Unmucchietto di terriccio si sollevava accanto a un tombino di pietrascoperchiato. Il badile affondava nella terra compatta e nera, sialzava grondante, sfregava contro la pietra e lanciava il suocontenuto sulla montagnetta. Il tutto procedeva ritmicamente, consuoni che parevano comporre un ritmo regolare. Infatti Stella Marisne approfittava per riempire l'aria con le sue cantilene: stavoltaerano antichi motivetti di lavoro, cantati da schiavi o da operai difine Ottocento.
«Tipiacciono le moto da corsa?»
«Sì,specialmente quella. È il mio sogno» rispose Christian.
«Io preferisco le sportive.Soprattutto la Honda CBR 600».
«Caspita,te ne intendi, però!» Christian era stupefatto.
«Già. Ogni tanto mio padremi porta ad aiutarlo quando ha una moto da rimettere in sesto, e iosalto di gioia».
«Che cu... ehm... chefortuna! Chissà quante ne vedrai!»
«Tantissime! Sono propriofortunata ad avere un padre meccanico».
«Non ho mai conosciuto unaragazza che amasse le moto».
Pausa.
«Mipiacciono anche le macchine. Certo, le moto sono la mia passione, maanche le auto mi attraggono» riprese Monica.
«Sul serio? Anche di quellene vedrai a bizzeffe, immagino.»
«Sì e le conosco tutte,sai? La mia preferita per ora è la Wolkswagen XL1. È un altro miogrande sogno».
«Ah, quella piace moltoanche a me, ma preferisco la nuova BMW».
«Sì,carina, ma anche troppo imponente... Preferisco le auto snelle eagili. Ecco, abbiamo finito. Ora provalo» disse Monica, e si fece daparte.
Nelcortile si accese un rombo terrificante. Lo scooter partì, sfilòaccanto alla montagna di terra e tornò al garage. Monica batté lemani orgogliosamente e Christian si esibì in un'impennata.
«Evviva! Funziona! Grazie,senza di te non so cosa avrei fatto!»
Un colpo metallico li fecevoltare entrambi verso il tombino di pietra. Stella Maris, impettita,si schiarì la voce.
«Salve,signor vado-in-bicicletta,se non fosse stato per me saresti ancora a frignare sul tuo scooterscassato».
«Pensa a scavare,piuttosto!» disse Monica.
Stella le rivolse unapernacchia, e riprese il lavoro interrotto. Christian spense loscooter, pensieroso.
«Ti devo qualcosa?»
«Lascia perdere».
«Ma soloper stavolta» s'intromise l'altra. Il badile affondava nelterreno, più faticosamente.
«Non vai, ora?»
«No, è troppo tardi.Comincia a fare freddo, magari torno di sopra».
«Non se ne parla nemmeno!»esclamò Stella Maris, rizzandosi in piedi. Indicò le finestre dellostabile sopra di loro. «Tu ora resti insieme a Monica a fare laguardia. In cambio vi farò una cioccolata calda».
Christianguardò Monica in cerca di aiuto, ma lei si limitò a spiegare:
«Ha un fornello da camponel suo garage. E barattoli di cioccolata solubile. L'amico di suononno lavora in una ditta che produce cioccolata solubile».
«Tipiace la cioccolata, Christian?» chiese Stella Maris. La serranda diun garage si sollevò. All'interno una confusione infernale nonsembrò turbare molto la ragazza, che scavalcò qualche ferraglia esi mise a rovistare febbrilmente.
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Le Fronde del Salice
Novela JuvenilQuando il quindicenne scavezzacollo Christian si trasferisce con la madre nel vecchio Condominio del Salice Argentato, non sa ancora cosa lo attende. Un gatto misterioso, un vecchio nottambulo, rumori dietro le pareti... Quale grottesco segreto nasc...