Un compromesso - 9

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° JOY

Apprezzo davvero molto quello che ha fatto Matt per me. E' un uomo alquanto strano e ancora non sono riuscita ad inquadrarlo bene. Con tutta calma mi alzo lentamente dal divano, ma non appena mi metto in piedi tutto mi gira. Torno a sedermi lasciandomi andare contro la spalliera. La testa mi scoppia. Joy Marshall ma cosa credevi di fare? Scuoto piano la testa e sospiro. La prima volta che ho messo piede a Edison Valley l'ho fatto per cercare di dimenticare e iniziare da capo...anche se sapevo benissimo che all'inizio mi sarei dovuta arrangiare in qualche posto isolato, procurandomi da mangiare rubando, ed escogitando un piano per arrivare al giorno seguente. Il primo giorno che sono arrivata ho camminato per ore con lo zaino dietro le spalle pieno solo di qualche cambiata e una bottiglietta vuota che ho trovato lungo il cammino, e che ho poi riempito alla prima fontana che ho trovato. Non sapevo assolutamente dove andare, camminavo e camminavo cercando con lo sguardo qualcosa che mi donasse un briciolo di sicurezza per la notte che stava arrivando. La gente che mi passava accanto non mi vedeva. Ero assolutamente invisibile agli occhi dei passanti, fino a quando non giunsi in un quartiere isolato. Ormai era buio e a qualche metro da me, sul lato sinistro della strada, albergava un edificio illuminato da un lampione. Su entrambi i lati della strada c'erano rifiuti di ogni genere. Mi avvicinai all'entrata di quell'immobile e capii benissimo che era completamente abbandonato. Quando varcai la soglia davanti a me trovai un ambiente vuoto. Le pareti erano piene di crepe, un quadro storto era appeso alla parete destra, e c'erano delle scale sulla sinistra che portavano al piano superiore. Mi guardai qualche secondo indietro e poi lentamente salii le scale. Arrivata al piano superiore, una donna dai capelli scuri era intenta a lavorare a maglia. L'ambiente era illuminato da due candele riposte su un tavolino sul lato destro della stanza. Ricordo tutto come se fosse successo ieri. Mi scusai con lei per averla disturbata e dicendole che non credevo che ci fosse qualcuno lì. Ricordo che era molto gentile e il suo sguardo era dolce. Mi disse che se cercavo un posto per la notte potevo rimanere, e che a una donna sola come lei non dispiaceva un po' di compagnia. Così restai. Mi avvicinai ad un letto situato sulla sinistra della stanza, posizionai il mio zaino come cuscino e pian piano mi addormentai con il rumore costante dei suoi ferri. Pensai di ringraziarla il giorno seguente, ma quando mi svegliai quella signora gentile era scomparsa.

° MATT

Quando esco dalla centrale mi dirigo di tutta fretta a casa. Sono solo le otto, e se mi sbrigo riesco ad andare in palestra per allenarmi un po' prima che chiuda. Tutto questo stress mi sta uccidendo e allenarmi un po' mi farà rilassare. Quando varco la soglia di casa Joy non è nel salone. Poso il cappello sulla spalliera del divano e mi guardo in giro. "Joy?" non avendo nessuna risposta mi dirigo lungo il corridoio e la trovo nella sua stanza con lo sguardo rivolto alla finestra. "Eccoti finalmente" si volta di scatto a guardarmi. "Oh ciao Matt, non ti avevo sentito arrivare." - "Me ne sono reso conto. Tutto bene?" si allontana dalla finestra, e si dirige verso il comò per legarsi i capelli. "Sì tutto bene" - "Perfetto allora, io faccio una doccia al volo e poi corro in palestra." alza lo sguardo su di me sorpresa "Non sapevo che andassi in palestra." - "Beh anche io ho i miei segreti hai visto?" Gli lancio uno sguardo divertito e poi la lascio lì dirigendomi verso il bagno. Non hai visto ancora niente signorina Joy. Quando varco la soglia della palestra la signora Haward mi regala un sorriso. "Buonasera Matt." - "Brenda" le faccio un cenno di saluto e mi dirigo nella sala degli attrezzi. Mi avvicino al tapis roulant e mi metto subito all'opera. Dopo una decina di minuti di corsa, una bionda dal fisico da mozzare il fiato, fa il suo ingresso in sala. Indossa un leggings aderente e un top che lascia poco spazio all'immaginazione. Fermo il tapis roulant e mi asciugo il sudore dalla fronte con l'asciugamano che ho intorno al collo senza staccare gli occhi dal suo corpo perfetto. Mi avvicino ai pesi, e finalmente incrocia il mio sguardo. "Buonasera" sorride sistemandosi una bretella del top "Ci conosciamo?" - "Veramente no, ma recuperiamo subito. Matt Johnson" mi avvicino a lei con sguardo intenso e le porgo la mano. Inclina la testa sorridendo mentre mi cede la sua. Il suo sguardo percorre tutto il mio corpo per poi ritornare ad incontrare i miei occhi. "Jessica Evans". Jessica...veramente un bel nome.


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