Capitolo 36

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Gloria si alzò dalla panchina, gli sorrise, lo salutò con un fugace gesto della mano e gli lanciò un bacio.

Poi si allontanò di pochi metri. Ad aspettarla c'era Jenny.

"Com'è andata?" le chiese curiosa.

E Gloria, passandosi le mani tra i lunghi capelli, rispose convinta: "Come doveva andare."

Jenny si mise a ridere e poi incalzò l'amica: "State di nuovo insieme?"

E lei: "Non ancora, ma tempo un giorno e cadrà di nuovo ai miei piedi. Tempo due giorni e sarà il mio zerbino."

Dopo questa triste battuta, anche Gloria si mise a ridere.

Aveva detto ad Ale che sarebbe cambiata e invece, voltato l'angolo, era sempre lei.

Cinica e falsa, un'egoista posta su un piedistallo.

Lei non conosceva cos'è l'amore.

Era chiaro che per Gloria, lui fosse solo uno sfizio, una rivincita all'umiliazione ricevuta quella sera, quando Alessandro l'aveva mollata da sola, dopo che lei aveva fatto la sua ennesima sceneggiata.

Lo avrebbe illuso, gli avrebbe fatto credere di amarlo. Poi, quando si sarebbe stufata, lo avrebbe lasciato, come se niente fosse. Ma questa volta gli avrebbe fatto ancor più male.

Immaginarmi Alessandro tra le sue braccia faceva star male anche me.

Avrei accettato potesse finire con altre mille ragazze, ma con lei no.

Non lo meritava.

Vidi Gloria e Jenny allontanarsi e io mi diressi nella direzione opposta.

Attraversai il parco e mi diressi per il lungomare.

Vedere la spiaggia, i chioschetti e respirare l'aria del mare al tramonto era una cosa che amavo fare quando stavo bene.

Mi piaceva passeggiare e guardare la gente: i genitori con i figli che andavano in bici, i ragazzi che giocavano a beach volley in spiaggia e quelli che stavano seduti ai tavolini all'aperto dei bar che davano sul litorale.

Era un clima di gioia e di spensieratezza che mi faceva star bene.

Fu in quel momento che vidi passare Asia.

Era vestita con un tubino azzurro aderente, capelli passata con la piastra e un leggero trucco.

"È vero!" pensai "Ha l'aperitivo con un ragazzo!"

L'aveva detto la mattina stessa a Martina.

La vidi fermarsi all'entrata di un chioschetto.

Tempo neanche sessanta secondi e arrivò lui.

Non lo avevo mai visto. O forse sì, da qualche parte.

Era un ragazzo davvero bello. Alto, castano chiaro e con gli occhi chiari.

Avrà avuto circa due o tre anni più di lei.

Aveva una camicia bianca di lino, slacciata fino ai pettorali e un blu jeans.

"Ciao Nicholas, primo appuntamento e già sei in ritardo di un minuto!" esclamò Asia ridendo.

Era incredibile come potesse esprimersi con tanta naturalezza, senza essere impacciata di fronte al fascino di lui.

Nicholas la guardò profondamente negli occhi e le rispose risoluto: "Saprò farmi perdonare, dolcezza."

I due entrarono nel chiosco e si sedettero al tavolo.

"Cosa posso offrirti?" chiese lui.

"Un cocktail che mi faccia divertire, emozionare e impazzire..." rispose lei divertita.

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