Mordere la polvere

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Monica non sapeva spiegarsiperché Christian fosse con loro, quella sera.

Si era ritrovata in mezzo aquello strano gruppetto che avanzava sul marciapiede, con Stella intesta, intenta a fare i soliti versacci, e Christian in coda afumare, assorto nei suoi pensieri. Svoltarono in una via lateraleilluminata dai neon. Le auto in sosta gremivano ambo i lati dellastrada e la folla brulicava per i marciapiedi.

«Voi dueverrete alla festa, stasera. Dovete divertirvi» aveva sentenziatoStella Maris. Laura e Christian si erano limitati a guardare disottecchi la scocciatrice, senza rispondere. «Il gruppo deglistronzi non dovrebbe essere da quelle parti, li ho sentitiprogrammare una serata altrove. E tu,potrai finalmente dirne quattro al tuo beneamato ragazzo».

Non eraquello il problema. Era che Laura voleva rivederlo, il suo beneamatoragazzo. Continui flash la tormentavano: il suo viso, il suo modo difare, la sua camminata...

Christian invece ci sarebbeandato per dimenticare Lisa.

L'aria era fresca eportava effluvi di erba appena tagliata, di birra e di insaccatiabbrustoliti. L'eco di musica commerciale ad alto volume martellaval'atmosfera: attorno al palco erano sistemati potentiamplificatori, e sopra di esso si muovevano ombre tra i raggicolorati delle luci psichedeliche.

Un vassoio tintinnantesbatté sul tavolo facendo sussultare i presenti. Stella Maris iniziòa servire.

«Birra grande per me, birrapiccola per Christian, schifosa Coca-cola per voi altri».

Gli occhi avidi di Stellafissarono il menu che aveva sotto il naso: uno spumeggiante boccaledorato e un piatto di plastica ricolmo di peperoni arrostiti e lardoaffumicato.

«Santo cielo» commentòLaura, «hai appena cenato e hai ancora voglia di mandar giù tuttaquella roba?»

«Ho un macaco nellostomaco, zuccherino mio!»

«Che cos'è un macaco?»

«Una scimmietta con unafaccia molto simile alla tua».

«Stronza».

«Ma non eri vegetariana?»la pungolò Christian.

«Salsicciotto mio, il lardoè un sottoprodotto animale. Esiste solo perché si macella lacarne».

«Lascia perdere, ha semprela scusa pronta, la signorina» bofonchiò Thomas con una smorfia didisprezzo.

«Vacci piano con quellaroba» raccomandò Monica, preoccupata. Stella osservò di profilo illiquido ambrato che schiumava nel bicchiere: le lampade del capannonegli conferivano un accattivante color miele.

«Lo sai, cricetino, che nonmi sono mai ubriacata né ho intenzione di farlo in futuro».

«Ah sì?»sbottò Thomas. «Come quando ti sei messa a ballare YMCAcon il mocio sul tavolo del mio salotto, in canottiera e mutande?»

Christian per poco non sisoffocò con una patatina fritta. Stella si oppose, contrariata.

«Ma nonero ubriaca! Ho sani principi, io. "Unasola birra d'inverno manda l'anemia all'inferno; una sola birrad'estate rende le membra meno accaldate."Vero Christian? Cin cin!»

Il ragazzo alzò il boccale,ma il brindisi fu più energico di quanto si aspettasse e la schiumatraboccò sulla sua mano.

«L'hai inventata tuquesta stronzata?» chiese Laura.

«È una perla di saggezza,befana. Un giorno scriverò un libro con tutti i miei aforismifilosofici. Ve ne cito qualcuno?»

«Nonc'interessa, grazie. Pensa al tuo macaco».

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