«Voglio vedere anch'io»annunciò Diana, e si accinse a calarsi nel buco.
«Nemmeno per sogno» latrattenne Monica. «Tu non vai da nessuna parte».
«Io sì, però» disseChristian, con uno strano baluginio negli occhi. Monica lo scrutòmeravigliata.
«Co... cosa? Tu vorrestiscendere là sotto?»
«Sono stufo di stare qui adaspettare! Voglio partecipare anch'io. Vado a cercare un paio distivali».
«Primanon t'interessava così tanto».
«Beh,prima sembrava tutta una palla. Sai com'è, di quella pazza non c'èmai da fidarsi. Ma ora c'è in ballo un... tesoro...»
E sorridendo si avviò.Diana si divincolò dalla stretta di Monica, protestando ad altavoce.
«Perchélui sì e io no?»
Monica però nonl'ascoltava. Pensò a quanto fosse cambiato quel ragazzo nel corsodegli ultimi sei mesi. Prima li ignorava, ora insisteva per seguirliin un sotterraneo buio, lurido e pericoloso. Avrebbe dovuto invecescorrazzare sul suo motorino per le strade, facendo chiasso damattina a sera con la sua compagnia di bellimbusti.
Poi capì. Non era cambiato,si era solo aperto a loro perché non aveva amici. Ma questo, sisorprese, non la turbò minimamente.
Mentreera assorta nei suoi ragionamenti udì uno sciamare di scooter. Tentòdi convincersi che stessero soltanto passando di lì, ma dovettericredersi: a quanto pareva avevano intenzione di fermarsi, e chissàperché proprio lì davanti.
"Cirisiamo", si disse.
Diana non strillava più.Monica se la strinse contro e lei non fiatò: sembrava aver capito.Quattro ombre puntarono nella sua direzione e, nonostante il rumoredelle carte che sbattevano sul tavolino pieghevole, lei si sentì piùsola che mai.
«Chiudi la botola» ordinò.La bambina obbedì prontamente, poi tornò a nascondersi tra le suebraccia. Gli occhiali a specchio dei quattro ragazzi balenarono alsole, mentre facevano il loro ingresso nella distesa verde.Sorridevano.
«Ciao, bella» disse ilprimo, quello con gli spuntoni biondi. Poi diede un'occhiatatutt'intorno. «Dov'è il tuo amico?»
«Non c'è».
Il ragazzo rise.
«Comenonc'è?»
«Ti ho detto che non c'è»
«Ehi calma, tesoro, ti hosolo fatto una domanda! Dimmi almeno dove si trova l'altra, la tuaamica scema».
«Quale amica?»
Lo sguardo di Mirko si posòper un attimo sulla botola chiusa.
«Sai benissimo a chi miriferisco» disse in tono minaccioso. «Ieri sera, per colpa sua, hopassato due ore in una stanzetta di quel cazzo di supermercato afarmi interrogare; non mi dire che non ne sai niente».
Monica riuscì a malapena ascuotere la testa. Era paralizzata. L'istante dopo si vide riflessain un paio di lenti blu.
«È lì dentro, vero?» Ilragazzo le soffiò in faccia.
Ad un tratto si udì unboato sordo. La terra tremò sotto i loro piedi per qualche istante.I gatti e cani nel prato si rizzarono sulle zampe. Tutti siguardarono attorno per cogliere la fonte di quel suono, ma senzascorgere indizi. Poi, più nulla.
«È lì dentro, lo so!»sbottò Mirko gettandosi sulla botola.
«È un semplice tombino!»gridò Monica. Non se l'era mai cavata bene con la recitazione.
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Le Fronde del Salice
Teen FictionQuando il quindicenne scavezzacollo Christian si trasferisce con la madre nel vecchio Condominio del Salice Argentato, non sa ancora cosa lo attende. Un gatto misterioso, un vecchio nottambulo, rumori dietro le pareti... Quale grottesco segreto nasc...