Capitolo 43

6 3 0
                                    

Erano circa le quattro quando mi recai a casa di Asia. Distava circa quindici minuti a piedi da casa mia.

Quando arrivai, la trovati già fuori casa, con le chiavi dello scooter in mano.

"Ma non andiamo in autobus?" le chiesi io incuriosita.

"Sali dietro, tesoro!" Mi rispose determinata, battendo la mano sul sedile dello scooter.

E proseguì: "La rotta è per casa di quel principino di Nicholas e per la dolcissima sua sorellina!".

Mi fece ridere. Ma se il mio intento era di trovare Alessandro attraverso Gloria, non avevo la minima idea di cosa avesse in mente Asia.

Nicholas non si era minimamente reso conto di essere stato scoperto e, a dirla tutta, avevo un po' di paura di cosa sarebbe potuto succedere.

"Pronta a partire Annina? Posso chiamarti Annina, vero?" mi chiese in modo spiritoso prima di mettersi il casco.

Ero rimasta completamente sorpresa da come si era rivolta a me.

"Annina" era il nomignolo con cui mi aveva chiamato fino a un paio di anni prima, quando ancora eravamo legate da una profonda amicizia, prima che i nostri caratteri andassero in collisione.

Lei era più alta di me e quel soprannome era un modo scherzoso di prendermi in giro, poiché ero più piccola di lei.

"Certo che mi ci puoi chiamare, Isy!" risposi io, chiamandola con il nomignolo che io usavo invece per lei.

Partimmo e una stranissima emozione mi colpì nel profondo.

Trovarmi, dopo tanto tempo, in sintonia con lei, mi aveva risvegliato vecchi ricordi.

Le giornate al mare che passavamo insieme, le sere d'inverno trascorse io e lei a guardarci un film mentre sgranocchiavamo pop corn, le telefonate che ci facevamo per parlare di tutto e di più.

Ma com'eravamo arrivate a odiarci? Perché mai avevamo incrinato quel rapporto di amicizia.

Purtroppo, era iniziato tutto da lei, che a un certo punto iniziò a farsi fredda nei miei confronti fino a essere scontrosa e provocatoria. Non ne avevo mai capito il perché. Evidentemente, crescendo, si erano formati due caratteri diversi e incompatibili. Ad ogni modo, questa era solo la mia idea. La mia colpa, era di non aver mai cercata di chiarire, avevo sempre risposto al fuoco con il fuoco e questa guerra tra noi ci aveva portato a non poterci vedere, né sopportare.

Ma ora le cose sembravano cambiate. Ma non mi spiegavo il perché.

Eppure adesso eravamo insieme, a farci forza a vicenda, a scambiarci i problemi: era come se il tempo fosse ritornato indietro e fossimo ancora unite da un legame di sincera amicizia.

Asia guidava lo scooter concentrata e spedita, mentre io mi perdevo in questi pensieri, domandami se anche lei stesse facendo lo stesso.

Dopo circa un'ora, arrivammo di fronte a una bellissima villetta.

"Siamo arrivate." mi disse risoluta.

Era decisa e carica, forse un po' tesa ma non sembrava per nulla intimorita.

Scesi dallo scooter, tolsi il casco e rimasi meravigliata di quanto elegante fosse la casa di Gloria.

Era attorniata da una recinzione coperta da una folta siepe. All'interno, nel giardino ben custodito si ergevano delle statue bianche rappresentanti delle Venere. Era tutto così raffinato e accurato, quasi fin troppo.

Asia suonò il campanello e il cancelletto dell'ingresso venne aperto.

Dalla porta della villa, uscì in tutto il suo splendore Gloria, vestita in un tubino leggiadro e fine, indossato in occasione del compleanno del fratello.

Endless RainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora