La professoressa dimatematica stava per segnare la parola "assente" accanto al nomedi Stella Maris, quando la porta si spalancò facendo sobbalzare metàclasse. Era lei, ansimava.
«Scusi il ritardo» disse.«La mia sveglia dormiva».
«Figurati. Va' pure asederti».
La ragazza si diresse versoil banco a testa china.
«Stella».
«Sììì?»
«Voltati verso di me».
Dopo una breve pausa, Stellasi decise a rispondere.
«Certo, prof».
Lentamente, e sfoderando ilsuo sorriso più smagliante, eseguì l'ordine. La professoressa lafissò inorridita.
«Ma... che diavolo haicombinato?»
Stella si schiarì la voce.
«Ecco... allora... L'altrasera sono andata alla festa del paese. Stavo ballando, quando hoinciampato in un secchio vuoto, non mi chieda cosa ci facesse lì, esono caduta in avanti picchiando prima l'occhio, poi il naso einfine la bocca contro il bordo di una sedia. Dopodiché siamo caduteio e la sedia».
L'intera classe la stavafissando. Seguirono parecchi secondi di silenzio, solo Mirko ecompagnia sogghignavano, le mani premute sulla bocca.
«È la verità?»
«E quando mai le raccontobugie, io?»
"Che faccia tosta",pensò Christian. Ma sussultò: lei lo stava indicando.
«Lo chieda a lui. Potràconfermare».
La ragazza lo guardava conespressione talmente fiduciosa e sicura di sé che per un attimopensò di aver vissuto una serata parallela rispetto alle suefrottole.
«Ehm... sì... c'eroanch'io...»
S'immaginòla scena, e quasi ci credeva. Gli sfuggì un risolino che tentò disoffocare con la mano, ma lo stesso poco dopo serpeggiò per l'interaclasse. La professoressa allargò le braccia, sospirando.
«Io e Katia andiamo inbagno. Vieni anche tu, Stella?»
«No, grazie. Stamattina hofatto tre litri di pipì, così ora non ho di che preoccuparmi».
Non voleva confessare loroche aveva un certo dolorino alla schiena e alle ginocchia, e che erameglio evitare qualsiasi movimento superfluo.
«Come vuoi. Comunque quelcerchio blu sotto l'occhio ti dona. Che marca di ombretto è?»Angela e Katia ridacchiarono.
«È della"Angelafessacchiotta". La conosci?»
Finalmente le compagne sitolsero di mezzo e lei sollevò a fatica le gambe sopra il banco. Leparvero macigni. Ma subito il suo viso assunse un'espressionesoddisfatta: dentro il sacchetto di carta c'era una brioche farcitatutta per lei.
Gravato da un tediomicidiale, Christian le passò dietro in punta di piedi perappoggiarsi alla finestra. Sperò che la pazza non lo disturbasse.Invece lei aprì bocca, e proprio masticando un pezzo di merenda. Perfortuna non la vide in faccia.
«Grazie Christian. Seistato bravo, oggi, molto realistico.» Lui rispose con un borbottio.«Ieri che avete fatto senza di me? Vi sarete annoiati parecchio,immagino.» Stella parlò molto seriamente, al limite dell'arroganza.
"Maguarda che sbruffona. Ora la sistemo io."
«Non èche per caso conosci un certo S.Quasimodo?»chiese Christian, con il disinteresse più totale. Stella si voltòdi scatto.
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Le Fronde del Salice
Подростковая литератураQuando il quindicenne scavezzacollo Christian si trasferisce con la madre nel vecchio Condominio del Salice Argentato, non sa ancora cosa lo attende. Un gatto misterioso, un vecchio nottambulo, rumori dietro le pareti... Quale grottesco segreto nasc...