Un compromesso - 8

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° JOY

Non ce la faccio a ricordare, e non ce la faccio a sopportare quel dolore. Dimenticare una cosa del genere non è facile... Ormai ci convivo da diversi mesi e non è cambiato niente. Dicono che con il tempo si dimentica tutto, ma è una vera stronzata, perché io so già che non potrò mai dimenticare quel giorno. Matt non mi risponde ma si avvicina ancora di più a me, ed io non riesco proprio a smettere di piangere. "Joy per favore...non piangere più." mi strofina una mano sulla spalla cercando di rassicurarmi, poi si alza, e si avvicina al cassetto della cucina per prendere qualcosa. Ritorna accanto a me e mi cede un fazzolettino. Lo prendo con gli occhi pieni di lacrime. Mi sento uno straccio in questo momento. Mi prende il viso con una mano e mi costringe a guardarlo negli occhi. I nostri visi sono distanti di qualche millimetro. Nonostante sia stato tutta la giornata fuori sotto la pioggia fitta, riesco a sentire ancora il suo profumo. "Adesso basta piangere Joy Marshall, mi hai allagato il salotto" sul suo volto compare un leggero sorriso, ma non è affatto come i suoi soliti sorrisi di divertimento, ha un qualcosa di diverso che non so spiegarmi. Sorrido leggermente con le lacrime agli angoli degli occhi. Lascia aderire la sua fronte alla mia, e i suoi occhi sono fissi nei miei. Non hanno un contrasto...partono da lui e finiscono a me. Occhi azzurri contro occhi azzurri. Sospira e poi chiude un momento gli occhi mordendosi le labbra. "E' meglio che adesso vai a riposare signorina Joy. Sei stanca"

° MATT

Stanotte non sono riuscito a chiudere occhio, non facevo altro che pensare a cosa possa essere successo di tanto grave a quella donna da farla piangere così. Io odio vedere le donne piangere, a maggior ragione se il loro pianto è dovuto a causa mia. Sono sempre stato lontano dalle donne dal carattere come quello di Joy Marshall, così deboli ma allo stesso tempo forti e decise. Ho sempre preferito la facilità delle cose, le storie di una notte e via, quelle che puoi liberartene senza troppi scrupoli la mattina e che non hanno bisogno di regole e di dosi giuste d'amore e di gelosia. Semplicemente consumi la tue voglie senza troppi problemi. Esco dalla mia stanza e percorro a piedi scalzi il corridoio. La porta di Joy è ancora chiusa. Dopo un attimo di esitazione mi avvicino e busso piano. "Joy? Sei sveglia?" dall'interno della stanza non provengono suoni, allora busso nuovamente. Ad un tratto la porta di casa si spalanca e Joy varca la soglia piegandosi in avanti e posando le mani sulle ginocchia per prendere fiato. Percorro il corridoio e mi avvicino lei "Joy dove sei stata?" alza lo sguardo su di me e il suo volto è stanco e bagnato di sudore. "Ho fatto una corsa, avevo bisogno di prendere un po' d'aria." - "Per quanto tempo hai corso?" si sposta una ciocca di capelli davanti al viso "Non lo so, era ancora buio quando sono uscita." Cristo. Ritorna a mettersi dritta e si avvicina alla cucina per versarsi un bicchiere d'acqua fresca. "Stai bene?" annuisce con lo sguardo perso davanti a lei e poi ad un tratto le sue gambe cedono e cade. "Cristo! Joy!" mi avvicino immediatamente a lei e le prendo il volto tra le mani. "Joy? Joy parlami" la prendo di peso e mi avvicino al divano posandola delicatamente. Sul suo volto compare una leggera smorfia e inizia guardarsi un po' in giro con aria smarrita "Matt..io..." le prendo il viso tra le mani cercando di farmi guardare "Joy, hai un calo di zuccheri, adesso me la vedo io, tu resta qui calma e non ti muovere." senza aspettare risposta mi dirigo verso la cucina e preparo un po' d'acqua e zucchero e torno davanti a lei. Le prendo la testa e l'aiuto a bere "Ma cosa diavolo ti è venuto in mente? Correre così tanto tempo...per giunta a digiuno anche" posa la testa alla spalliera del divano e mi guarda "M...mi dispiace, io..non mi sono resa conto che ho corso per così tanto tempo" Il telefono prende a squillare improvvisamente. Mi alzo e mi avvicino al tavolo per recuperarlo. "Pronto?" - "Ciao, avevo un figlio che mi chiamava una volta" La voce di mia madre mi riporta alla mente la chiamata che avrei dovuto farle la settimana scorsa. Mi gratto la testa e mi volto a guardare un momento Joy che è abbandonata con la testa sulla spalliera e guarda il soffitto. "Sì mamma hai ragione, sono stato molto impegnato e ho dimenticato di richiamarti, scusami." - "Non scusarti, ma quando pensi di venire a trovare la tua vecchia?" - "Presto mamma, te lo prometto. Ora però devo andare perché sennò faccio tardi a lavoro. Ci sentiamo presto." - "D'accordo tesoro a presto, ciao" chiudo la comunicazione e mi avvicino a Joy. Appena mi vede davanti a lei, si sistema meglio per guardarmi. "Grazie." - "Non ringraziarmi Joy Marshall, che non ti venga più in mente di fare una cosa del genere. Mi hai capito?" Annuisce silenziosamente. "Ora devo prepararmi per andare a lavoro, ce la fai a stare sola? Non preoccuparti della casa e delle robe oggi." - "Sì, ce la faccio" sospiro guardandola fisso. "D'accordo, ho un telefono in più, te lo lascio sul tavolo con il mio numero salvato. Se hai bisogno di qualcosa o non ti senti bene, chiamami pure a qualsiasi ora d'accordo?" Annuisce silenziosamente. "Bene,vado a prepararmi."

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