La signora Van Heilig avevauna teoria sul perché in casa Maris si verificassero tantedisgrazie. Per la verità ne aveva più di una. Secondo la prima, ledisgrazie sono punizioni divine. Qualcuno in quella famiglia, esapeva bene chi, non faceva che attirarsi continuamente addosso l'iradel Signore, il quale aveva deciso di comportarsi come ai tempi diNoè. Alla giustizia divina non si sfugge, per fortuna, e bisognarendere grazia a Dio per questa possibilità di rivalsa offerta acoloro che, ogni giorno, sopportano persone come lei.
Secondo un'altra teoria,invece, c'era lo zampino di Satana. Il demonio alberga dove l'animagli viene venduta, e contamina a macchia d'olio tutto ciò che locirconda, provocando morte e distruzione. Probabilmente Stella Marisera posseduta dal demonio; o forse, cosa ancora più plausibile, erail diavolo in persona. D'altronde, con quei capelli rossi...
Il gattonero e bianco non aveva più voglia nemmeno di scappare. Se ne stavasdraiato in mezzo all'erba, ansimando e gorgogliando di tanto intanto. Appena scorgeva un'ombra spalancava gli occhi e la fissava,pronto a balzare su. Ma i suoi salti non erano più quelli di unavolta. Li faceva di malavoglia, solo se la visita indesideratavalicava un limite invisibile. Monica lo osservava preoccupata.
«Bisognerebbe togliere quelcollare: è rovinato e sembra gli dia fastidio».
«Prova tu ad avvicinarti aquella carognetta» disse Stella Maris.
«Gliel'hai messo tu,quel collare?»
«Sì, è un collareantipulci».
«Come hai fatto? Nonscappava?»
«Ho aggiunto un leggerosedativo per gatti nei croccantini, così per un poco è statotranquillo».
«Cos'è un sedativo?»
«È una medicina cherilassa».
«Che bello, vogliodarglielo anch'io! Così riuscirò ad accarezzarlo!»
«Non direi proprio. Isedativi vanno usati solo in caso di necessità».
«Ah...»
La bambina continuò afrugare nella cassetta degli attrezzi in cerca di qualcosa diinteressante per ampliare la casetta di legno.
«Però mi sa che ilcollare gliel'hai messo troppo largo» disse, pensierosa.
«Così, se Tobiacrescerà ancora un po', non avrò bisogno di allentarlo. Basta chenon gli dia fastidio. Non credi?»
«Mah, se lo dici tu...»
L'ospedale è come unalocanda celtica sulla strada principale: ci passano tutti prima opoi. Ci sono le camere, le sale da pranzo, le cucine... mancano solole botti. Questa è a tre stelle, ha sette piani. Più sali, più tiavvicini al cielo, in tutti i sensi.
Sei rampe di scale a piedierano proprio quel che ci voleva per cominciare bene la giornata. Ilcorridoio sembrava un lungo passaggio verde che si snodava fra muri efinestre fino all'ignoto. Bastava portarsi più in fondo, dovenessuno più andava, per vedere la gente disperdersi poco a poco finoa scomparire del tutto, e trovare un luogo sconosciuto, sospeso acinquanta metri d'altezza o forse più, ignoto a tutti quanti...
InveceStella Maris svoltò a destra, in una camera bianca e verde,profumata di lenzuola pulite e disinfettante. "Questa è la miacamera, alloggerò qui."
Unacamerieravestitadi bianco stava rifacendo il letto e la osservò incuriosita. Stellaguardò il letto, poi di nuovo la cameriera dal tipico costumeceltico.
«Non c'è?»
«No. Purtroppo è decedutaquesta mattina».
«Ah. L'avevo immaginato».
«Era una tua parente?»
«No».
«Una conoscente?»
«No. La conoscevo, ebasta». Stella trasse un lungo sospiro. «Arrivederci. Oggi nonalloggerò qui, proseguo il mio viaggio».
E se ne andò a testa bassa.La cameriera vestita di bianco la fissò allibita.
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Le Fronde del Salice
Roman pour AdolescentsQuando il quindicenne scavezzacollo Christian si trasferisce con la madre nel vecchio Condominio del Salice Argentato, non sa ancora cosa lo attende. Un gatto misterioso, un vecchio nottambulo, rumori dietro le pareti... Quale grottesco segreto nasc...