Un compromesso - 21

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°JOY

Ho appena finito di cucinare, sono le nove di sera e ho una gran fame. Mi slego il grembiule e lo poso alla maniglia del mobile, in quel momento stesso Matt varca la soglia di casa. "Buonasera. Dobbiamo trovare un posto per quel grembiule, mi esasperi così tanto che mi mandi fuori di testa." - "Oh ciao anche a te, hai fame?" si avvicina alla cucina e alza il coperchio della pentola. Un misto di odori invade l'aria facendomi venire l'acquolina in bocca. "Mmm...sì, ho fame." posa il coperchio sulla pentola e si volta a guardarmi. "Non ci hai messo del veleno dentro vero? So che mi ritieni un uomo odioso." li faccio una smorfia "Non è così che mi vendico della tua presunzione, sarebbe troppo facile." lo spingo da un lato e spengo il gas. Ride e poi mi guarda con aria di sfida. "Sai che a volte sei persino divertente?" mi volto a guardarlo e sul suo volto aleggia quel sorriso compiaciuto che mi manda fuori di testa. - "Non ci casco Matt Johnson, cerchi di fare il carino per abbassare le mie difese, ma non ci riuscirai" si morde le labbra guardandomi fisso negli occhi. Sono assolutamente intensi. Cavolo! Odio quando mi guarda così! Distolgo lo sguardo, mi allontano da lui e mi avvicino al cassetto per afferrare la tovaglia. Lui segue i miei movimenti con lo sguardo tutto il tempo. Odio quando mi guarda in quel modo così sfacciato. Mi rende nervosa. "Non riesci a guardarmi negli occhi per più di qualche secondo" - "Ehm... mi spieghi perché tutte le tue tovaglie sono beige?" mi avvicino al tavolo e inizio a sistemarlo per la cena. Con la coda dell'occhio noto che mi segue. "E no cara Joy, non cambiare discorso" alzo lo sguardo su di lui e i nostri occhi si incontrano nuovamente. "Non sto cambiando discorso, io... tu... ecco è meglio che vai a metterti comodo, la cena è quasi pronta " mi volto e mi avvicino nuovamente alla cucina per prendere piatti e bicchieri. Lo sento sorridere e avvicinarsi a me - e prima che arrivi alla vetrina - mi prende dalle spalle e mi volta verso di lui. "Stai cambiando discorso invece" la sua voce è quasi un sussurro e i suoi occhi azzurri sono puntati dritti nei miei. E' così vicino che non riesco a vedere niente oltre quelle pozze azzurre... non riesco a dire nulla, né a muovermi.

°MATT

Non lo vuole ammettere, ma è così, non riesce a guardarmi negli occhi per più di qualche secondo. Si morde le labbra ed io per un'istante lascio cadere il mio sguardo su esse. Le stringe così forte tra i denti che sono diventate bianche. Ah cara Joy, non parli, ma i tuoi occhi e il tuo corpo lo fanno al posto tuo. "Sei una bugiarda" le sussurro spostandogli una ciocca dal viso. Le sfioro le labbra con le dita sorridendo "Se continui a morderle così diventeranno gonfie" torno a guardarla negli occhi un momento. Il suo respiro è irregolare adesso. "Non.... non sono una bugiarda" inclino la testa osservandola con più attenzione. Finalmente ha lasciato andare quelle labbra che pian piano prendono il loro colore naturale. "Dici che non sei una bugiarda, eppure il tuo corpo dice il contrario." Mi allontano da lei sorridendole e mi dirigo verso il corridoio a grandi passi. Con la coda dell'occhio scorgo il suo stupore, e poi la vedo raggiungermi. "Ehi... io non sono una bugiarda, e non è vero che il mio corpo dice il contrario. E poi... cosa direbbe il mio corpo scusa?" E' incredibile, proprio quello che aspettavo. Mi volto di scatto e mi urta contro il petto. "Lo vuoi sapere davvero? Non credo che saperlo andrebbe a tuo favore cara Joy" mi guarda accigliata. "Come sarebbe a dire?" scuoto la testa ridendo "Smettila di ridere e parla!" - "Lo hai dimostrato poco fa, ogni volta che ci guardiamo in silenzio non riesci a guardarmi per più di qualche secondo. Di cosa hai paura? Che ti baci ancora?" Apre la bocca sorpresa "Cosa?! Tu sei pazzo, sono solo idee che ti fai in quella mente contorta, e poi ti ricordo che sei stato tu a baciarmi e non il contrario" - "E' stato solo un errore. Un gesto senza troppa importanza, ero poco lucido per via del vino. Ti ho già detto che non sei il mio tipo e poi sei una donna troppo esasperante e testarda." - "Anche tu non sei il mio tipo!" mi protendo su di lei e la guardo fisso. "E allora perché distogli sempre lo sguardo dal mio?" - "Non è vero quello che dici! Sei assurdo!" - "D'accordo, allora vediamo quanto sei sincera. Dopo cena, sul quel divano!" mi guarda confusa "Cosa vuoi dire?" - "Voglio dire che ci sfideremo. Giocheremo al gioco della verità." - "Il gioco della verità?!" annuisco "Proprio così. Il primo che distoglie lo sguardo paga." Vediamo quanto resisti questa volta cara Joy.

