«Dobbiamo aiutarla!»esclamò Monica.
«Sì, e come? Volando?»ribatté Thomas.
«Con lo scooter diChristian!»
Nessuno fiatò. L'ingenuitàdella proposta era palese a tutti, ma nessuno aveva idee migliori.Christian guardò ora l'uno ora l'altra, sconcertato.
«Come mai i tuoi compagnisanno del tesoro?» gli chiese Thomas, con voce ferma.
«Io non gli ho dettoniente!» protestò Christian. «Stamattina parlavo con la Maris inclasse e dietro c'era uno di loro. Non pensavo riuscisse asentirci!»
«Va bene, va bene, chi sene frega. Ora dobbiamo toglierla dai casini.»
«Cosa? Nemmeno per sogno,se la cava da sola».
«Ma sei pazzo? Quellil'ammazzano! Non hai visto come l'hanno conciata sabato sera?»
«Le avrebbero soltantofatto mangiare un po' di terra, ma lei li ha provocati e le hannoschiacciato la testa contro i sassi. Non l'hanno nemmeno pestata... Epoi, mi hanno detto che ha steso due vecchietti...»
Thomas rimase a boccaaperta. Poi, risoluto, disse.
«E mia sorella ti aggiustalo scooter! Bene. Vuoi lo scooter nuovo? Vieni a chiederlo a miopadre».
Gli voltò le spalle eMonica si sentì raggelare.
«A... aspetta unmomento...» Christian parve ammorbidirsi, cogliendo tutti disorpresa. «Come facciamo a stare in due su uno scooter del genere?La sella è corta, è un modello vecchio!»
«Ah sì?» lo sfidòThomas. «E quella ragazza che l'altro ieri ti ho visto trasportaredietro? Cosa ci vuole? Si alzano le gambe e si tengono appoggiate inavanti!»
"Cosaci vuole? Eccoti accontentato, sbruffone."
Dal canto suo Thomas maledìil suo metro e novanta di altezza. Stretto nel minuscolo spazio sulfondo della sella, il sedere e le gambe già dolenti, sembrava ungorilla che tentava di farsi piccolo piccolo in una gabbia minuscola.
"Se cipesca un vigile siamo fritti. Chi la sente mia madre?"
La ruota ronzava sotto ilsedere di Thomas, e ad ogni sbalzo gli pareva di ricevere un calcioben assestato nel didietro. I neon non erano ancora in funzione, macon quelle nubi iniziava a farsi buio presto.
D'un tratto scorseroun'ombra sul ciglio della strada. Per la verità sembrava più unfantasma, e li guardava con espressione quasi implorante. La suabicicletta giaceva accartocciata dentro una siepe. Ma i due lodegnarono di una semplice occhiata indagatrice e proseguirono per laloro strada.
Stella Maris si era fattafurba. Aveva attraversato la strada, lasciando gli inseguitori arincorrerla frustrati dall'altro lato. Era protetta dalle numeroseauto che sfrecciavano verso casa dopo il pomeriggio lavorativo. Leicorreva veloce, la sua falcata era ancora più ampia di quel giornoin cui aveva attraversato la città per raggiungere un edificio infiamme. Le pareva di volare, di saltare un percorso a ostacoliaddossati l'uno all'altro.
Non poteva durare a lungo,però. Il traffico si diradò per un istante, e il rombo delloscooter che viaggiava a velocità moderata dalla parte opposta sifece più forte. In un batter d'occhio, se lo trovò davanti asbarrarle la via.
Ma ancora una volta lafortuna fu dalla sua parte. Il ciglio sinistro della strada offrivauna sequenza di alberi per qualche metro, prima di sprofondare in uncanale verdastro. Stella dribblò di scatto, avventandosi a zigzag inmezzo alla vegetazione. Gli inseguitori tentarono di penetrare nellospazio verde, ma Nico teneva alla sua carrozzeria immacolata più chealle chiavi del compagno, quindi si accontentò di seguirla a debitadistanza. Avrebbe pur dovuto venir fuori di lì.
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Le Fronde del Salice
Teen FictionQuando il quindicenne scavezzacollo Christian si trasferisce con la madre nel vecchio Condominio del Salice Argentato, non sa ancora cosa lo attende. Un gatto misterioso, un vecchio nottambulo, rumori dietro le pareti... Quale grottesco segreto nasc...