Imboscata 2

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Calava la sera. Il cielo eraancora tinteggiato dal crepuscolo quando Christian udì dei passiincerti nel cortile. Poco dopo, un'ombra sbucò nel campo.L'intruso intravide il bagliore della sigaretta che volteggiavacome una lucciola, e timidamente avanzò.

«Christian?» domandò, conun filo di voce.

«Sono io, non tipreoccupare. La Maris non fuma».

«Ti assicuro che sono dasolo».

«Lo so, idiota, sono treore che controllo la strada. Ce l'hai quello che ti ho chiesto?»

Per un attimo Christiantemette fosse venuto soltanto per dirgli che non era riuscito asottrarre il diario agli usurpatori. In quel caso si sarebbedivertito con un destro sul suo bel nasino a patata.

Invece, Alex aprì la giaccaed estrasse un plico familiare.

In quel momento, in unangolo del campo un cespuglio frusciò come se uno strano ventosoffiasse soltanto lì. Un'ombra schizzò verso di loro e investìAlex, facendolo ruzzolare a terra.

«Ti insegno io a rubarediari, topo di fogna!»

Lo schiacciò per terra apancia in giù e gli balzò a cavalcioni sul dorso, godendosi i suoigemiti di dolore e i suoi insulti ringhiati con l'erba in bocca.

«Lascialo stare,imbecille!» gridò Christian. «Ci ha riportato il libro!»

In quel momento Stella Marissi accorse del volumetto scivolato a terra durante l'assalto. Loprelevò, studiandolo per verificarne l'autenticità. Alex sidimenava.

«Rimani giù, caprone! O tistrappo tutti i peli che hai, anche quelli delle palle!»

A Christian quella minacciaparve stranamente familiare.

«E lascialo, ormai ha fattoil suo dovere!»

«Questo lo decido io,babbeo di un credulone!» esclamò Stella Maris, lanciandogli unosguardo che nella penombra brillava di ostilità.

«Christian, toglimi questademente dal culo, io ho fatto come avevi chiesto!» gemette Alex.

«Uh sentilo, il buonsamaritano. Esattamente come l'altra volta: "Sono stanco diquelli là, ho deciso di restituirti i soldi"» disse Stella Marisstorcendo la voce.

«Come cazzo fai a sap...»

«Lo stesso si ripete oggi»lo interruppe lei. «E la prossima volta tornerai a miagolare aipiedi di Christian chiedendo perdono, poi lo fotterai di nuovo e cosìvia, all'infinito!»

«Silenzio!» intimòChristian. Rombi di scooter nel cortile.

Nessuno ebbe il coraggio diaprire bocca: si guardarono l'un l'altro confusi.

«E questa ne è laconferma!» esclamò Stella Maris. Ma Alex cominciò ad agitarsi.

«Merda, hanno mangiato lafoglia. Mollami, o mi fanno a pezzi! E nascondete il diario! Infretta!»

Un po' smarrito, Christianraccattò il quaderno e lo gettò nel cespuglio poco lontano.

«Perfavore»supplicò Alex a denti stretti. «Mollami, o ci andate di mezzo anchevoi. Possibile che non lo capisci, cogliona?»

I motorini si erano spentiall'imbocco del cortile. Si erano azzardati fino al portoned'ingresso. In quel momento, Stella Maris si alzò.

«Nasconditi dietroquell'angolo. Fila» sibilò, incalzandolo in malo modo. Alex siscrollò di dosso l'erba e si precipitò dove gli veniva indicato.Christian si accinse a imitarlo, ma si arrestò notando che lei nonli seguiva.

Le Fronde del SaliceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora