in campionato e quest'anno punta alla promozione. Io invece sono stato capocannoniere. La società mi ha cercato e per me è una grande occasione. Potrò crescere, mettermi in mostra, oltre al fatto di poter giocare in una categoria superiore. Spero di dare il meglio di me e di contribuire alla vittoria finale!"

"Io farò il tifo per te!" – esclamò Asia.

"Bene, mi fa piacere!" Rispose Alessandro "Ma cambiando discorso, vi siete messe d'accordo su cosa farmi conoscere di Baia?"

"D'accordo con Anna? Assolutamente no. Ma io ho una marea di cose da farti vedere!" rispose sempre Asia.

Alessandro guardò l'orologio e poi ci disse: "Ragazze, sono le quattro e mezza. Io alle sei e mezza ho l'incontro con un dirigente della squadra. Per cui facciamo una cosa. Ciascuna di voi due sceglie un posto da farmi vedere, magari il vostro preferito."

"Inizio io!" scalpitò Asia "Ti porto al Castello di Levante"

Devo dire che aveva scelto bene. Il castello era davvero bello e affacciava sul mare. Era un'antica fortezza, costruita nella prima metà del XII secolo e si presentava come un vasto quadrilatero, al centro del quale spiccava un'alta torre rivolta verso il mare.

Oltretutto distava solo pochi minuti dalla pizzeria.

"Eccoci arrivati!" gridò Asia "Questo è il castello e quella è la sua Torre. Serviva ai nostri abitanti, in passato, per sorvegliare il Paese dall'attacco dai pirati. Sai, la Baia è così carina che i pirati volevano sempre conquistarla!"

Asia parlava e parlava, sembrava davvero una guida turistica intenta a spiegare ogni dettaglio!

Alessandro rimaneva in silenzio, intento ad ascoltarla, mentre qualche sguardo indiscreto gli sfuggiva sul corpo di lei. La pelle di Asia, leggermente olivastra e già dorata dal sole, la rendevano sensuale.  E le sue movenze, scaltre e decise, le conferivano un certo fascino. 

"All'interno invece" – Continuò sempre lei– c'è l'Arena del Giglio. "è davvero fantastica e l'adibiscono a spettacoli teatrali oppure ai concerti"

"Caspita! Proprio una bella cosa!" rispose Alessandro incuriosito.

"A proposito!" Proseguì Asia – "proprio stasera c'è il concerto di Gemy! Io avevo preso due biglietti ma la mia amica Erika è a letto con l'influenza. Vieni tu, dai!"

La faccia di Alessandro era interdetta, evidentemente era stato spiazzato anche lui dalla sua esuberanza.

"Dai ti prego! Non mi mandare da sola! Per favore!" gli chiese lei astutamente.

"Ehhh... va bene" acconsentì lui con un sorriso.

Asia aveva di nuovo colto nel segno. Più la guardavo e più ero convinta che avesse orchestrato tutto sin dall'inizio.

Portarlo a vedere il castello, parlargli dell'arena, fino a inventarsi del biglietto in più.

E oltretutto, Alessandro, seppur un po' preso alla sprovvista, sembrava aver gradito.

Mi stavo sempre di più convincendo che Asia avesse un certo interesse per lui e che la cosa fosse reciproca.

"Ma che diavolo ci sono venuta a fare?" pensai deprimendomi.

Mi sembrava di essere il terzo incomodo. O forse Alessandro mi aveva chiamata solo per rompere il ghiaccio con Asia e per non rendere troppo impegnativa la prima uscita con lei.

Ero assorta in questo dubbio amletico, ma all'improvviso lui si rivolse a me: "Tu Anna, invece dove mi porti?"

Caddi letteralmente dalle nuvole. Non volevo sembrare impacciata, ma sono sicura che lo fossi.

Poi mi venne un'idea: "Ti porto alla scogliera!"

"Dove? Ma sei impazzita?" ribatté Asia. "Io là non ci vengo, non voglio mica rovinarmi le scarpe tra la sabbia e gli scogli!"

Così, senza neanche salutarmi, si voltò verso Alessandro e gli ricordò: "Ciao Ale, ci vediamo qui stasera alle dieci"

E se ne andò. Aveva ottenuto ciò che voleva, tutto il resto per lei era solo una perdita di tempo.

Così mi ritrovai sola con lui. Era una sensazione strana. Mi era capitato di stare da sola con un amico, ma con lui era diverso. Lo conoscevo da pochissimo e seppur mi avesse raccontato qualcosa di lui, aveva una sorta di aria misteriosa.

"Andiamo Anna?" mi chiese, spezzando di netto i miei pensieri.

"Certo, Alessandro!" risposi io, impacciata ma contenta.

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