La specchiera

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«Uh, che bellezza, fattivedere!»

Stella era orgogliosa dellasua creazione. Incrociava le mani davanti a sé e faceva giravoltecome una stilista invasata. Diana si sistemò l'abito e fece unamini sfilata nei pochi metri quadri liberi in camera da letto. Ammiròl'insolito vestito rosso, bianco e blu dalle frange multicolorinello specchio incassato nell'anta dell'armadio, e concluse chedopotutto non era male.

"Se nonaltro qualcosa di nuovo", pensò la nonna, che non si fidava maidelle trovate della nipote.

«Qu-quella sarebbeun'allevatrice di re-renne?» insinuò Yuri.

«Taci,pidocchioso» lo zittì Stella. Poi però si voltò verso di lui.«Hai detto allevatricetutto insieme!»

Il bambino le rivolse unapernacchia. Stella si dedicò di nuovo allo specchio in cui sfilavala piccola modella, con dietro la giovane stilista di grande successoche osservava compiaciuta la sua meravigliosa opera.

Improvvisamente, il suosorriso si smorzò.

«Sbagli, marmocchietta.Le uniche cose magiche in grado di farti passare da una dimensioneall'altra sono le superfici che riflettono la tua immagine. Laghi,fiumi, catini pieni d'acqua e non solo... Ma devono essere di uncolore diverso. Il colore degli stagni di montagna, quelli con ilmuschio che ricopre i sassi del fondale...»

La bambina fissò ilvecchio imbambolata. Pensò che fosse posseduto dagli spiriti.

Ad uncerto punto, colta da un'improvvisa intuizione, rivolse il suosguardo all'incantevole specchio sopra la cassettiera, proprioaccanto alla porticina. Aveva una splendida cornice dorata,tempestata di tanti piccoli dischi adamantini che luccicavano comepietre preziose. La bambina si arrampicò su una sedia e cominciò abussare sullo specchio e ad afferrarlo per la cornice nel tentativodi sollevarlo. Il vecchio, intanto, continuava a farneticare. "Devonoessere di un colore diverso, il colore degli stagni muschiati..."Di che colore è il muschio?

D'untratto la bimba si accorse di un particolare: tutte le sferetteincastonate nella cornice erano bianche come il diamante, tranne unacolor smeraldo. Il colore del muschio. La esaminò attentamente ededusse che ci si poteva posare sopra il dito e spingere conveemenza. Con sua grande gioia il tondino s'infossò nella cornice.E a quel punto si udì uno scatto nel muro: la porticina girò su séstessa rivelando un varco oscuro.

All'inizio la bambinarimase di sale. Poi, annunciando la sua gloria, si precipitò nelpassaggio segreto: un piccolo cunicolo di neanche cinque metri, bassoe spoglio. Piombando in camera da letto spaventò alcuni gattiacciambellati sulle coperte, che schizzarono da tutte le parti.Continuò a correre avanti e indietro per un po', orgogliosa dellasua scoperta. Ma presto si stancò: dopotutto non c'era nulla làdentro, era una rivelazione senza scopo, fine a se stessa.

Allora si mise a spiarenei suoi cassetti.


"Anton mi racconta coseorribili. La repressione dei nazisti nei confronti della resistenzaha condotto a numerose fucilazioni di ostaggi in parecchi paesieuropei. Cinque, dieci, addirittura cento ostaggi fucilati per ognitedesco ucciso! Temo per la sorte dei nostri colleghi: non si hannopiù notizie di loro, e come ho già più volte ripetuto ho uncattivo presentimento...

Noi, qua sotto, viviamonella perenne angoscia di venire scoperti. Cosa potrebbero farci? Nonoso immaginarlo. Spero sempre che non ci ammazzino a sangue freddo,d'altronde non siamo ebrei. Quasi preferisco che ci deportinochissà dove, almeno in questo modo potremmo sperare in una futuraliberazione.

Ma perché non ce nesiamo andati subito via lontano, in qualche isolotto sperdutonell'oceano, alle prime avvisaglie di un simile poteretotalitario?"


Stella afferrò l'anta aspecchiera del vecchio armadio in ciliegio. La scrollò avanti eindietro e ascoltò il suo rumore basculante ormai familiare, dovutoa qualche componente interno sganciato dall'alloggiamento. Diede unaviolenta scossa e il rumore si ripeté più forte, con un breveriverbero.

La ragazza guardò glialtri, sicura che capissero, ma la nonna e i fratelli la osservavanoquasi atterriti.

«Ti senti bene?»

In cerca d'ispirazione,lei osservò la sua immagine riflessa nello specchio.

"Le lacrime sono unodegli specchi che collegano alle realtà parallele. Tu l'hai sempreguardata, ma non l'hai mai vista, perché vedevi soltanto testessa."

Corse in cucina e rovistòin un cassetto, rovesciandone fuori l'intero contenuto.

«Questo non va bene, questoè troppo piccolo, questo è troppo grande...»

Alla fine della cernitatornò in camera con un cacciavite a stella, investendo nonna efratelli che le venivano incontro incuriositi, poi cominciò alavorare sulle quattro viti che fissavano lo specchio all'anta.

«Mi stai distruggendol'armadio!» protestò la nonna.

«Calma, calma, forse nevale la pena... ne vale... veramente... la pena» disse Stella, insincronia con i movimenti. Alla fine rimosse lo specchio e rivelòuna superficie ruvida e nera, con una piccola cavità cilindrica nelcentro simile al buco di un tarlo. E dentro la cavità brillavaqualcosa.

Era una piccola pietruzzaopaca dalla forma di una goccia. Stella la strofinò tra le dita e visoffiò sopra, ripulendola dallo sporco di chissà quanti decenni.

Sulla sua mano giaceva ungran bel pezzo di diamante.


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