L'indomani, mentre ero intenta a fare gli esercizi di riabilitazione, un nome mi suonava sempre in testa.
Era quello di Gloria.
Aveva chiesto ad Alessandro di tornare insieme e lui avrebbe dovuto darle una risposta.
E pensavo a lui con lei, che riprendevano da dove si erano lasciati, dando inizio a una nuova storia.
In fondo, mi dicevo, devo accettare anche le sconfitte. Ma sapevo che stavo mentendo a me stessa.
Però, provavo a convincermi che ero già stata fortunata a essere viva, e che dalla vita, non dovevo pretendere troppo.
In pratica, ero estremamente confusa, la mia mente provava a giustificare ciò che il mio cuore non accettava: che Alessandro, potesse stare con un'altra.
Lo scorrere dei miei pensieri fu interrotto dal suono del campanello.
Mia madre andò per aprire.
"Chi sarà mai?" mi domandai incuriosita.
Quando la porta si aprì, fu per me una sorpresa piacevolissima!
"Oddio, buongiorno prof!" gridai nel vedere il professor Giunta.
"Annina mia, vieni qui, fatti abbracciare" mi disse affettuosamente.
Ero davvero contenta di poterlo rivedere e così felice che fosse venuto a trovarmi in piena estate.
"Come stai?" mi chiese amorevolmente.
"Sto facendo riabilitazione per poter tornare a camminare bene. Trovo un po' di difficoltà, soprattutto nel fare i gradini!" risposi io un po' sconsolata.
"Tornerai più forte di prima, puoi scommetterci" rispose lui. Che continuò: "Sai, dopo una caduta, l'importante è rialzarsi. E tu, cara mia, ti sei rialzata alla grande".
Sorrisi, grata per quelle parole di conforto. Poi gli dissi: "Sa prof, i medici mi hanno detto che devo dare tempo al tempo, ma io non ho pazienza. E vorrei che questo maledetto tempo volasse e che potessi correre come una volta, sin da subito".
Il professor Giunta sorrise. Poi mi disse: "Cara Anna, il tempo, di per sé, ha un valore relativo. È come lo nutri, che fa la differenza."
Guardai un po' sbigottita il prof e gli dissi: "Mi spiace, ma credo di non aver capito cosa intenda."
Mi spiego meglio, rispose lui teneramente: "gli antichi Greci utilizzavano due parole diverse per descrivere il tempo: Chronos e Kairos.
Chronos è il tempo scandito dalle clessidre, dagli orologi e dai calendari. È il senso quantitativo del tempo, misurato in minuti, ore, giorni, mesi o anni.
Poi però, c'è Kairos. È il tempo che, nei secoli, è stato narrato attraverso l'arte, la poesia, la musica. E si misura in emozioni, risate, abbracci, amore e sogni diventati realtà.
Mentre attendi che Chronos scorra e che tu possa guarire, nutri il tuo Kairos. Il frate francescano Richard Rohr, ha definito Kairos come l'insieme di istanti così meravigliosi in cui, sottovoce, sussurriamo: Questo momento è perfetto.
Segui i tuoi sogni Anna, non arrenderti mai e fai di tutto per realizzarli. Fai sì che il tuo tempo si riempia di emozioni, perché un singolo istante di Kairos potrà renderti felice e riempirti il cuore e l'anima. E così, anche tu potrai dire: Questo momento è perfetto."
Ero letteralmente rimasta incantata dalle parole del prof. Mi avevano spalancato le porte di un mondo e mi avevano dato un'energia che non avevo mai sentito prima.
I miei occhi lucidi guardarono i suoi occhi profondi. Mi alzai e lo abbracciai di nuovo, dicendogli semplicemente: Grazie.
Ma era un grazie vero, un grazie sincero, che veniva dal profondo del mio cuore.
Lui, con la sua solita serenità e pacatezza, mi sorrise e mi disse: "Grazie a te Anna. Non sai quanto la tua esperienza mi abbia insegnato. Se non ti dispiace, prima di andar via, vorrei lasciarti un pensiero."
Fu a quel punto, che rovistò nel suo borsellino, cercando di tirar fuori qualcosa.
Quando vidi cosa estrasse, rimasi a bocca aperta.
"Tieni Anna, questo è per te" mi disse, ponendomi tra le mani il suo quadernino di poesie.
Era il quaderno dove, quella volta al lungomare, aveva trascritto la poesia di Pablo Neruda, che mi aveva dato la spinta per arrivare al cuore di Alessandro.
Poi proseguì: "Spero possa piacerti, qui ho sempre trascritto le poesie che, nella vita, mi hanno dato la forza di amare, di superare i momenti difficili o l'ispirazione per affrontare le sfide della vita. Mi divertivo, la sera prima di andare a letto, ad aprire a caso una pagina del quaderno. E leggevo la poesia che capitava. Perché l'Universo, a volte ci manda dei segnali. Sta solo a noi saperli cogliere".
Rimasi senza parole: "Caro prof, non so quanto tempo abbia dedicato a scrivere tutto questo. Non vorrei privarla di un oggetto prezioso e così intimo."
"Tienilo pure Anna" mi rispose "tu sei giovane, sarò felice di sapere che un po' di me sarà sempre con te."
Detto questo, il professor Giunta accettò ben volentieri un caffè da mia mamma, che sembrò gustare fino all'ultimo piccolo sorso.
Poi si alzò, e ringraziando per l'ospitalità, ci salutò, andandosene e chiudendo delicatamente la porta dietro di sé.
La sera stessa, prima di addormentarmi, i pensieri del pomeriggio tornarono ad affacciarsi alle finestre della mia mente. Iniziai a domandarmi se avessi dovuto cancellare Alessandro dalla mia testa e riniziare libera la mia vita. Ci sarei riuscita? Avrei potuto vivere senza di lui?
Accesi la radio, e una canzone romantica avvolse la stanza.
Era "Si no estàs" di Inigo Quintero.
Poi, presi il quaderno che mi aveva regalato il prof e lo aprii su una pagina a caso, come faceva lui.
Iniziai a leggere.
Poesia di John Keats – Senza di te
Non posse esistere senza di te.
Mi dimentico di tutto tranne che di rivederti
La mia vita sembra che si arresti lì,
non vedo più avanti.
...
Sarei estremamente triste
Senza la speranza di rivederti presto.
...
Mi hai rapito via l'anima con un potere
cui non posso resistere.
...
Mi sforzai spesso di ragionare
Contro le ragioni del mio amore
Ora non sono più capace
Sarebbe una pena troppo grande
Il mio amore è egoista.
Non posso respirare senza di te.
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Endless Rain
RomanceE' più potente il Destino o l'Amore? Nel momento più bello della sua vita, proprio quando si era innamorata follemente di un nuovo ragazzo appena trasferitosi, un tragico incidente sgretolò tutti i sogni di Anna. Nessuno la vedeva, nessuno la senti...