Un compromesso - 28

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°MATT

Non so cosa mi sia preso e non so cosa sia successo fuori sotto la pioggia, ma adesso guardando Joy pettinarsi i capelli dopo la doccia mi rendo conto che è assolutamente bellissima, mi rendo conto che sono stato cieco tutto il tempo. Si volta di scatto con la spazzola a mezz'aria e mi sorride. "Ciao agente" - "Ciao donna misteriosa" entro nella sua stanza e percorro lentamente il tratto che divide la porta dal comò. Lei resta ferma, immobile. Le prendo la spazzola che ha tra le mani, la poso sul comò e torno ad incrociare i suoi occhi. Sorrido e lei ricambia senza timori. "Io... ecco..." - "Tu cosa Matt?" scuoto la testa ridendo. "Ok perfetto Joy Marshall, per una volta sei tu a lasciarmi senza parole" si morde le labbra arrossendo. Sospiro e le accarezzo il viso. "Ti va di ascoltare la pioggia?" sgrana gli occhi. "Ma abbiamo appena finito di fare la doccia!" - "No, questa volta l'ascoltiamo in modo diverso." - "In modo diverso?! Come sarebbe a dire? Mi spaventi quando non parli chiaramente agente Johnson." Sorride a braccia incrociate. "Vedo che continui a fare domande" - "Sempre!" - "Mmm... allora dobbiamo trovare una soluzione" - "Una soluzione?! Cosa intendi fare?" - "Sì, credo proprio che dobbiamo trovare un soluzione, e dobbiamo trovarla.... adesso!" La prendo improvvisamente sulle spalle ed esco dalla stanza dirigendomi lungo il corridoio. La sento ridere di gusto, la sua risata riesce quasi a sovrastare il rumore della pioggia. "Matt Johnson, guarda che se non mi metti giù subito me la paghi!" Le tiro uno schiaffo sul sedere e la sento urlare per la sorpresa. "Mi hai appena tirato uno schiaffo sul sedere?!" - "Proprio così, e voglio proprio vedere cosa farai."

°JOY

Entriamo nella sua stanza e mi mette giù delicatamente. Mi guarda sorridendo. Non posso crederci, non posso credere che l'uomo che fino a ieri detestavo è qui davanti a me che mi sorride come un bambino. "Mi odi ancora?" - "Sì, ti odio ancora, anche più di prima in questo momento" ride scuotendo la testa. "E tu resti sempre la donna più esasperante e testarda che abbia mai conosciuto." Si protende su di me guardandomi serio. "E sei una bugiarda anche." Deglutisco. Cavolo il suo sguardo è..... Dio! Così intenso. "Non sono una bugiarda!" Sospira sorridendo, si allontana da me e si distende sul letto. Mi volto a guardarlo e il suo sguardo è rivolto al soffitto. E adesso che faccio? Cavoli devo ammettere che è davvero... davvero dolce, e bello. Molto bello. "Che fai lì impalata?" - "Ehm... come?!" si volta su un fianco con un braccio sotto la testa e mi osserva divertito. "Vieni qui Joy" - "Ecco io... io devo andare di là a..." - "Joy? Dobbiamo solo parlare" mi avvicino a letto e mi distendo accanto a lui guardando il soffitto. "Non mi sento a mio agio qui." - "In che senso?" - "Nel senso che qui tu... ecco.." - "Vengo qui con le altre?" annuisco. Dio tutta questa situazione è così... così... imbarazzante. Sospira e si mette nuovamente steso a guardare il soffitto. Per un po' la stanza è riempita solo dai nostri respiri e dal rumore tenue della pioggia. "Joy, io e te siamo amici giusto?" A quelle parole mi si blocca il respiro. Non so cosa siamo, e non so dare un giusto nome a quello che è successo, so solo che sembrava tutto perfetto fino ad un attimo fa. Adesso invece... adesso mi sento più strana di prima stando in questa stanza e sul suo letto. "Sì" chiudo gli occhi un momento per cercare di controllare le sensazioni che mi invadono, poi li riapro e mi alzo dal letto. "Dove vai?" Mi sistemo una bretella della canottiera e mi sposto i capelli davanti agli occhi. "Nella mia stanza." - "Come? Perché?" non lo rispondo e mi affretto ad uscire. Lui mi segue immediatamente. "Joy" Non mi interessa, non voglio ascoltarlo adesso. "Joy aspetta un attimo" entro nella mia stanza e mi distendo sul letto dandogli le spalle. Si siede dietro di me e mi accarezza i capelli. "Joy... perché sei scappata? Parlami." Deglutisco osservando le gocce della pioggia colare sui vetri della mia finestra. "Voglio stare sola Matt" - "No Joy... perché dici così?" - "Perché sì!" - "Non è una risposta questa, voglio un motivo. Un motivo perché debba lasciarti sola dopo... dopo..." Mi volto verso di lui di scatto e lo guardo negli occhi. "Dopo cosa? Su avanti, dopo cosa Matt? Io non capisco... io non capisco cosa ti passa per la testa. Giorni fa mi hai baciata e poi mi hai detto che è stato solo un errore. E adesso?Trovi sempre un pretesto per giustificarti. Un modo per allontanarmi da te." - "No Joy, io non voglio allontanarti, io non voglio..." - "E allora cosa vuoi Matt? Cosa vuoi? Perché io ancora non l'ho capito." Scuote la testa e sbuffa passandosi una mano tra i capelli guardandosi intorno. "Non lo so Joy, non lo so. Tutto questo è nuovo per me, io per primo non capisco cosa mi prende. Era tutto perfetto prima che arrivassi nella mia vita. Era tutto semplice e ordinato. Adesso... adesso mi sento... diverso. Ed io non sono così. Non voglio essere così." Si volta a guardarmi negli occhi. Il suo viso è privo di emozioni. Non capisco cosa prova, non capisco assolutamente quello che prova. Cosa vuol dire che non vuole essere così? Lo guardo confusa. Ad un tratto scuote la testa triste, si alza dal mio letto e senza guardarmi esce dalla mia stanza chiudendo la porta. Mi porto le mani al viso chiudendo gli occhi. Non doveva andare così. Non doveva andare così.

°DAVID

Tiro un pugno sullo scrittoio accanto all'agenda dove il nome di "JOY MARSHALL" è ancora senza una descrizione. "Maledizione!" Quella dannata donna ha carattere da vendere. Nessuna, nessuna mi ha mai rifiutato. Mi poso con le mani sullo scrittoio fissando il suo nome sul foglio bianco. Non finisce così Joy Marshall. Prima o poi sarai mia. Afferro le chiavi della macchina ed esco di casa. Arrivato al ristorante mi dirigo di tutta fretta verso la cucina. "Erika!" mi guardo intorno cercandola tra la folla di chef intenti a fare delle prove per il pranzo. "Paul, dov'è quella dannata ragazza?" Paul alza lo sguardo su di me con il cucchiaio a mezz'aria e mi osserva impacciato. "Beh... ecco è andata... fammi ricordare..." lo sguardo mi cade un momento lungo il corridoio e la vedo intenta a raccogliere dei fogli dal pavimento. "Niete più, l'ho trovata" esco dalla cucina e la raggiungo. "Erika!" si volta a guardarmi un momento e si sistema il grembiule. "Ehm... si signore?" - "Mi ha chiamato Aaron Fisher, era nero di rabbia. Hai fatto un casino con l'ordine!" abbassa lo sguardo mordendosi le labbra "M...mi dispiace, al telefono non ho capito molto bene quello che..." - "Non hai capito molto bene?! E per quale assurdo motivo hai dato l'ok se non avevi capito molto bene? Dio sei tremenda!" - "Mi dispiace tanto ecco io... scusatemi signor Clark" sbuffo e mi supera andando verso la cucina. Afferro il telefono dalla tasca dei pantaloni e provo a lasciare un messaggio a quella Joy visto che alle mie chiamate non risponde. Devo trovare una soluzione per rintracciarla... per trovarla diamine! Si faceva lasciare e prendere solo in quella dannata via, ma non ho mai visto dove abita. Scrivo un messaggio veloce **** Ciao Joy, vorrei scusarmi per il comportamento che ho assunto ieri, non volevo spaventarla. Spero la possa incontrare di persona per renderle le mie scuse. - DAVID **** Premo invio e lascio cadere il telefono nella tasca. So che adesso sarà ancora tutto più difficile con lei, ma non mi fermerò proprio ora.

°MATT

Cammino avanti e indietro lungo il corridoio continuando a lanciare occhiate alla porta di Joy. Dio, mi sento la testa scoppiare e dentro.... dentro non capisco nemmeno io quello che provo. Mi sento uno stronzo, mi sento un fottuto stronzo per essere uscito così dalla sua stanza, per averle detto quelle dannate parole. Ma cristo non so neanche io. Io.... Cazzo Johnson riprenditi! Mi fermo un momento davanti alla sua porta con il fiato corto, combattuto da mille emozioni tutte incomprensibili e ingestibili. Ad un tratto poso la mano sulla maniglia e varco la soglia. Joy sul letto è di spalle e il suo corpo si abbassa e rialza regolarmente. Sembra che si sia addormentata. Mi avvicino piano e mi distendo accanto a lei abbracciandola da dietro. Le sposto alcune ciocche di capelli dal viso e sotto il mio tocco apre piano gli occhi. "Mi dispiace. Mi dispiace tanto Joy. Non voglio litigare con te." Un lampo improvviso fuori dalla finestra illumina un momento i nostri visi e la sento irrigidirsi. La stringo più forte a me nascondendo il viso nell'incavo del suo collo ispirando a fondo il suo profumo. "Io non capisco come mi sento, non lo capisco davvero. So solo che quando ho saputo che quel figlio di puttana di David ti ha messo le mani addosso non ho capito più niente. Quel bastardo se solo osa ad avvicinarsi nuovamente a te... io non so cosa gli faccio. Non lo so Joy" Si gira verso di me e mi abbraccia nascondendo il suo viso del mio petto. Sospiro stringendola più forte a me. "Non mi lasciare sola Matt. Non adesso." - "Non lo farò Joy. Sono qui con te" Un'altro lampo illumina la stanza e il mio viso. Non la lascerò... e quel David la pagherà presto.


**** SPAZIO AUTORE ****

Ciao a tutti lettori =) ecco un altro capitolo della mia storia. Spero vi piaccia e sono veramente curiosa di sapere cosa ne pensate di Matt, delle sue sensazioni e cambi improvvisi di umore. Commentate e fatemi sapere ;) Come sempre vi ringrazio per essere così disponibili a leggere i miei aggiornamenti e a commentare.

Vorrei consigliarvi una storia che ho iniziato a leggere da poco, ma che già mi sta piacendo molto ;) passate a leggerla perché è davvero bella.

- Lasciamo spazio al destino di sweet_time

Ciao a tutti lettori, al prossimo capitolo. <3


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