°JOY

Abbiamo da poco finito di cenare, e ho già pulito tutto. Ripongo i piatti puliti nel mobile, mi volto e mi slego il grembiule. "Allora... sei pronta a giocare?" Matt si è già messo comodo sul divano e mi guarda divertito. Prima non ho avuto modo di capire bene il gioco, c'entrava la verità questo me lo ricordo. Il primo che distoglie lo sguardo paga. Quelle parole mi pulsano in testa sincronizzate con il battito del mio cuore. Joy Marshall, non avresti dovuto accettare questa sfida! Mi avvicino al divano e mi siedo accanto a lui "Sono prontissima" - "Bene, allora iniziamo." Allunga il braccio sul tavolino e afferra il suo telefono. "Niente distrazioni quando si gioca" Caspita, fa sul serio. Lo spegne e lo riposa, poi si volta a guardarmi con la testa inclinata. "Cosa c'è?" distoglie lo sguardo dal mio e lo lascia cadere sul mio telefono posato sul tavolino accanto a me. Ah..ecco. Allungo il braccio per afferrarlo e lo spengo anch'io. "Bene, adesso iniziamo" si sistema meglio sul divano e si volta per interamente verso di me lasciando andare la guancia sulla spalliera. Resto immobile ad osservarlo. "Forza Joy, non vale così, devi venire più vicino a me. Andiamo, posa la guancia qui sulla spalliera. Merda! Perché ho accettato questa cosa? Perché? "Non serve stare così vicini." - "Hai accettato la sfida, ti tiri indietro per caso?" - "No! Ok giochiamo" mi inumidisco le labbra e sistemandomi i capelli da un lato poso il viso sulla spalliera. Ecco fatto Joy. Puoi farcela. "Più vicino Joy, sei troppo lontana. Devi venire ancora più vicino." Deglutisco e mi avvicino un altro po' a lui. Stringe gli occhi studiandomi, poi, ad un tratto sospira posando una mano sul mio viso, mi accarezza la guancia e mi attira ancora più vicino a lui. I nostri nasi si sfiorano mentre i suoi occhi sono fissi nei miei. "Ecco.. adesso va bene. Ora possiamo iniziare a giocare." Caspita... iniziare? Io già non resisto più. I suoi occhi azzurri sono fissi nei miei. Non vedo nulla oltre quelli, e non perché il salone è illuminato solo dalla luce della luna che attraversa la finestra e da una piccola lampada accanto al divano, ma è perché mi è così vicino che non riesco a vedere altro. Sento il suo respiro accarezzarmi le labbra. Istintivamente me le stringo tra i denti. Non credevo fosse così difficile, ma non posso arrendermi ora. Non posso mollare proprio ora.

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