Un compromesso - 26

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°JOY

Mi asciugo le lacrime con il dorso della mano. Non posso credere che David si sia comportato così da stronzo. Sul comodino il telefono continua a vibrare e il suo nome continua a lampeggiare. Non mi importa, non voglio assolutamente parlare con lui. Afferro il telefono e lo lascio cadere nel cassetto e poi lo richiudo. Il mio sguardo cade un momento sulla parte rossa del mio braccio. Mi fa un male cane e adesso il rossore ha qualche sfumatura viola. Fuori il tempo è nuvoloso... è mattino ma è come se fosse ancora notte. Mi metto seduta e mi guardo intorno. E' incredibile come riesca a sentirmi a casa in questa stanza. Credevo che nessun posto mi avrebbe alleggerito l'anima dopo quel brutto giorno, ma questa stanza... questa semplice stanza mi fa sentire protetta. Un leggero bussare mi distrae dai miei pensieri. Alzo lo sguardo verso la porta chiusa spostandomi una ciocca di capelli dal viso. "Joy sei sveglia? Posso entrare?" mi inumidisco le labbra e mi asciugo gli occhi. "Ehm... sì sì entra pure." Apre lentamente la porta e si avvicina al mio letto sedendosi accanto a me. "Hai pianto" deglutisco e abbasso lo sguardo sulle mie gambe e scuoto piano la testa. "No, non ho pianto." - "Joy?" con le punta delle dita mi alza piano il viso e i nostri occhi si incontrano. "Non mentirmi, ti prego. Lo vedo dai tuoi occhi, e quelli non mentono mai. Dimmi cosa è successo ieri." - "Ieri? Beh... niente Matt, niente che ti possa interessare." Scosto il lenzuolo e mentre cerco di alzarmi mi trattiene. Sospira e mi prende una mano nella sua accarezzandomi le nocche. "Se... se David ha fatto qualcosa contro la tua volontà, devi dirmelo. Quell'uomo deve pagar.." - "David non ha fatto nulla, ed io sto benissimo Matt." sospira guardandomi fisso negli occhi. Dio quegli occhi... quei suoi occhi azzurri sembrano attraversare i miei senza chiedermi il permesso. Mi fanno sentire esposta, scoperta... senza barriere protettive. "D'accordo. Ma sappi che io sono qui se hai voglia di parlare." Annuisco silenziosamente. Non voglio dirgli quello che è successo, ho paura che se lo facessi Matt sarebbe capace di ucciderlo quasi, o meglio questo è quello che credo... le cose tra quei due non vanno affatto bene. Mi chiedo cosa sia successo tra loro. Matt alza un braccio, mi accarezza il viso dolcemente e poi si alza dal letto. "Vado a preparare la colazione. Ho chiamato Darren e gli ho chiesto un giorno libero." Sospira guardandomi un momento negli occhi e poi si volta ed esce dalla stanza. Non so spiegare il perché, ma il fatto che oggi Matt rimane a casa con me mi fa sentire più tranquilla.

°MATT

Ho deciso di passare la giornata a casa con Joy. Ha bisogno di me, e anche se non lo dice e non lo ammette so che è così. Glielo leggo negli occhi. Mi avvicino al tavolo e poso la brocca del latte e il cartone con i cereali. Da quando c'è Joy a casa con me non ho saltato neanche una volta la colazione. Prima qualche volta per la fretta la saltavo, ma da quando c'è lei non accade più tutto ciò. La colazione ha un sapore diverso adesso che c'è lei : all'inizio era pura curiosità. Volevo vedere cosa si provasse a condividere il primo momento della giornata accanto ad una persona; Poi è seguito il divertimento. Era incredibilmente divertente vedere Joy in difficoltà davanti alle mie affermazioni, o quando la guardavo in quel modo che la faceva arrossire.... accade ancora tutt'ora, i suoi rossori dovuti ai miei sguardi la rendono così.... così dolce; E ora... beh ora è... non lo so cos'è... ma mi fa sentire bene. Entra in cucina e si avvicina piano a tavolo prendendo posto accanto a me. Indossa dei pantaloncini e una maglietta leggera e ha i capelli raccolti in una morbida coda. Ha un profumo buonissimo, il suo profumo in quanto si è appena alzata dal letto. Afferro la brocca e riempio di latte la sua tazza. Sento il suo sguardo su di me. Sorrido, poso la brocca sul tavolo e porto i miei occhi nei suoi. "Che c'è?" alza le spalle versandosi i cereali. "Niente. Solo che... mi chiedevo... perché hai preso un giorno libero?" - "Perché so che c'è qualcosa che ti turba Joy. Perché so che non stai bene anche se mi dici il contrario. E... che c'è qualcosa che non mi dici" sospiro e prendo la sua mano. "Parlami Joy. Parlami."

°JOY

Sono senza parole. Non mi aspettavo affatto che Matt avesse deciso di rimanere a casa per me e per starmi accanto. Devo dire che è assolutamente incredibile come riesce a leggermi dentro. Mi mordo le labbra con lo sguardo basso. E ora cosa gli dico? Ho paura di come possa reagire e poi mi sento una stupida perché aveva ragione. Aveva ragione su tutto. "Io..." alzo lo sguardo su di lui e noto che mi guarda interessato. Mi dispiace mentirgli perché non se lo merita, ma non posso far altro. "Hai ragione, sono un po' giù di morale. A volte i ricordi prendono il sopravvento sulla realtà" ed è la verità, non è una bugia perché i ricordi tornano improvvisamente spazzando la realtà con una forza incredibile. "Ti credo Joy, so che la tua vita non è stata facile, e anche se non mi hai detto tutto so che hai sofferto, ma adesso.... adesso non sono i ricordi del passato a turbarti. C'è qualcos'altro, qualcosa che non so perché non vuoi dirmi. Se solo vengo a scoprire che quel David ti ha fatto qualcosa io..." li poso due dita sulle labbra e scuoto la testa "No, Matt... tu non farai nulla perché.." mi prende la mano e me la sposta dalla sua bocca. "Allora ti ha fatto qualcosa!" Mi guarda fisso negli occhi cogliendomi di sorpresa. Cosa ho detto? "Adesso gli spacco la faccia a quel coglione!" di scatto allontana la sedia dal tavolo e si avvicina al mobile per afferrare le chiavi dell'auto. Mi alzo e corro verso di lui cercando di trattenerlo per le braccia.. "Matt, Matt... ti prego. Ti prego aspetta un attimo." Mi guarda un momento e nei suoi occhi scorgo un lampo di ira che mi raggela. Non posso permettere che esca di casa così. Non posso. "Joy spostati!" - "Matt ascolta... aspetta un attimo.." si strattona dalla mia presa e si dirige verso la porta. Lo supero di fretta mettendomi con le spalle alla porta bloccandoli l'uscita. "Ti prego Matt, non voglio. Lascia che ti spieghi.. lascia che..." le lacrime iniziano a rigarmi il viso mentre Matt e davanti a me che mi guarda fisso con il respiro corto. Non posso lasciarlo uscire così, non posso permettere che esca di casa così agitato. Il suo petto si alza e si abbassa sincronizzato al battito del mio cuore. So che se vuole può spostarmi di lato e uscire di casa. E' assolutamente furioso e fuori di sé dalla rabbia. Pensavo sì che si sarebbe arrabbiato se avesse scoperto tutto, ma non credevo di leggere nei suoi occhi tutto questo dolore e tutta questa ira.

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